Museo della ferrovia Ceva-Ormea

La linea inaugurata a fine Ottocento

Dal mese di ottobre 2011 grazie alla collaborazione congiunta tra Comune di Nucetto, Museo Ferroviario Piemontese e Rete Ferroviaria Italiana, è stato allestito il Museo della linea ferroviaria Ceva-Ormea. È dedicato ad un percorso storico che ripercorre tutte le tappe dalla sua controversa nascita, al passaggio alla alimentazione elettrica trifase della linea, fino alla sua riconversione moderna. Un’opera di rilevanza culturale e storica, volta a valorizzare questa ferrovia, inaugurata nel 1893 con l’intento di collegare direttamente alla costa ligure di Oneglia l’entroterra dell’Alto Monregalese e della Val Tanaro, attraverso una nuova linea di valico lungo il Col di Nava, che purtroppo non vide mai la luce, lasciando come capolinea l’attuale stazione di Ormea, all’epoca importante capoluogo termale e di villeggiatura montana. Documenti storici e pannelli raccontano un mondo ormai dimenticato. All’esterno è stato ricostruito un tratto di binari. Pezzo forte dell’esposizione è l’ottocentesco carro coperto a cassa in legno H 509 appartenuto alle SFT (Strade Ferrate Ticinesi), messo a disposizione dal Museo Ferroviario Piemontese. Il Museo è visitabile previo appuntamento telefonico.

Museo Ferroviario di Robilante (CN)

Rievoca la celebre ferrovia Cuneo-Nizza con cimeli, passaggi a livello, foto d’epoca. Una sala apposita è dedicata a locomotori e carrozze con arredi. Notevoli reperti di apparati di manovra e segnalazioni. Grande plastico su tre livelli ed ampia documentazione storica con fornita biblioteca.

Museo Ferroviario Piemontese

L’associazione che ha realizzato questo museo è stata costituita nel 1978 con una specifica Legge regionale.

Il Museo è a Savigliano, cittadina collegata con Torino anche grazie alla ferrovia inaugurata il 13 marzo 1853 alla presenza di Re Vittorio Emanuele II. In quel periodo è anche stato costruito un opificio per la produzione di materiale rotabile e oggi sede dell’azienda che ha prodotto una parte dei treni AGV Italo. Un sito produttivo che può vantare 150 anni di costruzione di treni. Oltre a questa caratteristica, l’area ha anche una buona posizione logistica, essendo tra le linee Torino-Savona e Savigliano-Saluzzo.

Il progetto della struttura è stato anche favorito da istituzioni private e pubbliche della cittadina piemontese: il terreno è stato messo a disposizione, gratuitamente, dal Comune di Savigliano. Enti e banche locali, Cassa di Risparmio di Savigliano in primis , hanno concorso al finanziamento della prima fase dell’opera.

A differenza di altri musei esistenti in Italia, dove locomotive e rotabili vengono solo esposti staticamente, e solo l’immaginazione dei visitatori può ancora vederli in attività, il Museo è molto dinamico: le locomotive funzionanti sono grado di percorrere le linee piemontesi. La struttura del Museo è costituita da un edificio multifunzionale (con al suo interno una sala espositiva, la biblioteca, la sala congressi, gli uffici e i servizi vari).

La collezione comprende locomotive (vapore, elettriche e diesel), automotrici (termiche e elettriche) veicoli per treni viaggiatori (carrozze, bagagliai e postali, furgoni e veicoli diversi. Veicoli per treni merci e speciali: carri e veicoli speciali). Notevole la quantità di materiale accumulato: la biblioteca del Museo Ferroviario Piemontese custodisce oltre 2400 fra libri e riviste sull’argomento ferroviario, sia tecnico che divulgativo, riguardanti soprattutto la rete ferroviaria italiana e piemontese. Non mancano, però, trattazioni intorno alle più importanti reti estere, e neppure è trascurata la sezione tramviaria.

