Volkswagen Expo nasce dalla passione di uno dei sessanta fondatori del Registro Italiano Volkswagen, costituito nel 1996 e federato ASI nel 1998.
Interessato ai progetti di Ferdinand Porsche, ma impossibilitato, per ragioni economiche, ad arrivare ai veicoli del brand di Stoccarda, la passione ha trovato soddisfazione rivolgendosi a quello che è stato uno dei primi progetti di Porsche: il Maggiolino.
Così, al primo acquisto di un ‘Maggiolino’ nel novembre 1993 ne sono seguiti molti altri, fra i quali un Maggiolino “ovalino” cabriolet nero del 1957 “frecce a bacchetta”, la berlina del 1963 pearl white, la prima versione del Maggiolino con 12 volts (la Elm Grun del 1969), il cabriolet bianco del 1978 e il raro Cabriolet del 1961 motorizzato O.K.R.A.S.A., un’elaborazione originale messa a punto dal preparatore tedesco Oettinger. La passione del proprietario si è poi orientata verso le varianti su meccanica boxer, come le typ 3, allineando la Familcar 1600 iniezione meccanica del 1972, la 1600 TL del 1970 in un raro colore clementine (arancione) e, recentemente, la 1500 notchback (tre volumi); oltre alla Pescaccia 1600 con 50.000 km dall’origine. Non mancano le coupé della gamma: le rarissime Karmann (typ 34) che sono esposte sia nella versione mono-carburatore del 1963, sia nella versione S con doppio carburatore insieme alla più conosciuta Typ 14 1500, del 1969. La Collezione è stata completata con i modelli raffreddati ad acqua: la Golf, nelle tre versioni più iconiche (la swallowtail paraurti in ferro del 1975 in allestimento L; la cabriolet del 1980; la GTI 5 marce del 1981); la rara Polo 1976 (era l’Audi 50 con marchio VW); la Scirocco GT; la primissima Passat (è una 1975 con rara targa quadrata), prima Volkswagen raffreddata ad aria in assoluto; la K70, come noto, vettura NSU, ereditata dalla Volkswagen, quando, fallita la casa di Neckarsulm, fu messa sul mercato con marchio VW anche per testare la risposta dei clienti, abituati al “tutto dietro” raffreddato ad aria. E’ infine presente la VW Derby, Polo a tre volumi, in allestimento LS, con 70.000 km da nuova. La collezione comprende anche un Maggiolino “Ovalino” del 1957, un Maggiolone cabriolet 1302 del 1972 e una rarissima New Bettle Sport Edition allestita con il motore 2.300 5 cilindri a V con paraurti progettati in Porsche ed appositamente studiati per aumentare la deportanza e spoilerino automatico (che sale oltre i 160 km/h) sopra al lunotto posteriore. C’è anche il Pullmino: un T25 in allestimento Hannover Edition del 1990 con il raro motore 1.900 a benzina. Fra le youngtimer, la Lupo GTI e la già citata New Beetle Sport Edition. Una particolarità della collezione è la rigorosa ricerca di esemplari conservati con targa e libretto originali e bassi chilometraggi. Spiccano, fra gli altri, i 67.000 km della Polo e della Passat, i 73.000 (all’acquisto) della Golf Cabriolet, i 37.000 della typ 34 1500 S verde, i 50.000 della Pescaccia, i 32.000 della Lupo GTI. Alcune delle auto sono state pubblicate sulle testate di settore. L’esposizione è completata da ampia letteratura sulle auto d’epoca in generale e sulle Volkswagen in particolare (consultabile in un angolo vintage appositamente dedicato) e dalla possibilità, per chi dovesse visitarla, di avere info sulla collezione e sui singoli modelli ed esemplari attraverso la scansione di un QRcode che consente di scaricare sui devices degli ospiti ogni notizia utile. La collezione è visitabile su appuntamento. E’ possibile organizzare eventi su richiesta e visite guidate con spiegazione della storia del Marchio e dei singoli modelli della gamma, oltre che le storie, in alcuni casi, davvero curiose e particolari, di ogni singolo esemplare. Eventi, raduni e visite possono essere combinati con splendidi tour del lago di Bracciano e con la visita al Museo dell’Aeronautica Militare presso la vicina Vigna di Valle.
Volkswagen Expo
Collezione bici Carabinieri Reali
Nel 1930 il capitano veterinario Guido Antoniazzi avviò una prima raccolta di cimeli riferiti ai Carabinieri Reali, che costituì il nucleo originario di una rilevante collezione, iniziativa accolta in seguito dal figlio Carlo che, per trovare un’idonea collocazione al posseduto, decise di ampliare la residenza di famiglia.
