Luigi Marignani ha partecipato negli anni Sessanta a diverse competizioni al volante di Abarth GT. I primi ricordi motoristici affondano le radici nell’immediato Dopoguerra, precisamente nel biennio 1947 e 1948, quando nella sua città, Frosinone, restò folgorato dalle moto da corsa guidate da campioni come Libanori, Roccatani,Liberati, Sartori, Mancini, Frasca ed altri ancora, che si cimentavano su un circuito cittadino. Diventa poi concessionario Abarth di zona e stringe amicizia con diversi piloti locali. Nel 1964 è fra i fondatori del ‘Frosinone Auto Sporting’ ed organizza la cronoscalata Magione-Veroli. La gara vide il debutto la nuova Porsche 904 GTS di ‘Noris’, pseudonimo di Giacomo Moioli, nativo in provincia di Brescia ma veronese d’adozione, velocissimo pluricampione italiano delle gare in salita. Nell’epoca d’oro di queste competizioni Marignani è fra i promotori della Guarcino-Campocatino e ottiene lui stesso lusinghiere affermazioni in questa gara e nella Fiuggi-Arcinazzo, nella Valvisciolo- Bassiano, nella San Benedetto del Tronto-Acquaviva Picena oltre a piazzamenti nei primi posti nelle Salita del Terminillo, nella Coppa del Cimino, nel Trofeo Micangeli e nella Svolte di Popoli. “Non ero un fuoriclasse”, sorride ricordando il suo passato sportivo, “ma soltanto un grande appassionato che mirava ad arrivare in fondo ricordando sempre che una rottura costava troppo, un incidente con gravi danni era una spesa pesante e che, dopo le corse, c’era il lavoro che mi attendeva”. Nel 1964 è fra i fondatori del ‘Frosinone Auto Sporting’. Verso la fine degli anni Settanta affiora in lui il desiderio di conservare le vetture con un passato storico. “Mi aiutò l’entusiasmo del ‘Circolo Auto e Moto d’Epoca Frusinate’ nato con l’intento di mantenere vivo l’interesse per il motorismo storico in Ciociaria e trasmettere ai giovani questo patrimonio di cultura”. I suoi contatti si allargano, anche fuori Italia, e piano piano la sua collezione si arricchisce sino a raggiungere una settantina di esemplari con molte Alfa, Ferrari, Lancia, Cisitalia, Fiat, Siata, Maserati, Mercedes, Porsche, Jaguar, Singer, Rolls-Royce, Bentley, Connaught e molte altre. Notevole anche la sezione motociclistica con l’Alpino 48,il Mosquito Garelli, la MV vincitrice del circuito di Frosinone, una raccolta completa dei modelli Rumi ed altri modelli storici di case costruttrici italiane, come Guzzi, Morini, Gilera, Piaggio, Bianchi, Benelli, Ducati ed altri modelli tedeschi (BMW) ed inglesi (Triumph) di grossa cilindrata anche anteguerra. Fra le moto moderne che fanno parte della collezione sono una Harley-Davidson ed una Honda 1500cc. Tutti i modelli sono perfettamente funzionanti ed in uno stato di conservazione eccellente
Museo Ricordi Ferroviari Cremonesi
Ripercorre la storia delle ferrovie cremonesi dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri. Realizzato dai soci del Dopo Lavoro Ferroviario sul piazzale della stazione, espone materiale proveniente dall’ archivio dell’associazione e da donazioni private, da depositi e magazzini. Pezzo forte è la bandiera sabauda utilizzata nell’inaugurazione dell’ampliamento della stazione nel 1928. Alle pareti, applique originali d’epoca provenienti da sale d’aspetto e una cassaforte della seconda metà dell’Ottocento della Società Ferrovie dell’Alta Italia, proveniente da Colorno. Il pannello espositivo della seconda sala, su cui sono appese le foto storiche, è concepito come il fianco di una carrozza ferroviaria, diviso in fasce di diversi colori a seconda dell’epoca cui si riferiscono le fotografie: verde fino al 1905, castano fino al 1967 e grigio ardesia per gli anni successivi. Da qui, varcata la soglia, inizia il viaggio della memoria tra convogli passeggeri, treni a vapore, trazioni di treni diesel ed elettrici, binari e traversine, vecchi telefoni da campo, biglietterie e antiche macchine obliteratrici. Non mancano ricordi di vecchie stazioni, sedili di legno con reggibagagli in ottone, reti e velluti, segnali, fischi e scambi, ticchettii di vecchi tachigrafi. E gli immancabili trenini elettrici.
