Da vedere: 150 trattori antichi dal 1914 al 1960.
Museo della Civiltà Contadina
Realizzato da Carlo Etenli per salvare dal degrado e dalla distruzione gli oggetti dell’attività rurale.
Presenti trattori, moto, scooter, ciclomotori, bici, tutti conservati allo stato d’uso. Notevoli i primi macchinari a vapore utilizzati nelle campagne venete nell’attività contadina. Nel seminterrato oltre 50 trattori costruiti dal 1918 ai primi anni Cinquanta del ‘900: Landini, Lamborghini, Fiat, Fordson e molti altri.
Obiettivo dichiarato del Museo è trasmettere alle giovani generazioni il duro lavoro gli stenti affrontati dai loro nonni, la conoscenza dei lavori agricoli, il legame con le stagioni, il valore di ogni oggetto, che, una volta esaurita la sua funzione, non veniva gettato via, come capita oggi, ma riadattato ad altri usi.
Dopo la seconda guerra mondiale, a partire dagli anni Cinquanta, la nostra società si è rapidamente trasformata, passando da agricola a industriale, per divenire infine società del terziario. Il progresso tecnologico ha imposto cambiamenti di vita sempre più veloci. Il benessere economico iniziato negli anni Sessanta ha creato nuovi bisogni che, se per molti aspetti hanno velocizzato la vita e certamente alleviato la fatica dell’uomo, per altri hanno ridotto comunitaria, il gusto della conversazione, gli incontri, la trasmissione di memorie orali.
Questo museo ci riporta alla vita del Novecento grazie agli oggetti, i mezzi, gli arnesi e molto altro. Ai più anziani sembrerà di ritornare nelle lontane stagioni della loro gioventù, ai più giovani aprirà prospettive di vita passata che troppo spesso, talvolta anche per pudore, vengono trascurati dai genitori nella trasmissione delle memorie di famiglia
Aperto nei fine settimana.
Collezione Melotti
Trattori amici del riso
Giuseppe Melotti è titolare della riseria omonima nella campagna scaligera e ha dedicato la vita alla coltivazione dei campi. Dunque, conosce bene il prezioso contributo dei trattori per alleviare la fatica dei contadini e migliorare la produzione. Intorno ai sessant’anni ha deciso di testimoniare con una bella raccolta di trattori e varie macchine agricole la sua riconoscenza a questi preziosi mezzi che gli hanno permesso di imporsi sul mercato come uno dei migliori produttori italiani di riso vialone nano, tipologia molto apprezzata dai buongustai. In collezione si trovano una cinquantina fra Fiat, Landini, Fordson, OM, Moline Minneapolis e molti altri. Molti di loro hanno conquistato il prezioso riconoscimento ‘Targa Oro’ ASI. Se avrete la fortuna di visitare la Collezione Melotti accompagnati dal titolare, scoprirete molti aneddoti e si aprirà un sipario sul Novecento, quando il trattore era prezioso e pochi potevano permetterselo di acquistarlo. Iniziò così l’attività dei “contoterzisti” che, a chiamata, raggiungevano le varie fattorie su appuntamento, per operazioni diverse. “La trebbiatura”, ricorda Melotti, “era festa grande perché si mangiava bene e, finito il lavoro, si andava a fare il bagno nei fossati d’irrigazione dove l’acqua scorreva pulita e fresca perché non c’era l’inquinamento”.
Collezione macchine a vapore Davide Lorenzone
Imponenti e di produzione italiana e straniera
La collezione di macchine a vapore di Davide Lorenzone, ingegnere torinese e conservatore del Museo dell’Automobile di Torino, è iniziata nel 1999 e vanta oggi una quindicina di spettacolari esemplari. Da una sua ricerca risultano oggi esistenti in Italia circa 400 macchine a vapore per uso agricolo e industriale. Solo qui sono visibili la carrozza a vapore Trinci del 1879, primo esempio di veicolo civile ad uso privato e la locomobile Giovanni Romei di Siena “N. 2”, del 1912, ad oggi l’unico modello superstite (n. 83 di matricola), in grado di sviluppare una potenza di 5 cavalli vapore a 240 giri. Queste macchine nascevano per piccoli poderi o zone collinari, ma venivano utilizzate anche in officine, frantoi e mulini. Notevoli la Breda di Milano del 1904, la Marshall del 1893, importata da Riva Monneret dall’Inghilterra, usata in un’officina meccanica a Varese e la bolognese De Morsier del 1885 costruita per il Ministero della Guerra Italiano. In collezione anche l’inglese Clayton & Shuttleworth recuperata in Uruguay, ed un trattore convertibile inglese della Aveling & Porter tipo XAC del 1907, trasformato in rullo compressore nel 1910. Suggestiva anche la raccolta di rarissimi giocattoli a vapore di fine Ottocento, prodotti da Plank, Falk e Schoenner.
