Museo Forze Armate

A Montecchio, vicino a Vicenza, la città veneta che ospita la base americana della Caserma Ederle, ha sede un interessante museo dedicato ai mezzi militari italiani, tedeschi ed americani utilizzati nella prima e nella seconda guerra mondiale. Un libro di storia vivente ed appassionante per documentare la cruda realtà dei conflitti. Numerosi documenti storici. Presente in questa struttura anche una cineteca con pellicole e documentari rarissimi. Plastici e ricostruzioni di scene di guerra.

Garage Storico Magazzini Comunali

Il “Garage Storico dei Magazzini Comunali di Montecchio Maggiore”, inaugurato nel maggio 2013, ha l’obiettivo di preservare i veicoli, le attrezzature e gli strumenti di lavoro più rappresentativi tra quelli utilizzati negli ultimi 50 anni dai Servizi operativi del Comune vicentino.
L’iniziativa dell’Amministrazione comunale è la dimostrazione di come anche un Ente locale possa contribuire direttamente alla conservazione del patrimonio motoristico, oltre a rappresentare un riconoscimento agli uomini che hanno prestato il loro servizio alle dipendenze del Comune. Veicoli e persone che con il lavoro quotidiano sul territorio, asfaltando una strada oppure riparando l’impianto di riscaldamento di una scuola, sono diventati per i cittadini qualcosa di riconoscibile e familiare.

Il “Garage Storico” riveste anche una funzione didattica per gli studenti che, visitando la collezione di mezzi storici assieme ai moderni Magazzini comunali, hanno la possibilità di apprendere come si svolgevano un tempo le attività del Comune, confrontandole con le moderne modalità operative ed attrezzature oggi a disposizione.

Attualmente sono ospitati 6 mezzi, ognuno dei quali riveste un ruolo significativo nella storia dei mezzi di trasporto in Italia nella seconda metà del secolo scorso.
1 – Autocarro FIAT 170NC35 (anno 1977) – Camion a tre assi da 24 tonnellate di peso totale, con cassone ribaltabile: il primo grande camion marchiato “IVECO”.
2 – Spazzatrice Mobil 2TE3 (anno 1974) – Spazzatrice stradale prodotta negli Stati Uniti d’America, con cabina a doppi comandi di guida: un mezzo “esotico” molto interessante.
3 – Autocarro OM 70OM10 (anno 1981) – Camion a due assi da 7 tonnellate di peso totale, con cassone ribaltabile: uno degli ultimi modelli con il glorioso logo “OM”.
4 – Autovettura FIAT Panda 45 (anno 1984) – Automobile utilitaria di piccole dimensioni: un grande classico anche per le Amministrazioni comunali.
5 – Motocarro Piaggio Ape MP (anno 1975) – Piccolo motocarro a tre ruote con cassone aperto: il veicolo italiano tra i più apprezzati e conosciuti nel mondo.
6 – Rullo compattatore Ursus – Peroni S1RT (anno 1968) – Piccolo rullo compressore del tipo “uomo a bordo”, abbinato all’apposito carrello per il trasferimento su strada.
Ogni mezzo esposto è accompagnato da un pannello descrittivo che illustra brevemente la storia della casa costruttrice, le caratteristiche del modello e l’utilizzo da parte del Comune.
I veicoli hanno ottenuto i certificati di “Veicolo di interesse storico” e di “Rilevanza storica e collezionistica” rilasciati dall’ASI.

La ricca sezione documentale relativa ai veicoli conservati comprende numerose informazioni tecniche e storiche, come ad esempio opuscoli illustrativi ed estratti da riviste specializzate italiane ed estere.
Oltre ai veicoli il “Garage Storico” raccoglie la documentazione illustrante le attività svolte dal Comune nel passato, che sono oggi in parte affidate a società esterne (come ad esempio la raccolta rifiuti, la gestione delle reti acqua, gas e fognatura), il tutto corredato da più di 200 foto scattate dai primi anni del ‘900 agli anni ‘90 del secolo scorso che testimoniano la costruzione di strade, acquedotti, scuole ecc..

Il ripristino dei mezzi, l’allestimento della sede, la raccolta della documentazione e la creazione del sito internet, sono curati da alcuni dipendenti del Comune, in gran parte nel tempo libero e senza ricorrere a costosi interventi esterni.

Il “Garage Storico” occupa una porzione dei fabbricati dei Magazzini comunali di via Pelosa, nel cuore operativo degli attuali reparti “Manutenzioni strade e pubblica illuminazione” e “Manutenzione immobili” del Comune ed è visitabile su appuntamento.

E’ possibile visitare anche virtualmente il “Garage Storico” attraverso il relativo sito internet, recentemente presentato, in continuo aggiornamento e che contiene informazioni e curiosità rivolte agli appassionati di mezzi storici.

