Collezione Mauro Calestrini

Pregevoli esemplari della Piaggio, molti pezzi unici.

La produzione Piaggio, dalle Vespe con esemplari vari in condizioni di conservazione esemplare. Dai motori marini, alla vettura Vespa ai mezzi di trasporto Ape e rimorchi. Raro sidecar per Vespa. Premi e coppe dei raduni e corse con Vespa.

Calestrini dal ’95 raccoglie tutta la documentazione Piaggio ed è stato Presidente del World Club Vespa. Ha un eccezionale archivio con documenti e foto con Caproni plurivincitore di gare con Vespa. Notevole l’Ape con le scritte Coca-Cola ultimo rimasto della produzione Piaggio.

Collezione Pollini

Lo sviluppo dell’automobile ha evidenziato anche l’evoluzione della società. I progressi tecnici di questo complesso prodotto hanno riflesso anche quelli che sono stati i salti in avanti compiuti nel settore della produzione industriale e in altri campi. Ma come evidenziare lo stretto legame tra il mondo dell’auto e quello delle varie organizzazioni economiche? Un collezionista di Bologna ha provato a rispondere a questa domanda creando un’associazione che ha come scopo quello di favorire la conoscenza dell’evoluzione delle abitudini e del costume dagli anni ’50 al 2000 attraverso la storia e i modelli delle auto che hanno accompagnato più generazioni. Un modo per evidenziare quel sottile legame che esiste tra auto e mondo del cinema, della moda, dello sport, della politica e dell’arte.

Quest’organizzazione (che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Casalecchio di Reno) è stata creata dal collezionista Giovanni Pollini. L’appassionato ha saputo mettere insieme una ricca raccolta di materiale automobilistico: modellini d’auto, depliant pubblicitari, libretti d’uso e manutenzione,riviste specializzate, modelli di vetture d’epoca, ed oggetti che gravitano intorno al mondo dell’auto (dalle radio a valvole al mangiadischi, dal vecchio biglietto dell’autostrada al gettone telefonico e tante altre curiosità).

Alla scoperta dell’affascinate mondo dell’automobile spiegato attraverso i suoi legami con la storia, i personaggi, il cinema, la musica e altri importanti aspetti della società dal 1950 al 2000.

Aneddoti di storia e di memoria suscitano nostalgia in alcuni ed il piacere della scoperta in altri.

Collezione Mario Sassi

Una visione ad un incrocio stradale è stata l’origini della passione di Mario Sassi per le motociclette Ducati. Appena sedicenne, dopo aver visto in un crocevia una Ducati 100 Sport, il giovane emiliano decide di destinare il suo primo stipendio (40.000 lire) all’acquisto di questa mitica motocicletta di Borgo Panigale. Non a caso questo moto è la prima esposta nel percorso della collezione che raccoglie alcuni dei più significativi prodotti della Ducati.

Non solo motociclette: pochi sanno infatti che all’inizio della sua storia l’azienda bolognese produceva rasoi, radio e condensatori. Solo con il “Cucciolo”, il motore ausiliario applicabile alle biciclette prodotto dopo la seconda guerra mondiale, la Ducati inizia la sua produzione motociclistica. Le cinquanta moto esposte nei locali di Mario Sassi raccontano questa storia, coprendo un arco temporale compreso tra il 1950 e i primi anni ’90.

Visitando l’esposizione l’appassionato incontra motocicli come la Ducati 200 Elite del 1958, la 250 Mach 1 del 1965 (in grado di superare i 160 km/h, la più veloce “duemezzo” del suo periodo), la 250 Scrambler del 1968 e la ricercatissima 750 Super Sport del 1974. La collezione si integra perfettamente con il Museo Ducati di Borgo Panigali, riservata quasi esclusivamente alle motociclette da competizione.

Collezione Righini

La collezione d’auto e moto Righini è conservata all’interno del Castello di Panzano a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, un tempo appartenuto al casato Malvasia.

Le antiche mura della struttura racchiudono la testimonianza della grande passione di Mario Righini per il recupero e il restauro di auto antiche, coltivata sin dalla giovinezza, allorché assistette alla demolizione degli automezzi requisiti dallo Stato. E così, mantenendo fede alla promessa di raccogliere il maggior numero di auto e moto d’epoca, Righini ha conservato la storia dei motori del nostro paese negli spazi del castello un tempo destinati agli ambienti di servizio.