CNH Industrial Village
Un grande show-room che, se non fossimo sicuri di essere nella capitale dell’auto, avrebbe grande dignità anche a Stoccarda. In strada Settimo 123 nello settembre 2011 è infatti stato inaugurato l’ Industrial Village, primo centro polivalente di CNH Industrial nel mondo, realizzato per vendere, assistere e presentare i prodotti di CNH, Iveco e FPT Industrial.
La nuova struttura si sviluppa su un’area di oltre 74 mila mq, dei quali 23 mila coperti, con un grande spazio dedicato all’esposizione di veicoli e motopropulsori. All’interno del complesso, nell’ampia showroom, è anche presente una zona che illustra le eccellenze tecnologiche e le soluzioni innovative alla base dei prodotti.
Inoltre, è stata ricavata un’area riservata alla galleria storica, che ripercorre l’evoluzione del prodotto industriale e delle aziende del Gruppo CHN Industrial a partire dai primi anni del Novecento.
In un’ampia sala sono radunati alcuni mezzi molto significativi per la storia del trasporto. Tra questi alcune autentiche rarità, come il Pavesi P4, trattore leggero d’artiglieria, costruito tra il 1911 e il 1931. Si tratta di un mezzo conservato, che è stato in servizio presso i Vigili del Fuoco.
Un angolo di ‘nostalgia’ in un luogo che celebra l’innovazione e l’eccellenza tecnologica:
è la Galleria Storica che ha sede negli ambienti polifunzionali dell’Industrial Village di IVECO GROUP, una struttura che si sviluppa su un’area di oltre 74 mila mq, con un grande spazio dedicato all’esposizione di veicoli e motopropulsori. Una celebrazione della storia della creatività tecnologica sin dagli albori in un futuristico ‘hub’ dell’innovazione, dove oggi lo sguardo è rivolto a un futuro di mobilità sempre più sostenibile.
La Galleria Storica mette in scena un racconto evocativo di atmosfere del passato, attraverso l’evoluzione della tecnologia e del design. Una collezione di mezzi industriali dai primi anni del Novecento ad oggi, che rappresentano il DNA di IVECO GROUP, il grande contributo all’economia del paese durante il sogno del villaggio industriale.
Il veicolo più anziano è del 1911, il più moderno è del 1960. Insieme a loro, sono radunati alcuni dei modelli che hanno fatto la storia del trasporto. Tra questi, alcune autentiche rarità come il versatile camioncino Fiat 15 Ter attivo come corriera, anche militare, tra il 1911 e il 1920; il potabilizzatore della Croce Rossa su autocarro Spa del 1937; un Magirus 85D10 Sirius degli anni ‘50 e gli indimenticabili camion leggeri, medi pesanti OM e Fiat.
Tutti i veicoli sono restaurati o conservati secondo i più rigorosi standard di ASI. La ricerca dell’originalità, grazie alla cospicua disponibilità di materiali d’archivio si completa con la massima cura nelle fasi di restauro per una collezione straordinariamente ricca e destinata ad ampliarsi ancora.
Tipologia e numero veicoli esposti: Veicoli militari, Antincendio, Commerciali, Costruzione, Trasporto persone (bus), Agricoli.
AGRICOLTURA
- 1954 Fiat 25 RD Trattore agricolo
- 1959 Fiat 211R evoluzione della serie 18 ‘la piccola’
ANTINCENDIO
- 1914 UNIC type m1a
- 1925 SPA25C/12
- 1973 Fiat 110NC
ADVENTURE
- 1984 Fiat Iveco Lancia – 6640 G Anfibio
- 1994 IVECO 300.30 ANW Overland
EDILIZIA
- 1969 Fiat – FL 12 B pala cingolata
MILITARE
- 1911 Fiat 15 Ter Camioncino attivo come corriera, anche militare
- 1914 Fiat 18 BL Veicolo commerciale variabile militare
- 1937 Autocarro Spa 38 Autopotabilizzatore Croce Rossa
- 1938 SPA – AS37
- 1939 SPA – 39
- 1939 Lancia 3RO Officina Campale
MOTORI
- 1938 Fiat motore multi carburante Boghetto
- 1980 IVECO 8210
TRASPORTO MERCI
- 1911 Fiat 15 Ter Camioncino attivo come corriera, anche militare
- 1914 UNIC – Type M1A Pick up
- 1950 OM Leoncino Veicolo commerciale gamma media (date divergenti)
- 1952 Fiat 682 N3 Veicolo commerciale gamma pesante
- 1958 OM – Tigre Veicolo commerciale per trasporti Asioli
- 1957 Magirus 85D10 Sirius Veicolo commerciale
- 1963 Fiat 615 N1 Veicolo commerciale gamma leggera
TRASPORTO PERSONE
- 1926 Fiat 507 F Minibus carrozzato Orlandi
- 1927 Lancia – Omicron Corriera postale
Centro Storico Fiat
É ora il Museo Nazionale dell’Automobile a gestire la riapertura e il programma di eventi e attività volte a rilanciare un luogo fondamentale per la storia dell’automobilismo e della Città di Torino, con l’obiettivo di restituire alla collettività il patrimonio che conserva.