Collezione Luigi Amoretti

Quando piccolo è bello

A volte le grandi passioni nascono da un film, com’è capitato al veneto Luigi Amoretti che si è innamorato delle piccole Morgan guardando il film ‘Hollywood party’ con Peter Sellers. L’attore sfrecciava con quel curioso mezzo per le vie di Londra. Al film seguì la lettura approfondita di riviste inglesi. E’ stato così che Amoretti ha iniziato a correre avanti e indietro per l’Inghilterra per acquistarne una, e poi un’altra, e poi un’altra ancora, fino a raggiungere la rispettabile quota di sette Morgan ‘Three Wheeler’, alle quali si sono poi aggiunte altre piccole vetture come la Isetta prodotta in Italia del 1953, la Messerschmitt KR200 DEL 58, la Roquette del 1890, la Fundamobil del 1950 e la Velorex del 1951. Della collezione Amoretti fa parte anche una BMW Dixi Sport del 1928 recuperata ai confini con la Russia, della quale esistono solo pochi esemplari al mondo. A queste, sono state col tempo affiancate anche diverse Moto Guzzi, tra le quali i modelli Sport 13, 14 e 15, il V 500 bitubo, oltre ad una collezione di Laverda con la prestigiosa SFC superfreno Corsa, una Formula 500 più varie SF 750 e 1000 a tre cilindri. Da vedere anche alcune Maserati e la Ferrari 550 Maranello appartenuta a Luca Badoer.

Collezione Franchini

Duecento moto per capire da dove veniamo

Gino Franchini vive in Valpolicella, vicino a Verona, dove si coltivano uve pregiate per fare vini preziosi. Non meno preziose sono le sue moto, più di 200, raccolte e conservate con cura in un ampio salone grazie all’aiuto dei figli Matteo e Luca. Oltre a pezzi molto rari come Casali 1922, Derad 1925, Motobecane 1926 e Peugeot 1930, ci sono tutte le moto italiane che, dalla fine degli Anni Quaranta, permisero all’Italia di motorizzarsi, accorciare le distanze, favorire spostamenti, scambi e commerci. Molte le schede tecniche che aiutano a comprendere la storia dei vari modelli e a calarsi nella realtà della loro epoca. Una sensibilità particolare è stata quella di indicare, vicino al prezzo di alcune moto, anche la dimensione sociale che gli italiani vivevano quando quella moto veniva venduta e commercializzata. Così, ad esempio, nella scheda descrittiva della Guzzi Falcone 500 cc. si legge che nel 1961 questa moto veniva venduta a 419 mila lire, un operaio ne guadagnava mediamente 47 mila, il caffè costava 50 lire, un quotidiano 30 lire e un litro di benzina 120. Le imprese aiutano a capire il personaggio: per festeggiare i 70 anni Gino Franchini è andato a Capo Nord su un’Honda 800 dopo aver attraversato in lungo e in largo i destri di Libia, Tunisia e Algeria. La sua collezione, che raccoglie anche memorabilia, foto, souvenirs, depliant e molto altro, è meta di molti raduni motociclistici che oltre a ridenti paesaggi cercano radici storiche.

Jonathan Collection Aerei Storici

Il fascino antico dei pionieri del cielo

La ‘Jonathan Collection’, presieduta da Giancarlo Zanardo, è un museo dinamico che fa rivivere -volando- le repliche di aerei costruiti nel periodo pionieristico dell’aviazione. La sede è presso il Campo di volo Francesco Baracca a Nervesa della Battaglia in provincia di Treviso. Com’è noto Baracca fu l’asso dell’aviazione italiana nella guerra mondiale 1915-1918 durante la quale gli vennero attribuiti trentaquattro abbattimenti di aerei nemici. Il suo Spad fu abbattuto da un aereo austro-ungarico nel giugno del 1918, cinque mesi prima della fine del conflitto. Insignito della medaglia d’oro al valor militare, Baracca è ricordato anche per lo stemma della sua famiglia, il Cavallino Rampante, che divenne il simbolo della Scuderia Ferrari. Il museo-aeroporto ‘Jonathan Collection’ è situato nella valle del Piave, ai piedi del Montello, territorio che fu teatro di sanguinose battaglie aeree durante la Prima Guerra Mondiale.  I vari velivoli, come Caproni, Bleriot, Sopwith Camel, sono visibili nei fine settimana, ma anche in altri giorni, per gruppi di almeno 15 persone. Notevole anche la grande area circostante, che ben si presta per l’organizzazione di raduni di veicoli storici, manifestazioni e meeting con possibili esibizioni in volo.

