Collezione Pietro Galtarossa

Le auto dei VIP del Novecento
Padova

Tutta colpa dei modellini Dinky, Corgi, Tekno, Solido e Mercury che gli regalavano in famiglia, dove tutti erano appassionati di automobili. Così nasce la passione di Pietro Galtarossa, padovano, classe 1954, che ha raccolto una sessantina di auto prestigiose, molte delle quali appartenute a personaggi famosi. C’è la Flaminia nera del comune di Venezia sulla quale viaggiava il patriarca Albino Luciani, salito al soglio pontificio nel 1978 col nome di Giovanni Paolo I, la Dodge Sport Suburban del 1956 appartenuta al principe Furstenberg, il padre di Ira, la Ford Thunderbird che guidava Adriano Celentano, la Maserati 3500 GT Touring della famosa attrice Miranda Martino. E tante auto di famiglia, mai vendute, e custodite in due rimesse, come Lancia, B24 Convertibile, Appia, Flavia, Fulvia. Fra le Alfa, una Giulia Sprint, acquistata dieci giorni dopo la nascita della figlia Giulia con l’idea di regalargliela quando avrebbe compiuto i 18 anni. Numerose le Fiat prima serie. Fra le auto americane, Ford Mustang Cabrio, Ford Fairlane, Chrysler Newyorker, Buick 1947 del corpo diplomatico americano e per lunghi anni dimenticata nei garages vaticani. Numerose anche le Mercedes e le Porsche. A rappresentare le inglesi ci sono Aston-Martin, Bentley, Humber, MG e Triumph. Curiosa la storia di una Jaguar EType coupè, sognata all’epoca degli esami di maturità, e fortunosamente ritrovata, proprio quella, trent’anni dopo.

Scuderia Traguardo

Museo di Amelia Collezione Traguardo.

Nel nome di Rinaldo Tinarelli rivive la passione motoristica della cittadina umbra di Amelia. La “Scuderia Traguardo” è parte integrante di “Amelia Motori” e quindi filiazione del “Magnete”, auto–motoclub amerino, un’associazione di grande vitalità. Amelia Motori–Scuderia Traguardo ha trovato una sede adatta alle sue iniziative: una vecchia concessionaria Fiat, in via Federico Zeri, che è stata riutilizzata, ristrutturata e trasformata in museo dei motori e nello stesso tempo in centro propulsivo, nella scia dell’attività dei soci del club “Il Magnete”. L’idea guida è quella di “sposare” la passione per i motori alla promozione turistica, affiancando ad auto e motoraduni d’epoca, iniziativa folkloristiche e di scoperta del territorio e delle sue particolarità artistiche, storiche, ambientali ed enogastronomiche. L’ex concessionaria, diventata a tutti gli effetti un polo multifunzionale, è ora sede di varie attività, prima fra tutte un’esposizione dinamica di mezzi d’epoca: auto e moto, ma anche mezzi agricoli. Dinamica in quanto si tratta di mostre che variano continuamente: ogni due mesi i mezzi esposti e le scenografie cambiano a rotazione, mentre ogni quattro mesi si realizza una mostra a tema specifico. I locali occupano circa 350 metri quadrati su due livelli. Al piano terra l’esposizione di mezzi d’epoca ma anche salone per conferenze; al piano rialzato, oltre agli uffici, una biblioteca per la consultazione di testi specializzati ed un mostra di modelli in miniatura. In uno spazio del salone è stata ricostruita una vecchia officina Fiat con grafica ed attrezzature originali. Non manca un ufficio di consulenza e disbrigo pratiche per vetture e moto d’epoca.

Collezione "Garage61"

Un semplice rimessaggio? Un museo? Neppure. L’idea base che ha ispirato il “garage 61” è tanto semplice quanto geniale: creare uno spazio a disposizione degli appassionati che vogliono condividere con altri la passione per i loro veicoli storici. Così è diventato realtà il primo museo d’auto d’epoca della provincia di Bolzano. La struttura e frutto dell’idea di due imprenditori di Appiano, Jurgen e Oswald Planner. Un vecchio magazzino edile ospita ora una delle concentrazioni di vetture storiche più interessanti di tutto il Trentino Alto Adige. All’interno dei locali è anche prevista un’area nella quale i visitatori possono sedersi e rilassarsi. La raccolta comprende ben 50 vetture, motociclette e accessori avari. Da segnalare la presenza all’interno del Museo della collezione privata “White Collection” ,Citroen ID 19, Jaguar E-Type coupè, Alfa Spider Touring 2600, Mercdes SL 230 “Pagoda”, Porsche 911 S, Porsche 928 S e Fiat 600 D.