Inaugurato nel 1963, il Centro Storico Fiat ha sede a Torino, in un edificio liberty che fu il primo ampliamento (1907) delle officine di corso Dante dove nacque l’azienda.
Fin dall’inizio è stato teatro di momenti importanti nella storia di Fiat: il primo risale al 4 maggio 1966 quando, nel salone centrale, Vittorio Valletta, una delle figure chiave nella storia ultracentenaria dell’azienda fondata dal Senatore Giovanni Agnelli, firmò l’accordo con l’URSS che portò alla costruzione di Togliattigrad.
Ora il Centro Storico ospita una collezione di automobili, cimeli, modellini e manifesti pubblicitari di artisti che copre l’intera storia dell’azienda. Dalla prima vettura, la 3½ Hp, all’impressionante “Mefistofele”, che nel 1924 batté il record mondiale assoluto di velocità. E poi ci sono il primo trattore, il Fiat 702 del 1919; l’autocarro 18BL, che motorizzò le truppe italiane nella prima guerra mondiale, la Littorina, protagonista del trasporto ferroviario a partire dagli anni Trenta e l’affascinante caccia G91, il velivolo disegnato da Giuseppe Gabrielli e poi adottato dalla NATO.
Il percorso di visita, in cui è possibile imbattersi in motori per navi, biciclette, frigoriferi e lavatrici “targati” Fiat, si snoda attraverso la ricostruzione di alcuni stabilimenti simbolo della storia aziendale e dei cambiamenti nel modo di lavorare.
Nello stesso edificio è presente anche l’archivio aziendale, consultabile su appuntamento: più di 5.000 m.l. di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, più di 6 milioni di immagini (stampe, diacolor, lastre e negativi), 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse il fondo del progettista Ing.Dante Giacosa, il “papà” delle utilitarie – la Topolino, la 600, la 500 – che hanno motorizzato l’Italia.
Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Museo Trattori Bisson
Modelli Fordson dal 1917 al 1970
Il Museo nasce dalla passione per i trattori di Gianfranco Bisson che iniziò la collezione di trattori Ford dal 1971, tutti perfettamente funzionanti e rimessi a nuovo. Il collegamento con i trattori FordSon, inizia nel 1941 con Vittorino Bisson, che da riparatore con officina meccanica sita a Campedello, divenne rivenditore autorizzato dei trattori FordSon per quasi tutta la provincia di Vicenza. Nello stesso anno nasce anche Gianfranco Bisson. L’impegno imprenditoriale di Gianfranco Bisson comincia il 9 settembre 1965. Quel giorno, improvvisamente, morì il padre Vittorino fondatore dell’azienda. Per continuare il lavoro il figlio prende subito le redini dell’azienda e riformula il contratto con la Ford che intanto introduce la serie X, con trattori estremamente innovativi. Nel 1971 la sede dell’azienda era a Campedello ed aveva una ventina di collaboratori. Gianfranco Bisson ben presto si rese conto che la vecchia sede era insufficiente e così nel 1975 fu inaugurata la nuova sede di Vancimuglio sulla statale Vicenza-Padova. Con 20.000 mq di estensione totale per la showroom, ma anche ampio spazio ai servizi di officina e ricambi. Nel museo si possono trovare trattori FordSon dal 1917 fino 1970. È possibile visitare il museo solo su prenotazione. Dal lunedì al venerdì.
Museo Orsi
Il Museo delle Macchine Agricole Orsi è ospitato in una parte di quegli stessi capannoni (ex torneria), opportunamente adattati e ristrutturati (grazie anche all’approvazione del Comune di Tortona e ai contributi della Comunità Europea), che furono le officine dell’azienda, in via Emilia . L’idea del museo è stata fortemente voluta dall’Associazione di ex operai Orsi, presieduta da Luigi, fratello dello scomparso Giuseppe.
