Ospitato nella stazione ferroviaria Suno, questa realtà è il frutto della passione di un gruppo di Ferroamatori e Fermodellisti. Dopo molti anni di pratiche burocratiche, tanto impegno e nuovi volontari, finalmente il 25 Aprile 2013 apre le sue porte al pubblico. Il Museo Ferroviario di Suno è prevalentemente storico e conta al suo interno numerosi reperti come lampade, divise, cappelli e documenti. Presenti anche numerosi modelli e diorami. Plastico in allestimento.
CNH Industrial Village
Un grande show-room che, se non fossimo sicuri di essere nella capitale dell’auto, avrebbe grande dignità anche a Stoccarda. In strada Settimo 123 nello settembre 2011 è infatti stato inaugurato l’ Industrial Village, primo centro polivalente di CNH Industrial nel mondo, realizzato per vendere, assistere e presentare i prodotti di CNH, Iveco e FPT Industrial.
La nuova struttura si sviluppa su un’area di oltre 74 mila mq, dei quali 23 mila coperti, con un grande spazio dedicato all’esposizione di veicoli e motopropulsori. All’interno del complesso, nell’ampia showroom, è anche presente una zona che illustra le eccellenze tecnologiche e le soluzioni innovative alla base dei prodotti.
Inoltre, è stata ricavata un’area riservata alla galleria storica, che ripercorre l’evoluzione del prodotto industriale e delle aziende del Gruppo CHN Industrial a partire dai primi anni del Novecento.
In un’ampia sala sono radunati alcuni mezzi molto significativi per la storia del trasporto. Tra questi alcune autentiche rarità, come il Pavesi P4, trattore leggero d’artiglieria, costruito tra il 1911 e il 1931. Si tratta di un mezzo conservato, che è stato in servizio presso i Vigili del Fuoco.
Un angolo di ‘nostalgia’ in un luogo che celebra l’innovazione e l’eccellenza tecnologica:
è la Galleria Storica che ha sede negli ambienti polifunzionali dell’Industrial Village di IVECO GROUP, una struttura che si sviluppa su un’area di oltre 74 mila mq, con un grande spazio dedicato all’esposizione di veicoli e motopropulsori. Una celebrazione della storia della creatività tecnologica sin dagli albori in un futuristico ‘hub’ dell’innovazione, dove oggi lo sguardo è rivolto a un futuro di mobilità sempre più sostenibile.
La Galleria Storica mette in scena un racconto evocativo di atmosfere del passato, attraverso l’evoluzione della tecnologia e del design. Una collezione di mezzi industriali dai primi anni del Novecento ad oggi, che rappresentano il DNA di IVECO GROUP, il grande contributo all’economia del paese durante il sogno del villaggio industriale.
Il veicolo più anziano è del 1911, il più moderno è del 1960. Insieme a loro, sono radunati alcuni dei modelli che hanno fatto la storia del trasporto. Tra questi, alcune autentiche rarità come il versatile camioncino Fiat 15 Ter attivo come corriera, anche militare, tra il 1911 e il 1920; il potabilizzatore della Croce Rossa su autocarro Spa del 1937; un Magirus 85D10 Sirius degli anni ‘50 e gli indimenticabili camion leggeri, medi pesanti OM e Fiat.
Tutti i veicoli sono restaurati o conservati secondo i più rigorosi standard di ASI. La ricerca dell’originalità, grazie alla cospicua disponibilità di materiali d’archivio si completa con la massima cura nelle fasi di restauro per una collezione straordinariamente ricca e destinata ad ampliarsi ancora.
Tipologia e numero veicoli esposti: Veicoli militari, Antincendio, Commerciali, Costruzione, Trasporto persone (bus), Agricoli.