La collezione composta da circa 350 esemplari, tra cui spiccano la Auto Avio Costruzioni 815 del 1940, la prima vettura costruita da Enzo Ferrari, quando ancora non esisteva la sua fabbrica, acquistata da Righini dal Museo di San Martino in Rio; l’Alfa Romeo 2300 8C, appartenuta al leggendario Tazio Nuvolari, che con essa vinse la Targa Florio nel 1933 e il Gran Premio di Monza; la singolare Fiat Chiribiri del 1912, che nell’aspetto ricorda un sigaro su quattro ruote, in grado di raggiungere velocità sorprendenti per l’epoca. Non mancano anche altri pezzi che rappresentano il meglio dell’automobilismo, come Ferrari, Mercedes Benz, Isotta Fraschini, Rolls Royce.

Ad accogliervi sarà Mario Righini in persona, che dimora proprio presso il castello.

Collezione Gian Luigi Trevisani

C’è chi venderebbe l’intera collezione pur di avere una Lancia Auelia B24, sogno di molti appassionati.

Gian Luigi Trevisani di Cesena non ne ha una soltanto, ma addirittura tre, in condizioni eccezionali, prodotte negli anni 1955 e 1957.

Partita dai modelli Ford T e Ford A, questa bella raccolta, custodita con amore in una struttura dedicata e ben illuminata, arricchita da suggestive decorazioni in grande formato appese alle pareti, si è in tempi successivi concentrata sui modelli Lancia, fra i quali spiccano una Lancia Lambda 1925 IV serie Torpedo, una Dilambda Torpedo 1930 carrozzata Gangloff, un’Aprilia 1937 Convertibile Stabilimenti Farina, un’Aurelia B20 1956, un’Aurelia B24S sia Spider che Convertibile ed una Flaminia Super Sport Zagato 3C.

Oltre a queste, Mercedes Benz 190SL, Fiat 501 due posti, Bugatti T57 Ventoux, Charles Richard 1912, Fiat 500A ‘Topolino’, Isetta, Jaguar XK140 e molte altre. Alvis 34, Mercedes 220 SE 1859 convertibile, Mercedes 350 SL e 380

Fanno parte della raccolta anche una Fiat 600 multipla, una Chrysler Town e Country del 1949, una Bentley S1, un’Aurelia B20 ricarrozzata Brussolo e un’Alfa Giulietta Spider.

Museo della Marineria

Al Museo della Marineria di Cesenatico si può apprendere una parte della storia della navigazione e il progressivo passaggio dalla vela al motore. Oltre a una collezione di propulsori marini, ci sono anche motori d’aereo recuperati dal mare.

Le testimonianze storiche e della tradizione marinaresca vivono intrecciate con la realtà di Cesenatico. Le antiche barche a vela sono ormeggiate fianco a fianco con i moderni motopescherecci, che ritmano ancora con le loro uscite i tempi del Porto Canale, disegnato da Leonardo da Vinci, chiamato nel 1502 a suggerire interventi migliorativi all’approdo preesistente
e alla vecchia Pescheria (ancora attiva, si trova a pochi passi dal moderno Mercato all’ingrosso del pesce).

La parte più interessante, per gli appassionati di motorismo storico, è sicuramente la sezione dove sono esposti i propulsori utilizzati sulle imbarcazioni. L’adattamento del motore agli scafi tipici è visibile, per esempio, nel “mototòpo”. Il “topo”, tipica barca lagunare, veniva infatti utilizzato per la “portolata”, il trasporto a terra del pescato. Molti esemplari di questo scafo, privati dell’albero, venivano motorizzati con propulsori diesel.

Collezione Villa Italia

Riassunto delle moto costruite da Francesco Villa (e pilota Walter).

La storia delle motociclette da competizione della Francisco Villa, poi Moto Villa e concentrata in un museo a Concordia sulla Secchia in provincia di Modena.
L’associazione VillaItalia capitanata da Daniele Neri ha raccolto le moto da gara oltre ad altri modelli della carriera costruttiva ed agonistica di Walter e Francesco Villa. Si parte con le moto da pista 2T del 1968 condotte dai due fratelli nelle classi 125 e 250, oltre alla mono 4T, per finire nell’altra ala con tutte le moto da cross plurivincitrici nei campionati italiani e mondiali. Spesso le moto sono ancora nello stato in cui si trovavano alla fine dell’ultima gara. Altre sono state restaurate mantenendo la componentistica originale compreso alcune applicazioni sperimentali.