Collezione Bruno Dorigo
C’è lo spirito profondo della vera passione in una cascina friulana trasformata in “Fattoria delle Abarth”. E’ la bella iniziativa di Bruno Dorigo, ideatore di una suggestiva collezione, raccolta con amore pezzo dopo pezzo. Agricoltore e collezionista sessantenne, Dorigo ha realizzato a Campagna di Maniago (Pordenone) una “casa dei sogni” con alcuni esemplari dello Scorpione, una ricca documentazione fotografica oltre ad una quarantina di trattori d’epoca ed oggetti agricoli d’ altri tempi. Fra le auto esposte le versioni “1000 TC” (rispettivamente del ‘62 e del ‘63), una “1000 TC Gr.2″ del “71, una “1000 bialbero” del ‘62 e una ”750 Zagato“, definita “doppia gobba”. Accanto a queste, fanno bella mostra anche lo “Scorpione Francis-Lombardi 1.300 del ‘68, derivato dal telaio di un Fiat Coupe’ 850, una “Abarth 695” del ‘50 (telaio Fiat 500) e alcune Formula Abarth. Non c’ è un percorso obbligato da seguire, solo un’enorme passione dalla quale lasciarsi conquistare in una cornice calda e affettuosa.
Il Mulino dei Mestieri
Le bici operose dei nostri artigiani
All’interno di un frantoio dei primi del Novecento, trova spazio una collezione di biciclette allestite ed usate dagli ambulanti per svolgere al meglio il proprio lavoro. L’originale raccolta è uno spaccato di storia italiana che parte dalla fine degli anni Venti per arrivare agli anni Sessanta. Un periodo in cui auto e moto erano ancora privilegio di pochi. Per muoversi la gran parte della popolazione utilizzava la trazione animale o la biciletta. La mostra ha un particolare valore sociale e educativo perchè rivela e testimonia lo sforzo e la fatica che centinaia di artigiani hanno affrontato per risolvere al meglio i problemi della quotidianità. A realizzare questo simpatico museo sono stati i coniugi Alessia Frissi e Daniele Agulli, che coltivano questa passione da molti anni con l’impegno di trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria. Ognuno potrà, scoprendo la bici dell’arrotino, del falegname, del lattoniere, del lattaio, del sacerdote o del postino, farne tesoro, comprendere al meglio i bisogni di intere popolazioni in via di sviluppo, interpretare le migrazioni che spingono milioni di persone a cercare di migliorare la propria vita e soprattutto scoprire gli sforzi dei nostri padri e dei nostri nonni per costruire un dignitoso benessere. Senza remore sulle origini umili di molti, ma con la volontà di capire com’eravamo e per interpretare al meglio il nostro futuro.
Museo ferroviario di Bronte
Nel 2016 nel deposito locomotive della Stazione di Bronte è stato inaugurato dalla Ferrovia Circumetnea uno spazio espositivo dei suoi rotabili storici. Un piccolo museo con locomotive e littorine proprio per rievocare la storia di questa Ferrovia e raccontare anche un pezzo di storia della zona Etnea. Ci sono le automotrici, dette «littorine» che per decenni hanno portato su e giù dall’Etna milioni di pendolari e c’è la storica locomotiva a vapore del 1895, la N. 10 «Mascali» ribattezzata dai viaggiatori “a Caffittera”, che ha trainato carri e vagoni con merci di tutti i tipi: legname pregiato e traversine ferroviarie lavorate nella segheria della Ducea Nelson e tonnellate di pistacchi e mandorle, frutta, ortaggi, vini, prodotti nelle verdi vallate dell’Etna e spediti a Catania o a Giarre per essere vendute nei mercati dell’isola o imbarcate verso rotte lontane. Non c’è possibilità di prenotare, né di telefonare preventivamente. Occorre recarsi in loco e chiedere al capostazione (compatibilmente coi suoi impegni) di poter effettuare una visita.
Museo Fiat 500
Il Museo della FIAT 500 di Calascibetta (EN), dedicato alla storica vettura prodotta dalla Fiat dal 1957 al 1975, è stato inaugurato dal suo ideatore Piero Folisi l’11 Novembre del 2017.
La struttura in cui vengono organizzate mostre, concerti, conferenze ed eventi a tema, tra i quali quello della sicurezza stradale, ha uno spazio esterno dove il visitatore potrà ammirare diversi esemplari di Fiat 500 e delle aree interne nelle quali si espongono motori e componenti rari; si possono leggere libri e riviste dedicate e non, ammirare quadri, sculture, cartoline di artisti italiani e stranieri; vetrine espositive con modellini di Fiat 500; pezzi dal design moderno ed originale come musetti appendiabiti, cofani, tavolinetto da salotto e scrivania e per approfondire la storia della piccola utilitaria è possibile leggere pannelli esplicativi e vedere filmati.
Dalla sua fondazione alla fine del 2019 il Museo conta più di 4000 visitatori.
Il Vittoriale degli Italiani
Il Vittoriale degli Italiani è la cittadella monumentale costruita a Gardone Riviera (BS) sulle rive del lago di Garda dal poeta Gabriele d’Annunzio assieme all’architetto Giancarlo Maroni.
Si tratta di un complesso di edifici, vie, piazze, teatri, giardini, e corsi d’acqua. Venne eretto a memoria della sua “vita inimitabile” e delle imprese degli Italiani durante la prima guerra mondiale. Gli appassionati di storia possono trovare traccia della grande passione del “vate” per le imprese compiute a bordo dei più svariati mezzi.
