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Descrizione

E’ un piccolo capannone ben ristrutturato, quello che ospita il neonato Piccolo Museo della Moto di Emilio Bariaschi dedicato alle motociclette protagoniste della motorizzazione di massa tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1965. Una collezione in grado di raccontare gli anni ruggenti del motociclismo in Italia. Quelli nei quali, accanto alla Vespa e alla Lambretta, le principali case costruttrici hanno progettato e realizzato motociclette per ogni esigenza. Periodo in cui la Gilera, la Moto Guzzi e la MV sono diventate famose in tutto il mondo grazie alle loro affermazioni sportive.

A ricordare questo splendido periodo ha provveduto Emilio Bariaschi. Il collezionista di Guastalla, dopo aver “costruito” un’invidiabile collezione di motociclette, ha deciso improvvisamente di condividere con gli altri questa sua passione. Realizzando questo suo desiderio con un pragmatismo ed una velocità incredibili. Iniziativa simile a quella portata a termine da Nello Salsapariglia circa un anno fa, a pochi chilometri di distanza.

Sono soprattutto le “colonne” dell’ASI ad essere il propulsore di queste iniziative. Ad accomunare Salsapariglia e Bariaschi è anche il numero della tessera, inferiore al numero 1.000 per entrambi. Visitare il museo senza il proprietario significa perdere molte informazioni importanti relative ai mezzi esposti. Tra queste, quella di una motocicletta che il proprietario ha costruito abbinando un telaio di bicicletta BSA “tre fucili” con un motore “cucciolo” della Siata.

Gli sforzi fatti dai costruttori italiani per cercare di soddisfare la domanda di mobilità nell’immediato dopoguerra sono “celebrati” nelle sale del museo di Guastalla in modo completo.

In alcune aree del museo ci sono motociclette estranee al “leitmotiv”. Tra queste spicca la Triumph H del 1914, barattata alla fine degli anni Sessanta con un torchio. “Ci sono altre moto fuori tema – dice Bariaschi – che sono entrate a far parte della mia collezione un po’ per caso”. Capriolo, FB Mondial, Gilera, Laverda, Moto Morini, Moto Parilla e scooter sono esposti in modo organico. Con un occhio di riguardo per le motociclette sportive, con le quali il proprietario del museo ha affrontato diverse rievocazioni della Milano-Taranto e del Motogiro.

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