AGRICOLTURA
- 1954 Fiat 25 RD Trattore agricolo
- 1959 Fiat 211R evoluzione della serie 18 ‘la piccola’
ANTINCENDIO
- 1914 UNIC type m1a
- 1925 SPA25C/12
- 1973 Fiat 110NC
ADVENTURE
- 1984 Fiat Iveco Lancia – 6640 G Anfibio
- 1994 IVECO 300.30 ANW Overland
EDILIZIA
- 1969 Fiat – FL 12 B pala cingolata
MILITARE
- 1911 Fiat 15 Ter Camioncino attivo come corriera, anche militare
- 1914 Fiat 18 BL Veicolo commerciale variabile militare
- 1937 Autocarro Spa 38 Autopotabilizzatore Croce Rossa
- 1938 SPA – AS37
- 1939 SPA – 39
- 1939 Lancia 3RO Officina Campale
MOTORI
- 1938 Fiat motore multi carburante Boghetto
- 1980 IVECO 8210
TRASPORTO MERCI
- 1911 Fiat 15 Ter Camioncino attivo come corriera, anche militare
- 1914 UNIC – Type M1A Pick up
- 1950 OM Leoncino Veicolo commerciale gamma media (date divergenti)
- 1952 Fiat 682 N3 Veicolo commerciale gamma pesante
- 1958 OM – Tigre Veicolo commerciale per trasporti Asioli
- 1957 Magirus 85D10 Sirius Veicolo commerciale
- 1963 Fiat 615 N1 Veicolo commerciale gamma leggera
TRASPORTO PERSONE
- 1926 Fiat 507 F Minibus carrozzato Orlandi
- 1927 Lancia – Omicron Corriera postale
Collezione ASI Micromotori
Testimoni dell’ingegno del Dopoguerra
La Collezione ASI Micromotori è stata acquisita dalla Federazione con l’obiettivo di preservare alcuni particolari veicoli che hanno rappresentato il sistema di mobilità individuale del secondo dopoguerra: è composta da 36 “micromotori” costruiti tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso.
I “micromotori” sono sostanzialmente delle biciclette alle quali è applicato un piccolo motore: alcuni nascevano da uno stesso costruttore che proponeva telaio e propulsore, ma la maggior parte sono soluzioni miste con motori ausiliari abbinati alle biciclette dell’epoca, con trasmissione a rullo o a catena.
Quella acquisita da ASI è una collezione frutto di 25 anni di ricerca da parte dell’appassionato Michele Muzii, che ha voluto rendere omaggio alla testimonianza dell’ingegno di progettisti, meccanici e artigiani che in anni difficili hanno contribuito a rimettere in movimento la popolazione di mezza Europa con forme più leggere ed economiche della “vera” motocicletta.
La scelta e la selezione dei mezzi ha seguito due principi ispiratori: quello per l’estetica, orientato dal gusto per veicoli peculiari nelle forme e nelle soluzioni tecniche e quello per il confronto tra le creazioni di diversi Paesi, da sempre protagonisti nell’evoluzione del motorismo.
Fondazione Macaluso
La grinta delle sportive
La Collezione Gino Macaluso è composta da vetture sportive e da Gran Turismo ed è unica al mondo per l’originalità dei suoi esemplari vittoriosi in molte gare. Costituita da Gino Macaluso, già navigatore di rally e vincitore nel 1972 del Campionato Europeo Rally. È considerata una delle più significative collezioni al mondo di auto dedicate a questo tipo di competizioni e ricostruisce un racconto della storia delle gare che si sono svolte tra gli anni ‘60 e ‘90 del Novecento entrate nella storia per le sfide leggendarie tra i piloti, per l’innovazione tecnologica portata dalle case costruttrici e per l’enorme successo di pubblico. La collezione comprende anche auto da pista, di F1 e Classic dagli anni ‘50 ai 2000. Molte di esse hanno preso parte a numerosi eventi nazionali e internazionali e sono state esposte al Museo dell’Automobile di Torino, al Louwman Museum, al Museo di Magny-Cours, ai Musei Ferrari, diventando un punto di riferimento per studiosi, collezionisti e appassionati. La Fondazione intitolata a Gino Macaluso è nata nel 2018 ed organizza, promuove e partecipa a manifestazioni, esposizioni ed eventi dinamici rivolgendosi in particolare ai giovani, organizzando visite con scuole e università, seminari, convegni, laboratori sull’automobile storica e i suoi protagonisti.
Centro Storico Fiat
É ora il Museo Nazionale dell’Automobile a gestire la riapertura e il programma di eventi e attività volte a rilanciare un luogo fondamentale per la storia dell’automobilismo e della Città di Torino, con l’obiettivo di restituire alla collettività il patrimonio che conserva.
Inaugurato nel 1963, il Centro Storico Fiat ha sede a Torino, in un edificio liberty che fu il primo ampliamento (1907) delle officine di corso Dante dove nacque l’azienda.
Fin dall’inizio è stato teatro di momenti importanti nella storia di Fiat: il primo risale al 4 maggio 1966 quando, nel salone centrale, Vittorio Valletta, una delle figure chiave nella storia ultracentenaria dell’azienda fondata dal Senatore Giovanni Agnelli, firmò l’accordo con l’URSS che portò alla costruzione di Togliattigrad.