Collezione Gianfranco Bisiccia

Auto, moto, biciclette, macchine agricole e attrezzi e manufatti utilizzati nell’agricoltura e nell’artigianato. Quella di Gianfranco Bisiccia è una collezione che racconta storia e tradizioni. Una raccolta che è frutto di 50 anni di attenzione verso il passato. La cura che il suo ideatore ha avuto per le cose che sono state utilizzate dall’uomo per coltivare la terra è stata tale da averlo spinto a raccogliere quanto non veniva più utilizzato dopo l’avvento dei macchinari a motore.
La collezione si compone di attrezzature e macchine agricole in uso nell’800 e 900 nelle campagne
per lo più dell’Italia Centrale e vanno dalle più piccole falci, zappe e coltelli alle più grandi trebbiatrici, sgranatrici e sgusciatrici e sfavatrici.
Le vecchie attrezzature agricole presenti nella collezione sono testimoni di tutto ciò che durante tutta l’attività agricola stagionale, poteva essere utilizzato per lo svolgimento delle varie fasi culturali. Non possono pertanto mancare: macchine semoventi e trattori, macchine operatrici per l’aratura, l’estirpatura, l’erpicatura, la semina, l’ archiatura, e la raccolta. C’è anche quello che veniva utilizzato nel vigneto e nella cantina, nella stalla e nel bosco.
Come detto all’inizio, completano la collezione auto, moto e biciclette degli anni ’20, ’30, ’50 e ’60.
La collezione non ha la presunzione di essere esauriente per quanto concerne il mondo contadino
ed artigiano delle Marche, ma rappresenta un significativo contributo alla conoscenza di quelle
realtà ormai perdute ed un invito a riviverle con emozione e spirito di riconoscenza.
Da anni sono Bisiccia è alla ricerca di Enti o istituzioni che possano mettere a disposizione locali idonei per la realizzazione di un museo pubblico dove tutto il materiale possa essere visibile dal pubblico, degli storici e delle scuole, che possono usufruire anche di una adeguata documentazione
storica. Si ricorda che l’intera collezione è supportata da un’opera libraria composta da 10 volumi, raccolti in tre cofanetti, per un totale di circa 4.000 pagine, che illustrano con foto, dati tecnici e notizie varie ogni elemento della collezione. Questi libri sono stati editi dall’Asi Service nel 2013 e sono acquistabili compilando l’apposito modulo su “La Manovella”.

Museo-Teatro della Mobilità

L’originale proposta del Veteran Car Team di Bolzano

Il Museo-Teatro della Mobilità di Bolzano nasce da un nuovo concetto di museo dove arte, musica e teatralità s’incontrano per dare vita ai ricordi del passato con lo sguardo puntato sul futuro in chiave reale o virtuale. Il percorso inizia con una culla in vimini di fine ‘800, prima tappa della nostra mobilità, per proseguire con una slitta da passeggio e una carrozzella, in stile pusterese. Una Chevrolet serie V limousine del 1926 inizia il percorso automobilistico, che prosegue con Fiat 503 Sport 1926, Bentley MKVI del 1951, Fiat 508C Cabriolet Viotti 1938, Ford A coupe’ del 1929, Lancia Appia II serie 1957, Fiat 1100 103H 1959, Innocenti IM 3 1966 ed altre ancora. Le quinte ricordano l’interno di un teatro, con le biciclette che portano verso il futuro grazie ai prototipi delle prime versioni elettriche della Frisbee, azienda Italiana leader dei velocipedi moderni. E ancora insegne, pompe di benzina e giocattoli ci fanno ritornare bambini insieme a numerosi libri e riviste. A conclusione della visita, una sala cinema con tanto di poltroncine in legno per i secondi posti ed in stoffa per i primi posti, dal curioso nome “Teatro Concordia” per ricordare al visitatore il profondo legame che può scaturire dall’armonia, l’amicizia, la comune passione.