Museo ferroviario di Suno

Ospitato nella stazione ferroviaria Suno, questa realtà è il frutto della passione di un gruppo di Ferroamatori e Fermodellisti. Dopo molti anni di pratiche burocratiche, tanto impegno e nuovi volontari, finalmente il 25 Aprile 2013 apre le sue porte al pubblico. Il Museo Ferroviario di Suno è prevalentemente storico e conta al suo interno numerosi reperti come lampade, divise, cappelli e documenti. Presenti anche numerosi modelli e diorami. Plastico in allestimento.

Museo Ferroviario di Primolano

Il sito museale sorge nella vecchi rimessa locomotive di Primolano (Vicenza), dove sono conservati un treno a vapore composto dalla locomotiva a vapore 880.051 (funzionante e in ordine di marcia) e un treno completo di carrozze e carri merci, oltre ad altri rotabili e locomotori presenti nel sito. La Rimessa Locomotive di Primolano è la sede operativa di questo Museo, ottenuta in comodato d’uso da Rete Ferroviaria Italiana nel 2009 dopo 25 anni di inattività: l’area comprende anche il fascio binari, l’edificio della Rimessa a due vie, la piattaforma girevole e il piano caricatore a nord dei binari di corsa. Pezzo forte è la vaporiera 880001 restaurata dall’Officina Lucato Termica di Castelletto Monferrato. Inviata in Piemonte nel novembre 2014, la centenaria locomotiva della Breda costruita nel 1916, è stata sottoposta alla completa revisione della caldaia e delle parti meccaniche  oltre alla ricostruzione e sostituzione di pezzi ammalorati e non più funzionanti. Per assicurare la piena godibilità turistica di questo treno, il convoglio dovrebbe essere immatricolato e messo in esercizio per collegare Valsugana e Valbrenta, da Primolano verso Bassano del Grappa e Pergine, con due carrozze d’epoca (anni Trenta e anni Cinquanta), già delle FS e la possibilità di agganciare uno o due carri merci atti al trasporto di bici per cicloturisti. Ma attualmente tale servizio non è disponibile perché manca un’impresa ferroviaria che possa immatricolare i mezzi per farli viaggiare sotto il proprio sistema di sicurezza. Al momento il tutto è visitabile come sede museale ed i mezzi, in alcune occasioni, percorrono brevi tratti all’interno dei binari del museo.

 

Museo Ferrovie della Sardegna

Il Museo delle Ferrovie della Sardegna è un museo ferroviario situato a Monserrato, nei pressi della locale stazione ferroviaria e dei depositi ferroviari dell’ARST. Inaugurato il 12 dicembre 1996 su iniziativa dell’Ente sardo industrie turistiche (ESIT), è dotato di una superficie espositiva di circa 1000 , e contiene numerosi reperti relativi alla storia delle ferrovie secondarie in Sardegna. Il museo è suddiviso per aree: la prima comprende una sezione dedicata al materiale relativo alla fase di costruzione delle linee ferroviarie a scartamento ridotto della Sardegna. Una seconda area è dedicata al lavoro, agli utensili e ai macchinari impiegati nelle officine, mentre un’altra riguarda il funzionamento delle stazioni d’epoca, con le attrezzature utilizzate dai capistazione, oltre ai quadri orari e altra documentazione affine. Una quarta sezione riguarda l’area in cui è ospitato il materiale rotabile storico del museo: qui oltre a progetti, parti di vecchi rotabili e altro materiale, sono custodite le locomotive a vapore Winterthur 43 Goito del 1893 e Reggiane FCS 402 del 1931, oltre ad alcune carrozze d’epoca (tra cui le Bauchiero del 1911), utilizzate anche dai convogli storici del Trenino Verde. Proprio per questo motivo gli edifici del museo sono collegati al fascio binari del piazzale depositi della stazione.