Ora il Centro Storico ospita una collezione di automobili, cimeli, modellini e manifesti pubblicitari di artisti che copre l’intera storia dell’azienda. Dalla prima vettura, la 3½ Hp, all’impressionante “Mefistofele”, che nel 1924 batté il record mondiale assoluto di velocità. E poi ci sono il primo trattore, il Fiat 702 del 1919; l’autocarro 18BL, che motorizzò le truppe italiane nella prima guerra mondiale, la Littorina, protagonista del trasporto ferroviario a partire dagli anni Trenta e l’affascinante caccia G91, il velivolo disegnato da Giuseppe Gabrielli e poi adottato dalla NATO.
Il percorso di visita, in cui è possibile imbattersi in motori per navi, biciclette, frigoriferi e lavatrici “targati” Fiat, si snoda attraverso la ricostruzione di alcuni stabilimenti simbolo della storia aziendale e dei cambiamenti nel modo di lavorare.
Nello stesso edificio è presente anche l’archivio aziendale, consultabile su appuntamento: più di 5.000 m.l. di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, più di 6 milioni di immagini (stampe, diacolor, lastre e negativi), 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse il fondo del progettista Ing.Dante Giacosa, il “papà” delle utilitarie – la Topolino, la 600, la 500 – che hanno motorizzato l’Italia.
Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Museo Nazionale dell’Automobile
Il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino è stato inaugurato il 19 marzo del 2011. Il suo aspetto, contemporaneo e avveniristico, è stato ideato e progettato dall’architetto Cino Zucchi e l’innovativo spazio espositivo è stato firmato dallo scenografo François Confino. L’investimento complessivo del Museo è stato di 33 milioni di euro, di cui 22 milioni destinati alla ristrutturazione dell’edificio e 11 milioni agli allestimenti interni. Gli spazi, quasi raddoppiati nel 2011, sono passati dagli 11.000 mq della struttura originale agli oltre 19.000 mq di quella attuale, raccontano la storia dell’automobile insieme alla storia di una cultura e di una società attraverso un percorso unico al mondo per linguaggio e per patrimonio.
Un nuovo sistema multimediale e interattivo unico al mondo per livello di approfondimento, 32 Ipad fissi all’ingresso di ciascuna sezione e a disposizione dei visitatori, QRcode su tutte le automobili e i pannelli di sezione, 20 nuovi video, 3 nuove vetture, una serie di completamenti scenografici lungo tutto il percorso espositivo, uno spazio interamente dedicato al design, il grande garage finalmente visitabile (su prenotazione) e un’officina che accoglierà la Scuola di Restauro: sono solo alcune delle tantissime novità che da settembre 2014 hanno completato il progetto di ristrutturazione del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino “Avv.Giovanni Agnelli” avviato dieci anni fa, nel 2004.
Ad essere protagoniste sono le nuove tecnologie digitali che funzionano grazie all’istallazione di una nuova rete Wi-Fi per incrementare le possibilità interattive e sviluppare la comunicazione multimediale all’interno dell’intero percorso museale. Sarà possibile per i visitatori scoprire il vastissimo patrimonio di informazioni e dati raccolti dal Museo: approfondimenti storici, immagini d’archivio, schede tecniche sulle vetture e sui carrozzieri saranno consultabili attraverso tablet e smartphone personali, totem multimediali o Ipad in affitto.
Un vero e proprio Albero della Conoscenza costituito da un tronco – le 30 sezioni più l’Open Garage che compongono l’itinerario di visita ciascuna delle quali è descritta da un pannello introduttivo – dai rami – le storie collegate alle vetture esposte in ciascuna sezione – e dalle foglie – approfondimenti sempre più accurati e moltiplicabili. L’albero cresce se alimentato dalla partecipazione e dal contributo dei visitatori.
Questo sistema, concepito per essere in progress, è in grado di monitorare le preferenze dei visitatori o trasformare le carenze da loro riscontrate in suggerimenti e spunti. In questo modo il Museo raccoglierà i desiderata degli utenti, in modo da poter valutare punti di forza e debolezze sia del percorso espositivo che del sistema interattivo di informazione ed approfondimento.
Il design è il cuore pulsante del Museo, lo spazio che racconta la creatività all’opera, l’idea che diventa sostanza grazie all’applicazione e al lavoro di squadra. Il piano terra è stato completamente riallestito con spettacolari scenografie finalizzate a promuovere una più ampia conoscenza del car design, della sua evoluzione storica, degli uomini che ne hanno determinato i cambiamenti e gli orientamenti presenti e futuri.