Una passione e un patrimonio spirituale e materiale ereditati dal nipote Guido, che ha perpetrato la tradizione familiare integrando la raccolta con rilevanti acquisizioni, curando il riordinamento dell’intera collezione e consentendole di assurgere a dignità di esposizione permanente.
Nasce così il Museo dei Carabinieri Reali, oggi custodito in una porzione di Villa Rossi, costruzione ottocentesca immersa nel verde delle colline coneglianesi, dichiarate patrimonio dell’umanità Unesco.
Il percorso espositivo attraversa la sala delle daghe sino a giungere alla sala dei moschetti: uniformi e copricapi, armi, cimeli, documenti, medaglie e vario materiale iconografico narrano, attraverso itinerari individuali di sacrificio e di valore, la storia dei Carabinieri Reali, dall’istituzione del corpo nel 1814 – ripercorrendo le campagne risorgimentali, l’avventura coloniale, la prima Guerra mondiale, la proclamazione del Regno d’Italia e il secondo conflitto mondiale – sino a giungere alla nascita della Repubblica italiana
Oltre alle collezioni di uniformi, medaglie ed armi, molto interessante è quella di biciclette perfettamente funzionanti. Sono esposti tutti i modelli utilizzati dai Carabinieri Reali dalla fondazione al 1945 partendo dal biciclo, passando al modello Costa risalente al 1896 fino ad arrivare alla Bianchi 1912 (utilizzata durante il primo conflitto mondiale 1915-1918) e una del successivo modello 1923, utilizzata dall’Arma sino al primo dopoguerra.
Collezione L’Atelier della Topolino
Una passione nata quasi per gioco nel 1982, restaurando una vecchia Fiat Topolino C belvedere metallica regalata da amici. Nonostante la rinuncia del restauro per via delle condizioni della vettura Erminio Forti, il creatore di quest’incredibile collezione, non si è scoraggiato e ha incominciato a raccogliere le versioni A,B, C, sportive, commerciali, da trasporto.
Topolino che sono state modificate all’epoca da carrozzieri come Montescani, Garavini, Zagato, Chiabra e Bartolino e anche Siata. Al giorno d’oggi la collezione comprende 59 esemplari di cui 6 Simca e due “spaccati” utilizzati per la scuola guida. Non mancano oggetti di memorabilia, in grado di rendere questa “tana” di Topolino ancora più accogliente.
La vettura che arriva da più lontano arriva dal Sud Africa, quella più anziana ha il telaio numero 850 ed è del 1936 (la Simca più datata ha il telaio 1111 ed è dello stesso anno).
Museo ferroviario Feralp Team di Bussoleno (TO)
Il “Museo del Trasporto Ferroviario Attraverso le Alpi” occupa l’area dell’ex deposito locomotive e dell’officina delle Ferrovie dello Stato ed ha tra i suoi scopi quella di documentare i diversi momenti dell´evoluzione del sistema dei trasporti ferroviari. Per questo motivo, oltre ad ammirare alcuni mezzi storici, il visitatore può addirittura assistere al loro restauro e alla manutenzione ordinaria realizzata nelle officine stesse. Il museo dispone inoltre di un centro di documentazione tematica e di una sezione dedicata ai plastici e ai modellini ferroviari. Tra i mezzi ricoverati a Bussoleno, le locomotive a vapore 940.041, 743.283, 640.143; le locomotive a corrente continua E 424.075, E 428.058, E 626.287 e un carro spartineve Vnx 806.
Collezione Pininfarina
La Pininfarina nasce a Torino nel lontano 1930, col nome di Società anonima Carrozzeria Pinin Farina. Il suo fondatore, Battista “Pinin” Farina, realizzava vetture speciali per clienti altrettanto unici.
Iniziata come attività artigianale, il passaggio alla dimensione industriale si concretizza negli anni Cinquanta, contemporaneamente alla motorizzazione di massa, dando anche il via alle collaborazioni con i maggiori costruttori automobilistici italiani e internazionali.
La collezione raccoglie tutti i mezzi più significativi a testimonianza della storia e dell’evoluzione della Società, con il fine di realizzare una continuità tra le vetture del passato e l’innovazione tecnologica, rispecchiando appieno le peculiarità innovative e creative della Pininfarina.
Attualmente la collezione si avvale di circa una cinquantina di modelli, dal 1936 ad oggi, che vengono esposti a rotazione, per conferirle dinamicità. Sono frutto di una selezione di vetture storiche, uniche o prodotte in piccola serie, modelli di stile e prototipi di ricerca, ciascuna emblema di creatività, tecnica e sviluppo industriale.
