Descrizione
Difficile immaginare, passeggiando nel cuore della capitale, che in un ampio sotterraneo del centro sia amorevolmente custodita la più bella collezione d’auto americane d’Italia. Artefice di questo raffinata raccolta è Nicola Bulgari, da sempre appassionato delle auto d’oltreoceano prodotte nella prima metà del secolo scorso. Polo Ciminiello è il curatore di questa magnifica raccolta, e spiega: “La filosofia di base che contraddistingue la collezione romana di Nicola Bulgari è che tutti i veicoli sono in perfetta efficienza e chiedono solo di essere guidati. Le automobili sono state progettate, costruite e vendute per stare su strada. Per muoversi, far sentire la voce del loro motore. Così è per ciascuna delle auto della collezione Bulgari. Al contrario, molti collezionisti spesso investono cifre molto importanti dimenticando poi in un angolo le loro vetture, talvolta con le gomme afflosciate. E il sogno finisce lì. Qui invece tutto vive perché non c’è un motore che non parta”. Le cure e le manutenzioni sono costanti e scrupolose. Un team completo si prende cura ogni giorno della collezione con l’aiuto di professionisti esterni. Fra i più apprezzati i fratelli Keith e Chris Flickinger, fondatori di Precision Motor Car, azienda specializzata nel restauro di auto americane con sede in Pennysilvania, nella cittadina di Allentown, cento miglia a sud di New York. Vicino alla ditta dei Flickinger, Bulgari ha realizzato una mostra di 130 auto storiche. I due fratelli sono spesso a Roma per suggerire le tecniche di ripristino più opportune e condividere con gli stretti collaboratori di Bulgari le linee di restauro, ovviamente con una professionalità a cinque stelle. L’area del garage romano è di mille metri quadrati per ospitare una cinquantina di automobili. Altrettante sono in Toscana e 130 in America, ad Allentown. L’80 per cento delle auto sono state costruite prima del 1960. La più vecchia è del 1928.
Ma perché la scelta di Bulgari ha sempre privilegiato le auto americane?
“Per lo stretto legame fra automobili e la società americana”, risponde Giorgio Laudisa, che si occupa delle relazioni esterne della famiglia Bulgari, ”in quanto il fenomeno motoristico e soprattutto automobilistico è stato il protagonista del Novecento, fino a diventare icona della cosiddetta ‘happy car’ ossia l’auto felice”. “L’America è nata con l’automobile e l’automobile ha condizionato pesantemente e positivamente il suo sviluppo. Pensiamo alle grandi avenues, alle lunghe distanze, ai centri periferici e suburbani, alle case unifamiliari, ai centri commerciali, ai drive in, ebbene in ognuna di queste realtà simbolo del progresso americano l’auto è stata ed è la vera protagonista, la stella polare”. Non sono solo parole ma cifre snocciolate da Laudisa: “Solo del Modello T sono stati prodotti 15 milioni di esemplari e quasi cinque milioni di Modello A. Un altro esempio: nel 1929 vennero prodotti in Usa cinque milioni di auto prodotte, mentre tutto il resto del mondo ne produceva, complessivamente, 500 mila. Soprattutto negli anni Venti, Trenta e Quaranta gli Stati Uniti hanno rappresentato l’avanguardia motoristica del Novecento”.