Museo Marco Simoncelli

Il Museo Marco Simoncelli nasce a Coriano (Rimini), paese natale del pilota romagnolo, nel dicembre del 2012, poco più di un anno dopo la sua scomparsa a causa di un gravissimo incidente in gara.
Si tratta di una galleria-museo che ripropone le imprese di uno dei più amati piloti di motociclismo, Marco Simoncelli (anche detto Sic, dalla contrazione che il suo nome subiva sui cartelloni esposti dai box durante le gare). La galleria narra la storia del campione e la sua vita fuori dalle corse. Nel museo si possono ammirare moto, caschi, tute e tutto ciò che gli apparteneva. Marco nasce a Cattolica il 20 gennaio 1987. Ha vissuto da sempre con la famiglia nella piccola località di Coriano in provincia di Rimini.
Fin da piccolo è appassionato di minimoto e nel 1999 ne diventa campione. Coltiva con gradualità e grinta la sua passione fino ai circuiti del motomondiale. Nel 2008 è campione del mondo della classe 250 cc. Nel 2010 entra a far parte della cilindrata madre, la MotoGP. Il 23 ottobre 2011, a soli 24 anni, durante il gran premio di Malesia, perde la vita a seguito di un gravissimo incidente. All’esterno del Museo, lì dove le colline di Romagna degradano dolcemente verso l’orizzonte del mare, c’è il monumento a Marco Simoncelli nella forma di una marmitta che ogni domenica incendia l’aria per 58 secondi: 58 secondi di gas, 58 secondi che riportano alla mente le gare, le staccate, le pieghe… insomma il campione romagnolo in sella alla sua moto. Molto fornito anche il punto vendita chiamato “Roba del SIC”, ovvero il negozio ufficiale che destina parte del ricavato alla Fondazione Marco Simoncelli.

Collezione Otello Buscherini

L’Associazione Otello Buscherini è nata nel 2003 su iniziativa di un grande amico del pilota, Luciano Sansovini. Nel 2015 è stata inaugurata la Casa dei ricordi per ricordare questo pilota, nato a Forlì il 19 gennaio 1949 e morto per una caduta mentre disputava il GP delle Nazioni al Mugello nella classe 250 il 16 maggio 1976. Nella struttura sono esposte le testimonianze sportive della sua carriera. Tra queste spiccano alcune moto come le Malanca 50 e 125 con la quale Otello nel 1973 ha vinto i GP di Cecoslovacchia a Brno, quello di Finlandia a Imatra e il campionato Italiano nel 1974.
L’Associazione ha pubblicato in passato vari libri sul motociclismo storico fra questi “La mototemporada romagnola”. Una parte della casa dei ricordi è dedicata a diversi piloti forlivesi e romagnoli dove sono esposti oltre 300 trofei delle loro vittorie.
Oltre alle Malanca nel locale è esposta la Ducati Moto GP del 2004 di Loris Capirossi e la Ducati Moto GP con la quale Troy Bayliss vinse nel 2006 l’ultimo GP a Valencia, la Benelli 500 con la quale Jarno Saarinen si classificò primo a Villa Fastiggi nel 1972, una Benelli 500 GP del 1968 e la Sandroni 125, una delle prime moto di Valentino Rossi. Molte delle moto presenti sono di proprietà del collezionista di Tavullia Giuseppe Sandroni e gestite in varie manifestazione in Italia e in Europa dall’Associazione Otello Buscherini.
La casa dei ricordi di Otello Buscherini è aperta di solito la domenica mattina ma anche altri giorni, sempre su appuntamento, telefonando al numero indicato in questa scheda.

Museo "Amici del Treno"

A Forlì cimeli, storia e tante curiosità ferroviarie.

A due passi dal primo binario della stazione di Forlì, dentro un magazzino, si nasconde una raccolta di materiale del reparto Romagna delle Ferrovie dello Stato. E’ il museo storico ferroviario, curato dagli «Amici del treno» di Forlì, che nel corso degli anni hanno collezionato cimeli e curiosità sulle ferrovie e, dal 2003, hanno scelto il vecchio magazzino merci Grande Velocità per conservarle. La struttura, dopo aver esaurito la sua funzione originaria di deposito e luogo per la spedizione celere delle merci per ferrovia, oggi rimane di proprietà di RFI, l’infrastruttura ferroviaria nazionale. Alcune stanze, che erano adibite ad uffici, ora servono per ospitare il piccolo museo e per conservare e salvare dall’oblio attrezzi, strumenti ferroviari, archivi storici. Un simulatore, con schermo e banco di manovra «da locomotore» sta per essere ultimato nella stanza centrale del museo, accanto a berretti, lanterne, uniformi. Purtroppo ad oggi la struttura museale non è ancora ufficialmente aperta e pienamente fruibile al pubblico in date ed orari precisi. Si effettuano, per ora solo aperture straordinarie per singoli gruppi.