Ad esempio la Lancia Astura Bocca Cabriolet del 1936 incarna l’eleganza e l’attenzione per la qualità, tipiche del primo periodo della Società. Un capolavoro del design, celebrato nel Museo di Arte Moderna di New York, è la Cisitalia 202 Berlinetta del 1947, la prima vettura al mondo ad essere ospitata dal MOMA.
In occasione dell’80° anniversario della fondazione il Gruppo ha messo a punto un restyling completo della Collezione Pininfarina.
Il risultato è un nuovo spazio espositivo, elegante e raccolto, che riflette l’evoluzione dell’azienda dalla fondazione a oggi, avvenuta nel segno di una continuità consapevole delle proprie radici e attenta alla cultura del prodotto.
Museo Croce Rossa
Il Museo Internazionale conserva le testimonianze scritte, gli oggetti, i documenti che ricordano la nascita e lo sviluppo del Movimento della Croce Rossa ideato e concepito dal ginevrino Henry Dunant, nei momenti successivi alla battaglia di San Martino e Solferino ed al cospetto delle innumerevoli vittime del combattimento.
La struttura offre all’interesse del visitatore nella solennità delle ampie sale del palazzo, pagine di storia attraverso l’esposizione di mezzi per l’assistenza ed il trasporto dei feriti come lettighe in legno della seconda metà del 1800, ambulanze a motore del 1930, barelle, ferri chirurgici da campo, materiale da medicazione; un’ampia panoramica delle attività attuali della Croce Rossa con materiale fotografico e video; collezioni filateliche, documentazioni storiche di particolare valore, fra le quali il primo premio Nobel per la Pace ricevuto da Henry Dunant nel 1901 ed il testo originale del libro “Un ricordo di Solferino” scritto da Henry Dunant nel 1862.
L’interesse degli appassionati di veicoli storici si può concentrare sulle ambulanze allestite su Fiat 507 del 1929 e 521 del 1930. La prima è perfettamente funzionante, mentre la più “giovane” 521 avrebbe bisogno di cure amorevoli (e costose): ma, è risaputo, la Croce Rossa vive sul buon cuore di tutti noi e le priorità per un ente del genere sono altre.
Il Museo vuole essere un “ponte” fra la storia e la contemporaneità, per questo vengono organizzati, in spazi appositamente riservati, esposizioni temporanee o permanenti che documentino “l’odierno”, che si rivolgano all’emozionalità del visitatore. Perché duplice è il compito di questo Museo: la conservazione delle testimonianze storiche e il messaggio di solidarietà attiva che si sforza di trasmettere ai visitatori di ogni età, ma soprattutto ai più giovani, che sono il futuro dell’umanità.
Galleria Storica Vigili del Fuoco
Fiamme di passione in Valchiavenna
Sondrio
Il museo è stato aperto nel 2006 e su una superficie espositiva di 830 mq si possono vedere veicoli antincendio e attrezzature di soccorso appartenuti al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e alle organizzazioni pompieristiche antecedenti, riferite a un arco temporale che va dalla seconda metà del XIX secolo agli anni Settanta del XX secolo. Vi si trovano esposti sedici veicoli a motore fra autopompe, mezzi fuoristrada, nove motopompe, sette carri a trazione meccanica, animale o umana, una barca e molta altra attrezzatura da soccorso come autorespiratori, estintori, strumenti da taglio, uniformi e numeroso materiale documentario relativo all’attività antincendio a livello locale e nazionale.
Il pezzo più rilevante è un’autopompa FIAT Brevetti risalente al 1908/1912 che, da ricerche effettuate, dovrebbe essere l’autopompa più antica esistente in Italia ed è, come molti altri mezzi presenti al museo, perfettamente funzionante. Da ammirare, notevole e unica del suo genere, una collezione di ben 96 modelli in grande scala, che ripercorre la dotazione di attrezzature e automezzi di soccorso italiani dal medioevo ai giorni nostri.
Il museo è aperto tutti i sabati dalle 15 alle 18 da maggio a ottobre.
Possibilità di visite guidate su prenotazione.