L’Onda del car design è strutturata come una time-line che racconta, periodo per periodo, la storia della motorizzazione, dell’industria, della società e della cultura automobilistica: in ogni periodo si inseriscono i nomi dei più grandi car designers, con una breve biografia che ne racconta la carriera. Un percorso professionale che viene rappresentato anche graficamente da una linea. Talvolta la linea finisce insieme alla carriera, in altri casi dà origine a una tradizione di famiglia. In ogni caso ogni personaggio lascia una propria impronta ed un proprio contributo alla formazione della grande onda del car design.
Nella sezione troviamo anche le interviste a 14 protagonisti del car design a cui il museo ha posto 14 domande: le stesse domande per tutti, 14 punti di vista differenti che ci permettono di mettere a confronto (nello schermo interattivo sottostante l’istallazione) carriere, profili e percorsi. Nel medesimo spazio, due nuove vetrine si aggiungono alle precedenti, dedicate a Lorenzo Ramaciotti – Head of Design di FCA – e a Roberto Giolito – Direttore Stile Fiat.
L’open garage ospita le vetture della collezione che non trovano posto nel percorso. Uno spazio vivo dove le vetture possono essere mantenute, restaurate e conservate, oltre che osservate e studiate. Visitabile su prenotazione, il garage del Mauto accoglierà l’officina e la scuola di restauro, grazie alla quale si potranno coinvolgere operativamente professionisti del settore delle auto d’epoca, artigiani ed esperti che affiancheranno giovani allievi così da promuovere un passaggio intergenerazionale delle competenze e si darà l’opportunità, grazie alla rete di collaborazioni che il museo sta intessendo sia a livello nazionale che internazionale, di far conoscere e di valorizzare l’immenso bacino di talenti, l’estro creativo, l’artigianalità e le capacità imprenditoriali esistenti a Torino e in Piemonte.
Stellantis Heritage HUB
I prestigiosi marchi italiani
I locali dell’ex Officina 81 di Via Plava a Torino, uno degli storici impianti di produzione meccanica Fiat all’interno dello stabilimento di Mirafiori, ospitano dal 2019 Heritage Hub, lo spazio polifunzionale dove ha sede il dipartimento Heritage di Stellantis, incaricato della valorizzazione dei marchi Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
All’interno di Heritage Hub trovano spazio tutti i servizi e i prodotti firmati da Heritage, oltre agli uffici del personale. Gli oltre 15.000 m² di superficie ospitano ed espongono trecento veicoli che raccontano la storia dello stabilimento di Mirafiori e dei marchi Fiat, Lancia e Abarth. Tra queste, sessantaquattro esemplari sono i protagonisti delle otto aree tematiche “trasversali” ciascuna delle quali ospita vetture di marchi ed epoche diverse che animano lo spazio espositivo di Heritage Hub: Small and safe – Style marks – Epic journeys – The rally era – Eco and sustainable – Archistars – Concepts and “fuoriserie” – Records and races -. Heritage HUB conserva inoltre circa cinquanta vetture Alfa Romeo e Jeep, una selezione di importanti motori automobilistici e aeronautici, sperimentali e di produzione ed auto d’epoca Fiat della collezione storica dell’Arma dei Carabinieri.
Stellantis Heritage Hub è uno spazio fluido e creativo ospitato in un edificio evocativo ed evoluto, dove interazione e connettività restituiscono uno sguardo attuale alla storia gloriosa di Fiat, Lancia e Abarth, i marchi più strettamente legati al territorio torinese, oltre alla milanese Alfa Romeo. L’ambiente ha mantenuto il suo fascino industriale. Pareti, pavimenti e il reticolo di pilastri sono stati restaurati con i colori e i materiali originali – diventando uno spazio polifunzionale fluido e creativo, moderno e stimolante, dove esprimere al meglio la missione di FCA Heritage: tutela, divulgazione e promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA.
Alzando lo sguardo si può ammirare la mostra sospesa sulla storia di Mirafiori, un percorso di pannelli fotografici e testuali che racconta le vicende più significative dello stabilimento attraverso una fruizione coinvolgente e intuitiva. La collezione è in fase di continuo arricchimento. Ne è un esempio l’esemplare della Fiat Nuova 500 elettrica presentato nel 2020 al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nei giardini del Palazzo del Quirinale e alcune Jeep, marchio un tempo di FCA e oggi di Stellantis.
Museo Orsi
Il Museo delle Macchine Agricole Orsi è ospitato in una parte di quegli stessi capannoni (ex torneria), opportunamente adattati e ristrutturati (grazie anche all’approvazione del Comune di Tortona e ai contributi della Comunità Europea), che furono le officine dell’azienda, in via Emilia . L’idea del museo è stata fortemente voluta dall’Associazione di ex operai Orsi, presieduta da Luigi, fratello dello scomparso Giuseppe.
