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Descrizione

Il Museo dell’ Associazione Piero Taruffi è nato nel 1998 quando la famiglia del pilota decise di mettere a disposizione dell’Associazione i cimeli e la documentazione in suo possesso in maniera che potessero essere esposti al pubblico; il Comune di Bagnoregio ed il Consorzio Teverina diedero la loro disponibilità sia per il reperimento dei locali che per quello di una parte dei fondi necessari per la catalogazione della documentazione e per l’allestimento museale e, così, anche la sede sociale venne trasferita da Bolsena e da allora è all’interno del Museo stesso. Dal 2002, grazie all’ Amministrazione Comunale, il Museo ha una sede assolutamente prestigiosa che occupa l’intero stabile dell’ex mattatoio restaurato proprio con questo scopo; recentemente, in seguito alla restituzione alla famiglia Taruffi di molto materiale destinato all’Autodromo di Vallelunga che ora porta il nome del suo progettista, è cambiata anche la filosofia espositiva trasformando il percorso di visita in un interessante itinerario che testimonia il progresso tecnico scientifico in campo motoristico nell’ ultimo secolo; le auto e le moto esposte sono di proprietà di soci e simpatizzanti e periodicamente vengono sostituite per dare sempre nuovi stimoli ai visitatori.

Particolarmente interessante la sezione dedicata alle “Microcar” che ospita la Isetta in tutte le sue declinazioni, la rarissima Volpe protagonista di una delle prime grandi truffe del dopoguerra e poi Messerschmidt, Volugrafo e tanti altri esemplari davvero notevoli.

Nel corso degli anni il Museo ha arricchito il suo patrimonio grazie ad una serie di donazioni ed anche alla collaborazione di artisti di chiara fama che hanno realizzato annualmente un’opera pittorica ispirata a Taruffi; altra preziosa acquisizione quella di circa cinquecento tavole tecniche relative alla costruzione del Bisiluro che sono già state catalogate ed in parte esposte in una mostra permanente dal titolo “ Il Bisiluro ai raggi X – Anatomia di un bolide “.

L’ attività museale è stata caratterizzata nel corso degli anni dall’ organizzazione di mostre tematiche e convegni di grande risonanza come le numerose iniziative realizzate in occasione del Centenario della nascita di Piero Taruffi che hanno spaziato da una mostra biografica itinerante a quella intitolata “Guglielmo Marconi e Piero Taruffi: due geni italiani tra valvole e motori” che, avvalendosi di prestigiose collaborazioni tecnico-scientifiche quali quella della Fondazione Marconi, ha offerto ai numerosi visitatori la possibilità di seguire l’evoluzione della radio dai primi esperimenti marconiani fino ai nostri giorni.

Ma questo non basta perché recentemente il Museo ha acquistato da un collezionista un bel numero di radio d’epoca che ora sono stabilmente esposte in una sala dedicata

Una particolare sezione espositiva è dedicata all’Ingegner Francesco De Virgilio che fu socio onorario dell’Associazione Taruffi, progettista del primo motore sei cilindri a V che equipaggiava le Lancia Aurelia; in mostra molta documentazione legata alla vita professionale dell’Ingegnere, progetti e fotografie ma anche oggetti ai quali era profondamente legato quali un violino, il suo compasso ed una radio auto costruita.

Molto interessante è anche una piccola sezione dedicata al cinema ed in particolare al film premio Oscar di Federico Fellini : “La Strada” girato a Bagnoregio nei primi anni cinquanta del secolo scorso che ospita una ricostruzione del motocarro che nel film era la casa viaggiante di Zampanò (Anthony Quinn) e Gelsomina (Giulietta Masina) e gli abiti degli sposi della scena rurale del film che sono quelli realmente indossati nelle loro vere nozze di due anni prima dal meccanico bagnorese Ugo Trucca, proprietario del motocarro originale e dalla moglie Nevina.

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