Collezione Tardioli

I mezzi che aiutano la terra a germogliare 

Vicino Assisi, terra di San Francesco e Santa Chiara, meta turistica rinomata nel mondo per la bellezza del territorio a forte vocazione agricola, la famiglia Tardioli gestisce dal 1955 nel comune di Bastia Umbra una nota struttura turistica, a pochi chilometri dalla terra del Santo patrono d’Italia, rimanendo tuttavia profondamente legata alle proprie radici agricole. Qui ha allestito una raccolta di macchine agricole storiche ed ogni anno realizza una rievocazione dei mestieri agricoli, dalla mietitura alla trebbiatura ed aratura, con la partecipazione di numerosi appassionati.

La collezione è composta da una cinquantina di mezzi, tutti restaurati, funzionanti e certificati ASI, tra cui trebbiatrici a fermo, locomobili a testacalda, trattori a petrolio, diesel dagli anni ’20 del Novecento fino ai primi anni ’70. Sono presenti vari esemplari del marchio OM, dal locomobile degli anni ’20 ai diesel  35 – 45- 50 – 513  degli anni ’50.

La serie dei mitici Landini a testacalda dal L 25 al SuperLandini, Fiat a petrolio e diesel, Fordson a petrolio che erano i trattori della famiglia Tardioli.

Collezione Ferracchiato

Il mondo delle macchine agricole

Una Collezione che rende omaggio al mondo dell’agricoltura con macchine ed attrezzature, trattori, trebbiatrici, biciclette, mietilega, falci, bilance, scure, aratri. Molti mezzi sono omologati Asi. Ogni oggetto è stato completamente restaurato dopo accurata ricerca e documentazione sulla sua funzionalità, le caratteristiche tecniche, i materiali di costruzione e il necessario inquadramento storico. Tra gli oggetti di maggior spicco c’è un Landini L35 monocilindrico a testacalda, pure del 1955, un motore Deutz Mah 914 e alcune bicilette del Novecento. I mezzi sono correttamente conservati e custoditi e provengono dall’attività agricola portata avanti con passione e da lunghi anni dalla famiglia Ferracchiato. In esposizione anche un trattorino da fornace Lugli Golia. Questo mezzo permise di sostituire il trasporto animale all’interno degli spazi stretti delle fornaci,  molto diffuse in Italia negli anni Cinquanta e Sessanta. Erano realizzati dalla ditta Lugli di Carpi, terra ricca di inventiva per fronteggiare le innumerevoli esigenze degli agricoltori che, all’epoca, rappresentavano la prima risorsa economica del Paese. Tant’è vero che qualche anno prima della seconda guerra mondiale la stessa Lugli si cimentò nella produzione di “carioche” utilizzando componenti di recupero e motorizzazioni Fiat.

Collezione Piacentini

Trattori , Motori e Macchine Agricole d’epoca

La “Collezione Piacentini” è una Collezione Privata costituita da un insieme di macchine ed apparecchiature, in parte già di proprietà dell’originaria ditta di Trebbiatura Piacentini , ed in parte raccolte e restaurate con passione da Adriano e Vasco Piacentini, oramai scomparsi.
La Collezione, nata nel 1975, è costituita da trattori, motori fissi e macchine agricole di produzione Italiana o Straniera, che hanno lavorato in Italia. Qui non troverete mezzi importati appositamente per far parte della Collezione, filosofia estranea alla nascita di questa Collezione.
Queste macchine testimoniano lo sviluppo tecnologico del settore meccanico nel contesto agricolo ed industriale nella prima metà del `900. Si và dalle prime macchine a vapore, artefici della rivoluzione industriale, ai vari tipi di motore endotermici, passando dai rumorosi ed instancabili Testacalda ai più delicati motori a magnete, fino ai primi motori Semidiesel e Diesel.
Per la collezione non si è cercato il pezzo raro ad ogni costo, anche se ce ne sono, ma si è preferito valorizzare quei trattori o quelle macchine, italiane ed estere, più rappresentative che hanno lasciato il segno nella storia della meccanizzazione agricola italiana o più semplicemente legate agli affettuosi ricordi del papà Adriano e dello zio Vasco.

Archivio Storico e Museo Same

Il Museo SAME, inaugurato nel 2008 comprende un’area espositiva di circa 700 metri quadrati. Il Museo rappresenta un vero e proprio viaggio nella storia della meccanizzazione agricola del nostro Paese: alcune tra le più importanti tappe della motorizzazione agricola vi sono rappresentate attraverso prototipi e macchine di serie, in perfetto stato di conservazione, documenti originali e un ricco apparato testuale e iconografico. Il Museo espone 30 trattori e macchine agricole, 20 motori e componenti meccaniche, tra i quali il modello più significativo è una pietra miliare della meccanizzazione agricola: la trattrice Cassani 40 HP, costruita dai Fratelli Cassani nel 1927. Questa macchina tra le prime al mondo per uso agricolo azionata da un motore diesel, era molto più funzionale ed economica dei modelli tradizionali a benzina, e si aggiudicò nel 1931 il primo premio al concorso per la “trattrice italiana agricola” indetto dal Ministero dell’Agricoltura. Nel Museo sono inoltre presenti trattori e macchine degli altri marchi del Gruppo: Lamborghini Trattori, Hürlimann, DEUTZ-FAHR e Grégoire.

Nel 2015 all’interno del Museo è stata inaugurata l’Area Motori, che intende rendere omaggio all’ingegno di Francesco ed Eugenio Cassani, fondatori della SAME nel 1942, e ribadire l’importanza della componente motore lungo tutta la storia dell’Azienda.

