Museo macchine a vapore Franco Risi

I colossi del Primo Novecento

 

L’esposizione è costituita da motori fissi, locomobili e locomotive stradali databili tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, impiegati per la trebbiatura del grano, l’aratura del terreno e la bonifica di terre paludose. Notevoli le realizzazioni Fowler, Marshall Sons & C. o Nichols & Sheppard, le locomobili Hofer SchrantzRichard Garret ed ancora Marshall o ancora il rullo compressore stradale Ruston Proctor, tutti restaurati da Franco Risi che dal 1980 iniziò a collezionare locomotive acquistandole in Italia e all’estero. Da questo colossale impegno è nato un vero e proprio museo della macchina a vapore, aperto a tutti, con mezzi perfettamente funzionanti. Esposta anche la locomotiva a vapore per binari a scartamento ridotto prodotta nel 1909 a Berlino in Germania per il trasporto di materiali in miniere, successivamente utilizzata nell’ambito della bonifica emiliano-romagnola. Di più contenuta dimensione, ma non meno interessanti, sono alcune locomobili da montagna, piccole macchine a vapore, in grado di essere trasportate anche in zone montuose. In particolare il modello realizzato nel 1912 a Bologna dalla ditta Italo Svizzera, del peso di 1,5 tonnellate con una pressione di esercizio di 7 bar.

Museo ferroviario di Bronte

Nel 2016 nel deposito locomotive della Stazione di Bron­te è stato inaugu­rato dalla Ferrovia Cir­cum­et­nea uno spazio espositivo dei suoi ro­ta­bili storici. Un piccolo museo con locomotive e littorine pro­prio per rievocare la storia di questa Ferrovia e raccon­ta­re anche un pezzo di storia della zona Etnea. Ci sono le automotrici, dette «littorine» che per decenni hanno portato su e giù dall’Etna mi­lioni di pen­dolari e c’è la storica locomotiva a vapore del 1895, la N. 10 «Mascali» ribattezzata dai viaggia­tori “a Caffit­te­ra”, che ha trainato carri e vagoni con merci di tutti i tipi: legname pregiato e tra­versine ferroviarie lavorate nella seghe­ria della Ducea Nelson e tonnellate di pistacchi e mandorle, frutta, ortaggi, vini, prodotti  nelle verdi vallate dell’Etna e spe­diti a Catania o a Giarre per essere vendute nei mer­cati dell’isola o imbarcate verso rotte lon­tane. Non c’è possibilità di prenotare, né di telefonare preventivamente. Occorre recarsi in loco e chiedere al capostazione (compatibilmente coi suoi impegni) di poter effettuare una visita.

Associazione Treno Museo

Treno Museo dell’Arte Mineraria, Civiltà Contadina, Ferroviaria e dell’Emigrazione.

Gran parte degli oggetti custoditi presso il Treno Museo di Villarosa sono stati meticolosamente recuperati e restaurati in prima persona dal Capo Stazione, nonchè presidente, Primo David, al quale va il merito di aver allestito un vero e proprio museo all’interno di un treno (unico nel suo stile in Europa), trasformando di fatto un luogo di oblìo in un luogo di memoria per non scordare il dolore e la sofferenza dell’emigrazione, oltre alle atrocità della deportazione durante la Seconda Guerra Mondiale. A tal proposito, i vagoni merci allestiti a Museo, viaggiavano in composizione ad un treno che veniva usato dai nazisti nel 1943 per deportare gli ebrei da Roma a Trieste, presso la Risiera di San Saba, che fu l’unico campo di concentramento in Italia con annessi forni crematori, oggi monumento nazionale. La catalogazione di tutto il materiale museale è stata effettuata dalla  Sovrintendenza ai Beni Culturali di Enna, Sezione Etnoantropologica.