Appeso alla cupola dell’auditorium del Vittoriale l’aereo SVA è uno dei cimeli più sorprendenti del Vittoriale. E’ l’aereo, guidato dal pilota Natale Palli, sul quale d’Annunzio nel ruolo di osservatore compì il 9 agosto 1918 compì la straordinaria impresa del volo su Vienna. La capitale dell’Impero nemico fu sommersa da volantini tricolori lanciati da d’Annunzio e che invitavano gli austriaci alla resa
La Fiat Tipo 4 è l’autovettura con la quale Gabriele d’Annunzio entra a Fiume il 12 settembre 1919 alla testa di un migliaio di legionari. Terminata tragicamente l’esperienza di Fiume il poeta si trasferisce a Gardone Riviera e fra i cimeli che vuole portare con se anche l’autovettura sui cui sportelli fa apporre lo stemma della Madonna di Loreto, protettrice degli aviatori, disegnato dall’artista triestino Guido Marussig
Arrivata al Vittoriale negli anni ’30, la Torpedo Isotta Fraschini è l’ultima delle numerose autovetture possedute da Gabriele d’Annunzio. Il colore blu della carrozzeria e rosso degli interni richiamano quelli del gonfalone di Principe di Montenevoso, titolo nobiliare del quale il poeta venne insignito nel 1924.
Non mancano le imbarcazioni: il MAS 96 è il motoscafo bordo del quale d’Annunzio nel febbraio del 1918 entrò nella rada di Buccari gettando nelle acque nemiche un audace messaggio di sfida. Il MAS venne poi donato al poeta durante il suo soggiorno a Gardone Riviera. Custodito nella Torre-Darsena, e ancora armato, veniva utilizzato dal poeta come imbarcazione da diporto.
Regia Nave Puglia è la nave sulla quale morì eroicamente Tommaso Gulli nelle acque di Spalato. Negli anni ’20 la nave, destinata al disarmo, venne donata dall’allora Ministro della Marina Thaon di Revel a d’Annunzio che la fece smontare nei cantieri di La Spezia, trasportare la prua fino al lago di Garda e rimontarla nel Parco del Vittoriale incastonandola sul fianco della montagna.
Piccolo Museo della Moto
Il più alto museo di moto in Italia
Lasciando la SS 113 da Barcellona Pozzo di Gotto e inerpicandosi per la SP79 in una ventina di minuti si arriva a Castroreale (ME) a 394 metri s.l.m., considerato uno dei Borghi più belli d’Italia. Il contesto paesaggistico, ai piedi dei Nebrodi e con vista sulle Eolie nel quale è inserito Castroreale è a dir poco spettacolare. Ancor più sorprendente è Il Piccolo Museo della Moto. Ubicato nel centro storico del borgo su una superficie di 140 mq, nel museo sono esposti 36
motocicli di marca diversa. Tutti i mezzi sono perfettamente funzionanti ed in linea con il codice della strada. Le due ruote in esposizione tracciano un percorso di storia motociclistica compresa tra gli anni 20 e i 70/80 del ‘900. La moto più interessante è una DKW 175 cc datata 1926. Sono disponibili altre sezioni espositive che riguardano biciclette, micromotori e ciclomotori prodotti tra gli anni 20 ed i 70 del ‘900, quelle dedicate ai giocattoli, agli strumenti di officina ed altri oggetti inerenti alla storia del motorismo. Le pareti della struttura sono rivestite da numerose gigantografie che rappresentano il trascorso storico motociclistico dagli anni 10 agli anni 60. Il flusso medio dei visitatori annuale, in era pre-covid, è stato di circa 6.000. L’organizzazione del Piccolo Museo offre una serie di servizi come visite guidate del Borgo e convenzioni con attività di ristorazione e di pernottamento.
Museo Ferrovie della Sardegna
Il Museo delle Ferrovie della Sardegna è un museo ferroviario situato a Monserrato, nei pressi della locale stazione ferroviaria e dei depositi ferroviari dell’ARST. Inaugurato il 12 dicembre 1996 su iniziativa dell’Ente sardo industrie turistiche (ESIT), è dotato di una superficie espositiva di circa 1000 m², e contiene numerosi reperti relativi alla storia delle ferrovie secondarie in Sardegna. Il museo è suddiviso per aree: la prima comprende una sezione dedicata al materiale relativo alla fase di costruzione delle linee ferroviarie a scartamento ridotto della Sardegna. Una seconda area è dedicata al lavoro, agli utensili e ai macchinari impiegati nelle officine, mentre un’altra riguarda il funzionamento delle stazioni d’epoca, con le attrezzature utilizzate dai capistazione, oltre ai quadri orari e altra documentazione affine. Una quarta sezione riguarda l’area in cui è ospitato il materiale rotabile storico del museo: qui oltre a progetti, parti di vecchi rotabili e altro materiale, sono custodite le locomotive a vapore Winterthur 43 Goito del 1893 e Reggiane FCS 402 del 1931, oltre ad alcune carrozze d’epoca (tra cui le Bauchiero del 1911), utilizzate anche dai convogli storici del Trenino Verde. Proprio per questo motivo gli edifici del museo sono collegati al fascio binari del piazzale depositi della stazione.