A fianco del significativo Museo SAME è stato inaugurato, nel dicembre del 2004, l’Archivio Storico, voluto fortemente dalla Presidenza della Società. L’Archivio ha il compito di raccogliere, conservare e valorizzare la documentazione storica relativa alla lunga vita della SAME e dei marchi di proprietà del Gruppo. Al suo interno sono conservate oltre oltre 29.000 unità archivistiche organizzate in una ricca fototeca, una biblioteca specializzata con una sezione di tesi di laurea, la straordinaria documentazione tecnica (brevetti, libretti uso e manutenzione, manuali d’officina, cataloghi parti di ricambio, modelli in scala), e pubblicitaria (cataloghi, depliant, pubblicità a stampa, calendari, house organ, filmati), i bilanci e le scritture sociali relativi al Gruppo SDF.

Nel 2011 è stato costituito l’Archivio Storico dei disegni tecnici con un patrimonio di oltre 260.000 unità, che testimoniano, a partire dagli anni Venti, la qualità dello sviluppo tecnico e la genesi del prodotto.

Per la ricchezza del loro patrimonio, in grado di testimoniare la storia della motorizzazione agricola in Italia, l’Archivio Storico e il Museo sono stati dichiarati nel 2011 “di interesse storico particolarmente importante” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Su appuntamento è possibile visitare lo Stabilimento, l’Archivio Storico e il Museo. La visita ha lo scopo di illustrare da una parte la progettazione e l’assemblaggio di un trattore moderno attraverso i reparti produttivi, lo sperimentale e la ricerca e sviluppo, e dall’altra, la storia dell’azienda a partire dal 1927 fino ai giorni nostri.

Museo Tonutti

É difficile immaginare che a Remanzacco, cittadina in provincia di Udine, con seimila abitanti, in mezzo ad un gruppo di case e capannoni siano radunati sotto lo stesso tetto i modelli di auto e moto più esclusivi, lussuosi, sportivi della storia dei motori. Invece, presso i locali del vecchio battiferro Tonutti, che accolgono il Museo che reca il nome del suo fondatore, oltre ai macchinari che testimoniano gli anni di impegno, dedizione e passione che, generazione dopo generazione, i membri della numerosa famiglia Tonutti hanno investito nella loro attività di costruttori di attrezzature e macchine agricole, si possono ammirare anche alcuni dei gioielli più preziosi delle due e quattro ruote.

L’idea di un museo scaturì da Gino, allorché l’espansione della produzione richiese una nuova e più ampia sede per la sua fabbrica. Il legame affettivo nei confronti dei vecchi capannoni, lo indusse a conservare tutta l’attrezzatura al loro interno, così da fermare il tempo e mantenere la medesima atmosfera dei tempi passati. Sono oltre duecento i pezzi che testimoniano l’attività della famiglia nella realizzazione di attrezzature rurali, contenuti nella officina fabbrile e nella sezione macchinari, due dei quattro reparti nei quali è organizzato il museo.

Percorrendo il pavimento d’argilla battuta del battiferro si ha la sensazione che l’atmosfera del passato non sia stata compromessa dagli interventi di restauro. I macchinari e le attrezzature, ancora perfettamente funzionanti, contribuiscono a rendere viva questa sezione, in cui sono raccolti i primi utensili adoperati per fabbricare i carri e gli aratri del 1864, ancora trainati dalla forza animale, i primi trapani a mano, la prima forgia del 1906 e il maglio azionato dalla forza idraulica del corso d’acqua che scorre adiacente alla fabbrica.

La sezione dedicata ai macchinari agricoli, invece, conserva non soltanto gli attrezzi e gli utensili per uso agricolo, ma anche alcune macchine che hanno rivestito un ruolo importante nella meccanizzazione agricola degli Anni Trenta e Quaranta.

Nelle sezioni auto e moto è possibile ammirare quattro lussuose Rolls Royce, oppure la Ferrari F40, che insieme alle Lamborghini, conferiscono un tono sportivo alla collezione. Spazio anche all’immaginazione nella parte dedicata alle “prime donne” cinematografiche, come l’avveniristica DeLorean, protagonista dei viaggi nel tempo della trilogia “Ritorno al Futuro”.

Non delude certamente la sezione dedicata alle moto d’epoca tra cui spiccano le Guzzi, moto italiane per antonomasia, e le Harley Davidson, mito dell’America “on the road”.

Collezione Otello e Lucia Zanello

Una collezione davvero singolare quella realizzata da Otello e Lucia Zanello, insieme nella vita e nella passione per i mezzi storici, in particolare i trattori, nata dalla comune dedizione per l’agricoltura che è l’attività della famiglia nella ridente campagna friulana di Talmassons. Visitare questa retrospettiva è come fare un viaggio nello sviluppo industriale italiano, quello che ha permesso a migliaia di contadini di emendarsi dalla fatica fisica grazie allo sviluppo di tecnologie per la lavorazione dei campi. Nella collezione Zanello sono in mostra centinaia di pezzi, fra i quali Landini, Fahr, Pavesi, Same, Lamborghini, Deuz, Schluter. Da non perdere un colloquio con i fondatori, Otello e Lucia, entrambi molto accoglienti, competenti e disponibili con chi si riveli interessato alla storia dello sviluppo motoristico italiano.
Da vedere: in due grandi capannoni lo sviluppo dei mezzi agricoli nel corso del ‘900.