Museo ferroviario della Puglia

L’A.I.S.A.F. Onlus e l’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Lecce, d’intesa con il Settore Attività Museale e Cultura Storica Ferroviaria delle FS, nel 1999 promuovono la realizzazione di una struttura museale ferroviaria a Lecce, come strumento di valorizzazione dell’area urbana e del territorio provinciale e regionale, grazie alle potenzialità culturali e di richiamo turistico di una iniziativa di questo tipo. I musei dei trasporti, e ferroviari in particolare, sono diffusi e apprezzati in tutto il mondo, ma costituiscono una rarità in Italia, in particolare nel Meridione (dove esiste solo il Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa, presso Napoli). L’ubicazione a Lecce di un Museo Ferroviario assume particolare significato per la presenza della più estesa rete ferroviaria concessa d’Italia (le Ferrovie del Sud Est), ricca di notevoli peculiarità testimoniabili con la conservazione di vecchi rotabili ancora esistenti e adatta a un nuovo uso turistico e didattico per cui il museo potrà essere valido punto di riferimento.
La sede individuata per il Museo è stata fin dal primo momento la ex Squadra Rialzo di Lecce, situata in Stazione sul lato opposto al fabbricato viaggiatori e costituita da due strutture affiancate, con accesso da Via Giuseppe Codacci Pisanelli e con binari ancora raccordati alla rete FS (poi RFI).

Museo ferroviario Galileo Nesti

L’Associazione Ferrovieri ”Galileo Nesti” nasce a Signa per realizzare e gestire un originale esposizione di oggetti, foto e documenti d’epoca provenienti dal “vecchio mondo ferroviario”, con annessa biblioteca che tratta ampiamente gli argomenti in parola. L’esposizione di oggettistica dedicata a Galileo Nesti, primo presidente dell’associazione, raccoglie vecchi oggetti delle Ferrovie dello Stato riguardanti il periodo che va dall’800 a tutto il ‘900. Si trova a Signa nei locali ubicati sul primo marciapiede dell’ex stazione e concessi in comodato al Comune dopo la trasformazione in fermata dell’impianto. Raccoglie autentici reperti ed apparati di sicurezza dismessi, veri cimeli di forte interesse storico e tecnico-industriale, retaggio di quella preziosa ed affascinante storia dei treni e delle ferrovie in oltre 150 anni di attività. Particolare nel suo genere, l’esposizione è stata realizzata grazie all’interesse delle istituzioni locali ed all’esperienza e conoscenza del mondo ferroviario di persone che si sono dedicate con passione al paziente lavoro di raccolta e custodia del materiale in disuso, altrimenti destinato alla distruzione, in buona parte ripristinato nelle primitive forme e restituito alle sue antiche funzioni con il fine di valorizzare e divulgare quel patrimonio tecnologico-culturale insito nella storia delle ferrovie.

Museo Nazionale Ferroviario di Napoli Pietrarsa

Vicino a Napoli e precisamente a Traversa Pietrarsa, si trova il museo ferroviario di Pietrarsa, inaugurato il 7 ottobre 1989, per i 150 anni delle ferrovie italiane. L’esposizione del museo è articolata in diversi padiglioni e settori e vi sono esposti diversi mezzi rari e funzionanti. La sede museale è quanto mai appropriata, essendo questo il Reale Opificio Meccanico Pirotecnico e per le Locomotive, nato per volere di Ferdinando II, in un’area prima chiamata “Pietra Bianca” e in seguito “Pietrarsa” dopo un’eruzione del Vesuvio che aveva portato la lava fino a quel punto della costa. Il museo si sviluppa in un’area di 36mila metri quadrati, di cui 14mila coperti, un viaggio nel tempo fra le locomotive e i treni che hanno unito l’Italia dal 1839 fino ai giorni nostri. Ne è un esempio la locomotiva Bayard del 1839, insieme a molte altre possenti locomotive a vapore, fino ad arrivare ai locomotori con trazione elettrica trifase dell’inizio del ventesimo secolo.

Proseguendo per i vari padiglioni si trovano poi le carrozze e automotrici. Fra tutte, risalta la carrozza n. 10 del Treno Presidenziale, costruita dalla Fiat nel 1928 per il treno reale.

Uno dei padiglioni del museo, è denominato “la Cattedrale” per la particolarità e grandiosità degli archi, che conferiscono all’ambiente una maestosità senza pari. All’interno sono conservati numerosi modelli di rotabili, plastici e oggetti di grande interesse. Vi trovano posto anche le antiche rotaie a doppio fungo, poggianti sui dadi di pietra lavica che erano impiegati sulle antiche ferrovie prima che venissero adottate le più moderne traversine.
La maestosità e la semplicità dell’allestimento unite al fascino dei mezzi storici e alla invidiabile cornice del Vesuvio e del mare, fanno di questo museo un luogo di attrazione per gli appassionati.