Galleria Storica Vigili del Fuoco

Fiamme di passione in Valchiavenna
Sondrio

Il museo è stato aperto nel 2006 e su una superficie espositiva di 830 mq si possono vedere veicoli antincendio e attrezzature di soccorso appartenuti al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e alle organizzazioni pompieristiche antecedenti, riferite a un arco temporale che va dalla seconda metà del XIX secolo agli anni Settanta del XX secolo. Vi si trovano esposti sedici veicoli a motore fra autopompe, mezzi fuoristrada, nove motopompe, sette carri a trazione meccanica, animale o umana, una barca e molta altra attrezzatura da soccorso come autorespiratori, estintori, strumenti da taglio, uniformi e numeroso materiale documentario relativo all’attività antincendio a livello locale e nazionale.
Il pezzo più rilevante è un’autopompa FIAT Brevetti risalente al 1908/1912 che, da ricerche effettuate, dovrebbe essere l’autopompa più antica esistente in Italia ed è, come molti altri mezzi presenti al museo, perfettamente funzionante. Da ammirare, notevole e unica del suo genere, una collezione di ben 96 modelli in grande scala, che ripercorre la dotazione di attrezzature e automezzi di soccorso italiani dal medioevo ai giorni nostri.
Il museo è aperto tutti i sabati dalle 15 alle 18 da maggio a ottobre.
Possibilità di visite guidate su prenotazione.

Collezione Gianfranco Bisiccia

Auto, moto, biciclette, macchine agricole e attrezzi e manufatti utilizzati nell’agricoltura e nell’artigianato. Quella di Gianfranco Bisiccia è una collezione che racconta storia e tradizioni. Una raccolta che è frutto di 50 anni di attenzione verso il passato. La cura che il suo ideatore ha avuto per le cose che sono state utilizzate dall’uomo per coltivare la terra è stata tale da averlo spinto a raccogliere quanto non veniva più utilizzato dopo l’avvento dei macchinari a motore.
La collezione si compone di attrezzature e macchine agricole in uso nell’800 e 900 nelle campagne
per lo più dell’Italia Centrale e vanno dalle più piccole falci, zappe e coltelli alle più grandi trebbiatrici, sgranatrici e sgusciatrici e sfavatrici.
Le vecchie attrezzature agricole presenti nella collezione sono testimoni di tutto ciò che durante tutta l’attività agricola stagionale, poteva essere utilizzato per lo svolgimento delle varie fasi culturali. Non possono pertanto mancare: macchine semoventi e trattori, macchine operatrici per l’aratura, l’estirpatura, l’erpicatura, la semina, l’ archiatura, e la raccolta. C’è anche quello che veniva utilizzato nel vigneto e nella cantina, nella stalla e nel bosco.
Come detto all’inizio, completano la collezione auto, moto e biciclette degli anni ’20, ’30, ’50 e ’60.
La collezione non ha la presunzione di essere esauriente per quanto concerne il mondo contadino
ed artigiano delle Marche, ma rappresenta un significativo contributo alla conoscenza di quelle
realtà ormai perdute ed un invito a riviverle con emozione e spirito di riconoscenza.
Da anni sono Bisiccia è alla ricerca di Enti o istituzioni che possano mettere a disposizione locali idonei per la realizzazione di un museo pubblico dove tutto il materiale possa essere visibile dal pubblico, degli storici e delle scuole, che possono usufruire anche di una adeguata documentazione
storica. Si ricorda che l’intera collezione è supportata da un’opera libraria composta da 10 volumi, raccolti in tre cofanetti, per un totale di circa 4.000 pagine, che illustrano con foto, dati tecnici e notizie varie ogni elemento della collezione. Questi libri sono stati editi dall’Asi Service nel 2013 e sono acquistabili compilando l’apposito modulo su “La Manovella”.

Collezione Tardioli

I mezzi che aiutano la terra a germogliare 

Vicino Assisi, terra di San Francesco e Santa Chiara, meta turistica rinomata nel mondo per la bellezza del territorio a forte vocazione agricola, la famiglia Tardioli gestisce dal 1955 nel comune di Bastia Umbra una nota struttura turistica, a pochi chilometri dalla terra del Santo patrono d’Italia, rimanendo tuttavia profondamente legata alle proprie radici agricole. Qui ha allestito una raccolta di macchine agricole storiche ed ogni anno realizza una rievocazione dei mestieri agricoli, dalla mietitura alla trebbiatura ed aratura, con la partecipazione di numerosi appassionati.

La collezione è composta da una cinquantina di mezzi, tutti restaurati, funzionanti e certificati ASI, tra cui trebbiatrici a fermo, locomobili a testacalda, trattori a petrolio, diesel dagli anni ’20 del Novecento fino ai primi anni ’70. Sono presenti vari esemplari del marchio OM, dal locomobile degli anni ’20 ai diesel  35 – 45- 50 – 513  degli anni ’50.