 

Museo Bonfanti-Vimar

Il Museo è stato fondato nel 1991 da alcuni tra i più rappresentativi soci del Circolo Veneto Auto Moto d’Epoca, un gruppo di amici legati dalla passione per le auto, che da vent’anni inseguivano il sogno di raccogliere i loro gioielli a quattro ruote in una struttura che fosse qualcosa di più che una statica autorimessa, che si potesse distinguere dalle altre, viva e in grado di comunicare emozioni. La singolarità di questo museo è accresciuta dall’edificio in cui è collocato, una struttura architettonica, disposta su due piani, che presenta soluzioni originali per forma e spazi interni. È l’unico museo europeo del settore ad allestire mostre monotematiche semestrali, che, in autunno e in primavera, rinnovano le tematiche contemplate e propongono argomenti sempre diversi e stimolanti, inerenti agli aspetti tecnici, sportivi, sociali. Le collezioni presentate al pubblico rendono questo museo piuttosto dinamico e versatile, in grado di andare incontro alle più svariate esigenze dei visitatori.

Tra le mostre di successo si ricorda quella intitolata “Spider: aspettando la primavera”, in onore dell’auto dei sogni per antonomasia, quella che fa desiderare appunto la primavera per potersi sentire liberi con la brezza tra i capelli. Il museo ospitò ben trenta esemplari di questa vettura sportiva, dalla mitica Alfa Romeo 1750 GS Zagato del 1931, resa famosa dalle vittorie di Tazio Nuvolari, all’intramontabile Fiat Balilla Coppa d’Oro del 1933, ripercorrendo la storia di queste grintose vetture fino ai giorni nostri.

Per le continue proposte culturali, al Museo dell’ Automobile “Bonfanti-Vimar” è stato assegnato il trofeo di miglior museo europeo della motorizzazione nel 1999, 2000, 2001 e 2004 e 2007. Un vanto per l’intera Regione.

Di grande successo anche la rassegna dedicata alla Touring, la carrozzeria milanese che per ben quarant’anni, nel periodo che va dal 1926 al 1966, rappresentò una delle più prestigiose firme del settore, a cui si deve la creazione di auto storiche come l’Alfa Romeo “Villa d’Este” del 1949 e la contemporanea Ferrari “Barchetta”.

Il polo museale è provvisto di un fornito archivio, al cui interno se ne trova uno unico, in via di ampliamento, definito “Archivio Veneto”, che raccoglie numerose informazioni in merito a pionieri, progettisti, aziende, priorità, piloti, manifestazioni svoltesi nella regione veneta dal 1880 circa e che vanta consultazioni illustri, che includono riviste specializzate, giornalisti e Case automobilistiche.

Usufruendo dei Fondi Europei, il museo ha organizzato una serie di Corsi per restauratori di auto d’epoca, gli unici sino ad ora svolti in Europa, e vanta, sin dalla sua fondazione, una proficua collaborazione con l’Università di Padova, grazie alla promozione di visite e lezioni.

Collezione Marchiori

Oggi i moderni mezzi di trasporto e le autostrade permettono di accorciare le distanze raggiungendo in giornata città lontane fra loro diverse centinaia di chilometri.

Non era così nel Novecento quando i grandi trasporti venivano assicurati da imponenti camion che, già nel nome, rivelavano la forza e la potenza di cui erano capaci, come l’OM Titano del 1937 o il Fiat 634 80 HP dello stesso anno denominato ‘Carnera’, con chiaro riferimento al pugile friulano Primo Carnera, noto come ‘Gigante buono’, il primo italiano a conquistare un titolo mondiale di pugilato il 29 giugno 1933, quando si aggiudicò l’ambito trofeo dei pesi massimi.

Nella Collezione Marchiori questi ‘Giganti dell’Asfalto’ sono conservati e custoditi con grande cura per testimoniare, con l’imponenza della loro stazza, quanto fossero impegnativi i trasporti nel secolo scorso.

Dal lavoro di famiglia, ossia l’estrazione, la lavorazione e il commercio di ghiaia, pietrisco e sabbie da costruzione con proprie cave ed attività connesse ai trasporti, alla quale nel tempo si è affiancata l’attività di produzione di conglomerati bituminosi e la costruzione di opere stradali, idrauliche, fognarie ed affini, la famiglia Marchiori ha conservato alcuni veicoli come i citati OM Titano, nelle due versione autobotte e cassone, il Fiat 634, il Fiat 666 del 1942, il Fiat 666 N7 del 1952 ed altri ancora.