Museo Ricordi Ferroviari Cremonesi

Ripercorre la storia delle ferrovie cremonesi dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri. Realizzato dai soci del Dopo Lavoro Ferroviario sul piazzale della stazione, espone materiale proveniente dall’ archivio dell’associazione e da donazioni private, da depositi e magazzini. Pezzo forte è la bandiera sabauda utilizzata nell’inaugurazione dell’ampliamento della stazione nel 1928. Alle pareti, applique originali d’epoca provenienti da sale d’aspetto e una cassaforte della seconda metà dell’Ottocento della Società Ferrovie dell’Alta Italia, proveniente da Colorno. Il pannello espositivo della seconda sala, su cui sono appese le foto storiche, è concepito come il fianco di una carrozza ferroviaria, diviso in fasce di diversi colori a seconda dell’epoca cui si riferiscono le fotografie: verde fino al 1905, castano fino al 1967 e grigio ardesia per gli anni successivi. Da qui, varcata la soglia, inizia il viaggio della memoria tra convogli passeggeri, treni a vapore, trazioni di treni diesel ed elettrici, binari e traversine, vecchi telefoni da campo, biglietterie e antiche macchine obliteratrici. Non mancano ricordi di vecchie stazioni, sedili di legno con reggibagagli in ottone, reti e velluti, segnali, fischi e scambi, ticchettii di vecchi tachigrafi. E gli immancabili trenini elettrici.

Museo Ferroviario Piemontese

L’associazione che ha realizzato questo museo è stata costituita nel 1978 con una specifica Legge regionale.

Il Museo è a Savigliano, cittadina collegata con Torino anche grazie alla ferrovia inaugurata il 13 marzo 1853 alla presenza di Re Vittorio Emanuele II. In quel periodo è anche stato costruito un opificio per la produzione di materiale rotabile e oggi sede dell’azienda che ha prodotto una parte dei treni AGV Italo. Un sito produttivo che può vantare 150 anni di costruzione di treni. Oltre a questa caratteristica, l’area ha anche una buona posizione logistica, essendo tra le linee Torino-Savona e Savigliano-Saluzzo.

Il progetto della struttura è stato anche favorito da istituzioni private e pubbliche della cittadina piemontese: il terreno è stato messo a disposizione, gratuitamente, dal Comune di Savigliano. Enti e banche locali, Cassa di Risparmio di Savigliano in primis , hanno concorso al finanziamento della prima fase dell’opera.

A differenza di altri musei esistenti in Italia, dove locomotive e rotabili vengono solo esposti staticamente, e solo l’immaginazione dei visitatori può ancora vederli in attività, il Museo è molto dinamico: le locomotive funzionanti sono grado di percorrere le linee piemontesi. La struttura del Museo è costituita da un edificio multifunzionale (con al suo interno una sala espositiva, la biblioteca, la sala congressi, gli uffici e i servizi vari).

La collezione comprende locomotive (vapore, elettriche e diesel), automotrici (termiche e elettriche) veicoli per treni viaggiatori (carrozze, bagagliai e postali, furgoni e veicoli diversi. Veicoli per treni merci e speciali: carri e veicoli speciali). Notevole la quantità di materiale accumulato: la biblioteca del Museo Ferroviario Piemontese custodisce oltre 2400 fra libri e riviste sull’argomento ferroviario, sia tecnico che divulgativo, riguardanti soprattutto la rete ferroviaria italiana e piemontese. Non mancano, però, trattazioni intorno alle più importanti reti estere, e neppure è trascurata la sezione tramviaria.

Museo ferroviario di Suno

Ospitato nella stazione ferroviaria Suno, questa realtà è il frutto della passione di un gruppo di Ferroamatori e Fermodellisti. Dopo molti anni di pratiche burocratiche, tanto impegno e nuovi volontari, finalmente il 25 Aprile 2013 apre le sue porte al pubblico. Il Museo Ferroviario di Suno è prevalentemente storico e conta al suo interno numerosi reperti come lampade, divise, cappelli e documenti. Presenti anche numerosi modelli e diorami. Plastico in allestimento.