Museo del Sidecar

Quando si parla di motori si è avvezzi a considerare le due e le quattro ruote, spesso dimenticando che un pezzo di storia appartiene anche alle tre ruote dei sidecars, mezzi curiosi, asimmetrici, la cui storia si può suddividere in tre epoche, in base al materiale adoperato per la costruzione del carrozzino; legno, metallo e plastica. Il Museo Internazionale del Sidecar è sicuramente unico nel suo genere. In trent’anni Costantino Frontalini ha raccolto oltre cento esemplari di questo singolare mezzo di trasporto, creando una collezione che, data la qualità e la quantità dei mezzi esposti, è interessante non soltanto per l’appassionato del settore.

Il museo è organizzato in modo da illustrare la storia completa del sidecar, ripercorrendo oltre un secolo di evoluzione tecnica di questo mezzo: sono quindi ben distinti i vari periodi, preistoria, ventennio, pionieri, dopoguerra e futuro. Sono cinque le sezioni in cui si suddivide la collezione: turismo, commerciale, competizione, militare e bonsai.

La sezione turismo include i modelli più rappresentativi dalla fine del secolo scorso ai giorni nostri, oltre ad alcuni scooter e biciclette con sidecar e qualche motocicletta appartenuta a personaggi famosi o utilizzate in noti film.

I carrozzini costruiti a scopo utilitario per trasporto merci e per gli usi specifici più disparati sono esposti nella sezione commerciale, a cui segue quella da competizione, in cui viene dato spazio all’uso particolare dei sidecar nelle corse e ad un particolare tipo di motocarrozzetta snodata.

Nella sezione militare è possibile ammirare i mezzi usati durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Qui appositi diorami collocano i sidecar all’interno di scene belliche reali.

Infine la sezione bonsai raccoglie tutte le miniature inerenti ai sidecar. Molto curata anche la sezione “sidecars from Hollywood to Cinecittà” di cui si occupa personalmente Giacomo, il figlio di Costantino, e quella comprendente gli ultimissimi esemplari, costruiti dall’appassionato marchigiano. Tutte le sezioni sono arricchite da documenti originali, filmati e foto. Tra le curiosità, il sidecar più lungo del mondo: Bohmerland 1932, quello più largo: Indian Chief 1935, il più piccolo: Excelsior Corgi 1946 e il più grande: BMW R75 con tre rimorchi.

Museo Cifa

Nel 2013, per celebrare gli 85 anni di storia aziendale, CIFA ha realizzato un museo-showroom che ha l’arduo compito di condensare in alcuni metri quadrati la storia dell’azienda, dei suoi prodotti e delle innovazioni apportate al mondo delle costruzioni in calcestruzzo.

L’accesso al museo avviene attraverso un tunnel vetrato che permette al visitatore di iniziare a conoscere la storia dell’azienda grazie ad una serie di pannelli fotografici che raccontano l’evoluzione dell’azienda attraverso l’evoluzione dei suoi prodotti e i protagonisti principali delle varie epoche. L’esposizione dei pannelli prosegue anche all’interno intersecandosi con il racconto di alcuni eventi storici rilevanti che accadevano, in Italia e nel mondo, duranti gli anni della crescita della CIFA.

Sul lato opposto l’esposizione dei pannelli racconta l’evoluzione del lavoro in cantiere attraverso le opere infrastrutturali più importanti realizzate con attrezzature CIFA, in varie epoche. Nell’area espositiva, al centro, sono posizionate due macchine d’epoca: una delle prime autobetoniere modello Transmixer 800 del 1967 e la prima pompa per calcestruzzo AP50D del 1970. Inoltre, sempre al centro, è posizionato un plastico che, in miniatura e con dei modellini di prodotto, richiama l’attuale gamma Cifa e Zoomlion, perfettamente integrata e complementare in tutti i segmenti delle macchine da costruzione.

Sul fondo è presente anche una sala multimediale dotata di schermi che propongono vari filmati riguardanti le caratteristiche innovative dei prodotti più recenti (la betoniera ibrida Energya E9, l’evoluzione della gamma Carbotech ed un video per la presentazione di tutta la gamma prodotti).

Infine, un video “company profile” che descrive in breve i numeri di Cifa e della sua integrazione con Zoomlion e un altro video “tributo” al lavoro dei dipendenti, vero cuore dell’azienda che, insieme alla tecnica, sono capaci di costruzioni complesse e affidabili.  Completano l’esposizione una sezione di braccio di distribuzione in carbonio e alcune teche e quadri che illustrano i metodi di progettazione utilizzato dai tecnici nel passato e nel presente.