L’area espositiva coprirà una superficie di 1800 mq, cui si aggiungeranno 500 mq. tra uffici, reception, centro di documentazione, magazzino e servizi tecnici. Qui trova posto l’esposizione dei pezzi più interessanti – alcuni anche unici – delle preziose collezioni Orsi e Berri. L’esposizione iniziale prevede 22 esemplari tra trattrici, locomobile, pressaforaggi, trebbiatrici, mietitrebbia, che documenteranno tutta la produzione della ditta Orsi dalle sue origini – primi del ‘900- alla fine degli anni ’50. La collezione comprende pezzi molto interessanti delle preziose collezioni Orsi e Berri, come il primo trattore «testa calda» della Orsi: si tratta di un esemplare unico del 1927, che è stato realizzato dal progetto della tesi di laurea al Politecnico di Torino dell’ingegner Luigi, padre di Roberto Giuseppe.
Museo Trattori Lucenti
Collezione Antonio Bugugnoli
Passione, dedizione, fatica e cuore sono stati i motori trainanti per Antonio Bugugnoli nel ridare vita a circa una trentina di pezzi unici, per la maggior parte cingolati, molti dei quali di elevata potenza e notevoli dimensioni. Ex-agricoltore, il fondatore di questa originale Collezione ha eseguito da solo tutti i restauri. Il marchio che spicca è il milanese Vender (poi acquisito dalla Allis-Chalmers). Fra i cingolati presenti anche mezzi della International Harvester e un David Brown, nome ben noto agli appassionati di automobilismo. Nel 1947, dopo essere stato un leader nella costruzione di trattori, sir Brown acquistò la Aston Martin e la Lagonda. Nella Collezione Trattori Lucenti presenti anche Fiat, Lamborghini, Landini, Fordson e Balilla. In esposizione anche Motomeccanica oltre ad un’interessante trebbia della Imas, una mietilega Laverda ML 5 BR e un carioca Balilla. La “Carioca” fu il mezzo agricolo che aiutò molti contadini. Utilizzavano motori di auto, moto o camion ed alleviavano la dura fatica dei campi. Le statistiche dell’associazione Utenti Macchine Agricole, l’ente preposto a distribuire il carburante a prezzo agevolato, certificò che nel 1947 le Carioche erano 6959 in tutto il Paese.
Collezione Gianfranco Bisiccia
Auto, moto, biciclette, macchine agricole e attrezzi e manufatti utilizzati nell’agricoltura e nell’artigianato. Quella di Gianfranco Bisiccia è una collezione che racconta storia e tradizioni. Una raccolta che è frutto di 50 anni di attenzione verso il passato. La cura che il suo ideatore ha avuto per le cose che sono state utilizzate dall’uomo per coltivare la terra è stata tale da averlo spinto a raccogliere quanto non veniva più utilizzato dopo l’avvento dei macchinari a motore.
La collezione si compone di attrezzature e macchine agricole in uso nell’800 e 900 nelle campagne
per lo più dell’Italia Centrale e vanno dalle più piccole falci, zappe e coltelli alle più grandi trebbiatrici, sgranatrici e sgusciatrici e sfavatrici.
Le vecchie attrezzature agricole presenti nella collezione sono testimoni di tutto ciò che durante tutta l’attività agricola stagionale, poteva essere utilizzato per lo svolgimento delle varie fasi culturali. Non possono pertanto mancare: macchine semoventi e trattori, macchine operatrici per l’aratura, l’estirpatura, l’erpicatura, la semina, l’ archiatura, e la raccolta. C’è anche quello che veniva utilizzato nel vigneto e nella cantina, nella stalla e nel bosco.
Come detto all’inizio, completano la collezione auto, moto e biciclette degli anni ’20, ’30, ’50 e ’60.
La collezione non ha la presunzione di essere esauriente per quanto concerne il mondo contadino
ed artigiano delle Marche, ma rappresenta un significativo contributo alla conoscenza di quelle
realtà ormai perdute ed un invito a riviverle con emozione e spirito di riconoscenza.
Da anni sono Bisiccia è alla ricerca di Enti o istituzioni che possano mettere a disposizione locali idonei per la realizzazione di un museo pubblico dove tutto il materiale possa essere visibile dal pubblico, degli storici e delle scuole, che possono usufruire anche di una adeguata documentazione
storica. Si ricorda che l’intera collezione è supportata da un’opera libraria composta da 10 volumi, raccolti in tre cofanetti, per un totale di circa 4.000 pagine, che illustrano con foto, dati tecnici e notizie varie ogni elemento della collezione. Questi libri sono stati editi dall’Asi Service nel 2013 e sono acquistabili compilando l’apposito modulo su “La Manovella”.