Museo delle Industrie e del Lavoro

L’area espositiva è interamente dedicata al tema dei trasporti ferroviari rappresentati dai veicoli storici del parco delle Ferrovie Nord, che a Saronno, vicino a Varese, hanno lo snodo più importante della loro rete. Accoglie i visitatori una storica tettoia Liberty, posta in origine all’ingresso della stazione di Saronno, dove faceva capo la prima tratta ferroviaria che partiva da Milano, inaugurata il 22 Marzo1879. Evento questo fondamentale che contribuì in modo determinante ad accelerare lo sviluppo industriale locale. Una carrozza d’epoca di 1°e 2° classe con i rossi velluti antichi, posta sotto la tettoia, è destinata all’accoglienza delle scolaresche per l’introduzione alla visita guidata ed ai successivi momenti di approfondimento dei diversi spunti forniti dalla visita. Vi sono esposti oltre che alcuni carri merci e veicoli di servizio anche il primo locomotore elettrico (1928) e una delle prime elettromotrici che con l’adiacente carrozza pilota formavano i primi convogli bidirezionali (1929).

Museo dei Trasporti Ogliari

Locomotive, tram, funicolari, carri e carrozze

A Volandia è annesso il Museo dei Trasporti Ogliari, una grandiosa collezione di tram, locomotive, funicolari, carri e carrozze un tempo di proprietà di Francesco Ogliari, avvocato e docente di Storia dei Trasporti. Fra le sue molte opere, lasciate in eredità, c’era il Museo Europeo dei Trasporti di Ranco (VA), sito sul lago Maggiore nei pressi della sua abitazione. Alla sua morte la famiglia ha donato la collezione Ogliari a Volandia. Tra i rotabili più interessanti presenti nello spazio espositivo esterno, le locomotive elettriche E.626 ed E.554 provenienti dalle Ferrovie dello Stato, la locomotiva a vapore CCFR 8 del Consorzio Cooperativo delle Ferrovie Reggiane (costruita da OMI Reggiane, azienda poi confluita nel gruppo Caproni), la locomotiva tramviaria a vapore N°4, rodiggio 0-2-0 della CNTC Rete Parmense, costruita da Breda nel 1892; completano l’esposizione alcune pregevoli vetture tramviarie provenienti dalla rete dell’ATM di Milano (tra cui l’unico, preziosissimo esemplare conservato di vettura tipo Edison) e molte vetture passeggeri, bagagliai e carri merci. Da segnalare anche diversi autobus e corriere che completano il percorso espositivo.

 

Museo della Stazione

La stazione museo di Tempio è una stazione ferroviaria al servizio del comune di Tempio Pausania, posta lungo la ferrovia Sassari-Tempio-Palau, utilizzata per i servizi turistici legati al Trenino Verde.  Nell’officina di stazione sono conservati rotabili storici e antichi macchinari d’officina, visitabili su richiesta. La stazione di Tempio Pausania è contemporanea della tardiva inaugurazione della ferrovia Sassari-Tempio risalente al 1931. Basato sul tradizionale modello della stazione di transito che rivolge il fronte principale all’abitato e si colloca parallelamente ai binari, l’edificio ha un prospetto scandito simmetricamente da cornici e aperture in perfetta corrispondenza con quello verso la strada ferrata, completato da una bella pensilina in ferro. La cura dei dettagli è evidente nell’uso dei mattoni in contrasto con l’intonaco e le parti strutturali in granito, nei dipinti delle lunette e nelle fasce geometriche che sottolineano le pareti, nelle scritte di servizio, negli arredi purtroppo non integralmente conservati.  È particolarmente importante la parte decorativa di Giuseppe Biasi, che eseguì le pitture per l’interno tra il settembre e l’ottobre 1931. I dipinti, in parte perduti, rappresentano scene di vita campestre, destinate alle pareti dell’atrio e a momenti di vita quotidiana per la sala d’aspetto di prima classe: tutti sono caratterizzati da ampie stesure di colore, sia cupo, sia vivace e brillante.