La serie dei mitici Landini a testacalda dal L 25 al SuperLandini, Fiat a petrolio e diesel, Fordson a petrolio che erano i trattori della famiglia Tardioli.

Museo della Bicicletta

Il fascino delle corse ciclistiche di un tempo fa venire in mente le epoche eroiche di Fausto Coppi e Gino Bartali, fatte anche di salite infinite da percorrere sullo sterrato. A fare da corollario alle epiche sfide tra i miti del ciclismo c’è la “carovana”, costituita dalle vetture d’assistenza dei corridori e i veicoli pubblicitari.

A rievocare il fascino delle corse di un tempo provvede ogni anno il Club Ruote d’Epoca in Valbormida organizzando la rievocazione del circuito di Cosseria. Un evento che è stato ben descritto su “La Manovella” dell’ottobre 2012.

Ma come conservare la memoria storica delle corse ciclistiche? A far nascere l’idea di raccogliere un bel po’ di biciclette è stato il ritrovamento nella metà degli anni ‘90 di molte due ruote da corsa degli anni’30. La scoperta del “tesoro” ha portato alla creazione del Museo della Bicicletta di Cosseria, prezioso scrigno nel quale è custodita parte della storia del ciclismo.

Per gli appassionati di questo sport una visita a questa struttura è obbligatoria.

Il piccolo comune della Val Bormida ha contribuito a valorizzare questa storia destinando al museo degli spazi nel centro del paese. Così antichi tesori come il velocipede del 1868 “Egal de Michaux” o la Rudge “Gran Bi” del 1881 sono visibili a tutti.

Interessante, per quanto riguarda l’evoluzione della bicicletta moderna, è la francese Clement del 1890, con telaio “a quadro”, il pignone fisso e la catena a maglie piene. Con una bici simile Charles Terrot ha corso nel 1891 la Parigi-Brest-Parigi (1.200 km) a 16,140 km/h di media. C’ è anche la Cycle Omega “Acatene” del 1899, bici priva di catena. La trasmissione del moto avviene tramite un albero inserito nel fodero posteriore. Altra curiosità di questo mezzo è il “freno invisibile”, con comando all’interno del cannotto dello sterzo. Una particolarità dovuta non a motivi estetici ma alla necessità di dotare la bici di un freno non visibile per poter dare la possibilità al proprietario di vantarsi dell’assenza di un sistema frenante. Queste sono solo alcuni dei gioielli custoditi in questa bella struttura, punto di riferimento per la storia della bicicletta in Italia. Interessante anche la pubblicazione “La bici d’epoca”, utile libro per gli appassionati.

Museo della “500” Dante Giacosa

Il Museo è nato a Garlenda, sede del Fiat 500 Club Italia, per diffondere il mito della 500 storica,diventata ormai un fenomeno sociale, culturale e di costume.

La 500 è infatti l’auto che ha traghettato l’Italia del dopoguerra verso la modernità. Gli anni in cui venne prodotta la 500 coincidono, in modo significativo, con un periodo centrale della storia economica e sociale della nostra nazione. Diciotto anni, dal ‘57 al ‘75, che hanno cambiato radicalmente il volto del Paese. Per la prima volta le famiglie avevano l’opportunità di spostarsi dalle città per gite di piacere al mare e in campagna; le donne, sempre più protagoniste della società, avevano un mezzo facile e maneggevole per fare la spesa, portare i figli a scuola e per recarsi al lavoro; per i giovani la 500 assumeva il significato di libertà e divertimento. Si trattava di un’auto alla quale, anche grazie alle sue linee simpatiche, si ci affezionava facilmente, tanto da essere conservata in famiglia per decenni e spesso tramandata di padre in figlio fino ai nostri giorni.

Il Museo “Dante Giacosa” è l’unico al mondo ad avere i video storici dell’Istituto Luce e della Fiat, interviste a personaggio famosi, documentazioni storiche e attuali sulla 500, incluse le numerose attività legate ad essa. Oltre 100 ore di contenuto video per soddisfare tutte le curiosità sul mitico cinquino: un inestimabile patrimonio documentaristico disponibile per tutti i visitatori consultando i 2 touch screen. La numerose sale contengono moltissimi elementi utili per capire l’importanta di questa vettura, con approfondimenti in grado di soddisfare ogni curiosità sulla mitica utilitaria torinese.

Al termine della visita al Museo, si può curiosare nel nuovissimo 500 Shop, dove è possibile acquistare gadget, abbigliamento, libri, DVD e modellini, tutti firmati 500 Club Italia, per portare a casa un ricordo del “viaggio nel tempo” fatto a Garlenda.