Museo Trattori Lucenti
Collezione Antonio Bugugnoli
Passione, dedizione, fatica e cuore sono stati i motori trainanti per Antonio Bugugnoli nel ridare vita a circa una trentina di pezzi unici, per la maggior parte cingolati, molti dei quali di elevata potenza e notevoli dimensioni. Ex-agricoltore, il fondatore di questa originale Collezione ha eseguito da solo tutti i restauri. Il marchio che spicca è il milanese Vender (poi acquisito dalla Allis-Chalmers). Fra i cingolati presenti anche mezzi della International Harvester e un David Brown, nome ben noto agli appassionati di automobilismo. Nel 1947, dopo essere stato un leader nella costruzione di trattori, sir Brown acquistò la Aston Martin e la Lagonda. Nella Collezione Trattori Lucenti presenti anche Fiat, Lamborghini, Landini, Fordson e Balilla. In esposizione anche Motomeccanica oltre ad un’interessante trebbia della Imas, una mietilega Laverda ML 5 BR e un carioca Balilla. La “Carioca” fu il mezzo agricolo che aiutò molti contadini. Utilizzavano motori di auto, moto o camion ed alleviavano la dura fatica dei campi. Le statistiche dell’associazione Utenti Macchine Agricole, l’ente preposto a distribuire il carburante a prezzo agevolato, certificò che nel 1947 le Carioche erano 6959 in tutto il Paese.
Museo dei Mestieri in Bicicletta
A Fabriano, vicino al Museo della Carta
È un museo di biciclette d’epoca usate per svolgere antichi mestieri e attività commerciali.
Una mostra davvero originale perché permette al visitatore di affacciarsi ad una finestra e scoprire i capitoli di storia italiana a partire dagli anni Venti fino agli anni Sessanta, con un elevato valore sociale ed educativo.
La mostra rivela lo sforzo, la fatica e l’impegno portati a compimento per risolvere i problemi della quotidianità e rincominciare a vivere dopo le distruzioni e le privazioni inflitte dalla guerra e rappresenta un monito per le generazioni più giovani.
La collezione è di proprietà delle famiglie Agostinelli-Pellegrini e gli esemplari provengono da tutte le regioni d’Italia.
Le collezioni di questo museo contano in totale oltre 100 esemplari.
Collezione Riva Bellini
UNA VITA PER I MOTOSCAFI RIVA
I motoscafi Riva sono i più famosi e affascinanti al mondo. Lo sa bene Romano Bellini, che gestisce, con i figli Battista (che si chiama come suo papà, che fondò la Nautica Bellini oltre 50 anni fa) e Martina, un’azienda eccellenza nel settore della nautica da di porto a Clusane, sul Lago di Iseo – a pochi passi da dove i Riva nascono, a Sarnico – specializzata proprio nel rimessaggio ma soprattutto nella manutenzione e nel restauro di queste iconiche imbarcazioni (oggi anche di modelli di altri marchi), dai più piccoli particolari fino al fasciame completo dello scavo. Oltre a questo, presso lo stabilimento Bellini di Corte Franca, a pochi passi dalla bella struttura della Nautica, a Clusane, è visibile la più ricca e completa collezione di motoscafi Riva esistente, frutto della lungimiranza della famiglia, di Romano ma anche di Battista e Martina, nel mettere da parte, uno dopo l’altro, un esemplare per ogni modello della produzione dei tradizionali scafi in fasciame di mogano. Circa 20 esemplari, dal Riva Racer del 1929 (già Martini & Rossi) al più esclusivo dei modelli Riva, l’Aquarama di Ferruccio Lamborghini (1968) motorizzato con due motori V12 direttamente prelevati dalla produzione di vetture della Casa del Toro (Miura, in primis) in luogo dei tradizionali Chris Craft, passando per l’unico esemplare al mondo di Lancetta, del 1950, per il Sebino del 1954, il primo entrato in collezione e poi per Florida (1958), Ariston (1956), Olympic (1973) Super Ariston (1973) e l’iconica serie degli Aquarama, iniziata nel 1965 (sembra che il nome sia venuto in mente a Carlo Riva quando scoppiò la moda del “Cinerama”, sistema di proiezione che abbinava tre proiettori e fu quindi definito “cinema panoramico”, dal quale la crasi del nome). Il più particolare è quello che campeggia al centro della sala, personalizzato con tappezzerie firmate dall’artista contemporaneo Mr Brainwash (nome d’arte di Thierry Guetta, vicino agli ambienti più progressisti come Banksy e Keith Haring).
Un’esposizione imperdibile per tutti gli amanti dei Riva d’epoca che, per altro, è collocata nelle stanze sopra l’atelier, anch’esso visitabile, del dipartimento di restauro, dove si possono vedere in azione gli artigiani che riportano in vita queste straordinarie barche, mostrando i segreti e le tecniche di lavoro e toccando con mano ciò che sta dietro le quinte della rinascita di opere d’arte uniche. Oltre a questo è possibile vivere la Riva Aquarama Experience, il noleggio con conducente di un Aquarama sul Lago di Iseo.