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Descrizione

Il Museo Bernardi riveste un eccezionale valore nella storia della tecnica: vi sono infatti conservati i cimeli progettati e costruiti dal fondatore dell’Istituto di Macchine, il prof. Enrico Bernardi (1841-1919), pioniere italiano dell’automobilismo. Il museo fu fondato dal prof. Mario Medici nel 1941 a seguito di un lascito da parte degli eredi Bernardi a favore dell’Istituto di Macchine dell’Università di Padova.

Tra gli esemplari più significativi ricordiamo alcuni motori monocilindrici a benzina del periodo 1882-94, utilizzati per l’azionamento di macchine in stabilimenti industriali ed un’autovettura a tre ruote del 1894, dotata di un motore monocilindrico ad asse orizzontale e caratterizzata da molte soluzioni meccaniche originali.

In questo museo sono conservati molti esemplari di macchine a fluido e di organi meccanici raccolti in parecchi decenni di attività. Si tratta, probabilmente, della più vasta raccolta esistente in Italia in questo settore; essa viene utilizzata soprattutto per scopi didattici. Nel museo esistono parecchi modelli o esemplari di pompe e turbine idrauliche, giunti e convertitori oleodinamici, motori a benzina e Diesel di svariate epoche e dimensioni, turbine a vapore, compressori, soffianti, ventilatori. In particolare si trovano esposti un turbogetto Junkers Jumo 109.004 mod BL, con compressore ad 8 stadi, 6 camere di combustione tubolari, turbina assiale monogirante, ugello di scarico a sezione regolabile, motore alternato di lancio a 4 cilindri e 2 tempi; una turbina a vapore da 15 MW per centrale termoelettrica, prevista per funzionare con vapore a 26,5 bar e 375°C; il primo stadio di un vettore balistico strategico “Alfa” a propellente solido con 4 ugelli di spinta orientabili mediante un circuito oleodinamico (spinta massima 24.000 Kg).

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