Dai camion è poi germogliata una raffinata collezione di auto fra le quali brillano due Alfa Romeo 6C 2500SS in condizioni da concorso, Alfa 1900 Sprint Superleggera, due Fiat 522, Fiat 501 e Fiat 519 del 1925. E molto altro ancora…

Collezione Sereno Pontoni

Una delle pochissime collezioni in grado di “narrare” la storia dei ciclomotori. Questa raccolta, iniziata nel 1985, comprende soprattutto veicoli la cui cilindrata è compresa tra i 38 e i 50 cm3, sia a due tempi sia a 4 tempi (la cubatura maggiore è però di 200 cm3).
In 30 anni Sereno Pontoni ha fatto un sapiente lavoro di ricerca, fino a giungere a conservare nel suo garage 170 ciclomotori. Le nazionalità di questi veicoli sono varie: italiana, argentina, francese, tedesca, cinese, russa, inglese, austriaca e giapponese.
All’interno della struttura sono conservate anche alcune vetture, una passione che il collezionista ha incominciato a coltivare nel 1973 con l’importazione dall’Argentina della Ford A e di una Pontiac.
Negli anni successivi ha deciso di continuare a coltivare questa passione, acquistando in Italia ulteriori vetture d’epoca tra cui la Austin Princess del 1958, modello di auto che è stato utilizzato anche dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra. Quest’esemplare è stato acquistato in Italia, dopo che il precedente proprietario l’aveva importa dall’Inghilterra.

Alfa Blue Team

Il Museo della passione con 130 Alfa Romeo 

Alle porte di Milano la passione Alfa ha realizzato un tempio dedicato alla Casa del Biscione che promuove cultura e conoscenza storica con incontri periodici aperti al pubblico. Alfa Blue Team è stato fondato da sei amici milanesi poco più che ventenni il 14 febbraio 1972.

Gippo Salvetti, insieme al fratello Stefano e agli amici Claudio Bonfioli, Guido delli Ponti, Emilio e Giorgio Garavaglia iniziarono a recuperare e restaurare nella seconda metà del Novecento quelle che, allora, erano considerate semplici Alfa “usate”, acquistandole a poco prezzo. Grazie a loro, auto come Giulia TZ, 2600 sprint, 1900 Sprint, 2600 SZ, 2000 Spider e Giulietta SZ trovarono cure premurose e oggi, mezzo secolo dopo, continuano a strappare le bocche aperte estasiate dei fortunati visitatori di Alfa Blue Team, che ha nello stile, a dispetto del marchio italiano, un fascino british.

Da una prima Cascina nei dintorni di Milano, gemmò negli Anni Ottanta un capannone, per arrivare ai primi anni Anni Novanta in quella che è diventata la sede definitiva, una ex “Fonderia”, situata qualche chilometro ad est di Milano, che oggi vanta più di 130 esemplari Alfa esposti. Nella “Fonderia” vengono periodicamente organizzati gli “Alfacafè” incontri culturali serali a tema storico-automobilistico.

Col tempo la collezione ha coperto praticamente la vasta gamma produttiva Alfa Romeo focalizzandosi sul “dopoguerra” fino alla fine degli Anni Ottanta. Alfa Blue Team ha esteso il suo raggio d’azione ai grossi motori diesel, avio, autocarri leggeri e pesanti, automobilia varia e insolita che rendono questa realtà storico-museale un panorama unico a livello mondiale per le curiosità, gli esemplari unici, le piccole serie che i soci sono riusciti a raccogliere in tanti anni di profonda passione alfista.

Notevole il settore dedicato ai veicoli industriali con autocarri e autobus, tutti amorevolmente manutenuti e funzionanti grazie all’efficiente officina interna, che si avvale di un fornitissimo magazzino ricambi. La passione di Salvetti non si è limitata alle auto ma si è estesa alla cultura letteraria con una casa editrice, la Fucina, che ai 6000 libri della biblioteca e alla ricchissima fototeca di Alfa Blue Team, ha aggiunto titoli pregiati a sfondo motoristico, molti firmati dallo stesso Salvetti, a sfondo rigorosamente alfista, e tanti altri scritti da apprezzati autori.