L’area espositiva coprirà una superficie di 1800 mq, cui si aggiungeranno 500 mq. tra uffici, reception, centro di documentazione, magazzino e servizi tecnici. Qui trova posto l’esposizione dei pezzi più interessanti – alcuni anche unici – delle preziose collezioni Orsi e Berri. L’esposizione iniziale prevede 22 esemplari tra trattrici, locomobile, pressaforaggi, trebbiatrici, mietitrebbia, che documenteranno tutta la produzione della ditta Orsi dalle sue origini – primi del ‘900- alla fine degli anni ’50. La collezione comprende pezzi molto interessanti delle preziose collezioni Orsi e Berri, come il primo trattore «testa calda» della Orsi: si tratta di un esemplare unico del 1927, che è stato realizzato dal progetto della tesi di laurea al Politecnico di Torino dell’ingegner Luigi, padre di Roberto Giuseppe.
Bottega delle vecchie moto
Una passione per la moto che ha caratterizzato una vita intera. Michelangelo Pochettino, conosciuto da tutti con il nome “Puki”, è sicuramente uno dei personaggi più significativi nel settore dei motocicli d’epoca. Ex pilota di motocross poi diventato distributore delle Montesa e importatore delle CZ, ha messo insieme nel tempo una delle collezioni più belle ed eterogenee esistenti in Italia.
Nella sua “carriera” nel settore motociclistico ha fatto anche il costruttore. Un impegno che l’ha portato a realizzare ottimi prodotti. Moto di nicchia per intenditori, come quella da lui assemblata nel 1968 con telaio della tedesca Wabeha e motore 250 della spagnola Montesa. Un mezzo che “Puki” ritiene essere uno dei migliori per via del corretto posizionamento delle pedane e l’ottima distribuzione dei pesi.
Ma a stupire il visitatore è la collezione delle moto da competizioni realizzate dal 1945 al 1970: Mondial, Ducati e Parilla sono i “pezzi forti” di questa straordinaria raccolta.
Museo Autoclub Storico Pesaro "Dorino Serafini"
Alcuni Club ASI hanno particolarmente a cuore la tutela storica delle loro tradizioni sportive. Fra questi, il Club ASP Dorino Serafini di Pesaro che ha trasformato la sua sede in un museo fotografico con splendidi scatti in bianconero e molti cimeli e trofei del campione marchigiano. La storia di questo piccolo ma significativo museo inizia da lontano. Alla fine degli anni 90 Dorino Serafini (1909-2000) aveva affidato in comodato d’uso tutti i suoi trofei al Museo Morbidelli. Dopo la chiusura del Museo, mentre i trofei venivano messi all’asta da Bonham’s, il Club Auto Storiche Pesaro “Dorino Serafini”, con una paziente opera di mediazione, riusciva a bloccare la vendita ed a ricevere in custodia tutto il materiale dagli eredi Serafini. A dicembre 2019 il Club ha organizzato una mostra a Pesaro presso la sala Laurana del Palazzo della Prefettura di Pesaro ed Urbino per fare conoscere alla città i trofei conquistati dal prestigioso cittadino pesarese. Nel novembre 2021 è cambiato il consiglio direttivo del club che ha puntato da subito ad avere una nuova sede del Club pensando di adibirla a museo con cimeli, foto, libri e tutto quello che è stata la vita del campione Dorino Serafini, iniziata negli anni ’30 mietendo successi con le due ruote. Serafini conta nel suo palmares motociclistico due titoli italiani, 1933 con la MM.175 cc e nel 1936 con la Bianchi 500cc. Il trofeo più prestigioso arriva nel 1939, quando il pesarese si aggiudica il titolo europeo (equivalente del Mondiale di oggi) con la Gilera 500 cc. 4 cilindri. Terminato il cruento secondo conflitto mondiale, Serafini ritorna in pista con le auto. Cisitalia, Frazer Nash, Osca MT 4 e Maserati 4CLT, sono i vari marchi che portano alle prime prestigiose affermazioni, che consentono all’asso pesarese di entrare come pilota ufficiale nella Scuderia Ferrari, affiancando Alberto Ascari e Gigi Villoresi. Arrivano prestigiose vittorie e piazzamenti nelle gare più importanti dall’Europa al Sud America, come il secondo posto nella Mille Miglia del 1950. Nell’edizione 1951 della “Corsa più bella del mondo” Serafini parte da Brescia con i pronostici che lo vedono tra i favoriti per il successo finale. Purtroppo un terribile incidente, lo costringe ad abbandonare definitivamente le corse.
Alcune foto sono state concesse gentilmente dall’archivio del giornalista storico Franco Andreatini