Museo Piaggio

L’edificio dove oggi sorge il Museo Piaggio è l’ ex Attrezzeria, uno dei capannoni più antichi dello stabilimento di Pontedera, che nel 2000 è stato ristrutturato per ospitare il Museo, centro di elaborazione artistica e culturale.

La sua collezione permanente di veicoli storici, attira un numero sempre crescente di appassionati e curiosi da ogni parte del mondo, mentre l’Archivio Storico, uno dei più preziosi archivi d’impresa italiani, conserva la documentazione relativa alla storia dell’azienda, rappresentando uno strumento eccellente di valorizzazione della memoria locale e nazionale.

Attraverso le attività culturali che promuove in collaborazione con le amministrazioni pubbliche e la rete associativa locale, la Fondazione Piaggio vuole rafforzare il rapporto impresa-cultura-territorio attraverso esposizioni temporanee, incontri e manifestazioni culturali di grande interesse.

Il Museo Piaggio è dunque un luogo da visitare, vivere e interpretare. È l’emblema di un viaggio emozionante nella storia di una grande azienda e nel costume italiano, dal dopoguerra ai giorni nostri, che non può lasciare indifferente il visitatore.

INGRESSO:
Gratuito

VISITE GUIDATE:
a pagamento, su prenotazione in italiano e inglese

SERVIZI AGGIUNTIVI:
Attività didattica, biblioteca, sala convegni/conferenze, sala espositiva per mostre temporanee, bookshop con ricambi e accessori Vespa e Gilera (si accettano bancomat e carta di credito). Accesso per i disabili

Museo Storico Vigili del Fuoco

Auto, camion sidecar e biciclette
Prato

Questa Collezione germoglia dalla passione di Enrico Capecchi che assolve il servizio militare nel corpo dell’Aeronautica, addetto al servizio anti-incendi. Acquista una Guzzi 500 Alce sidecar del 1942 dei pompieri e poi si allarga ad altri mezzi di soccorso come camioncino Fiat 508 del 1939, pure appartenuto ai Vigili del Fuoco. Dopo il 50° anniversario del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco festeggiato nel 1991, il Gruppo approfondisce le ricerche e acquisisce un’ autopompa Fiat 1931, una Gilera sidecar del 1937, un’autopompa Fiat 503 del 1926, una Fiat 508C grigioverde del 1938 addetta agli ufficiali del Comando Vigili del Fuoco, un’autopompa Fiat 650 del 1966 che prestò servizio nel distaccamento di Longarone, poco distante dal Vajont. A questi e ad altri mezzi sono stati affiancati un camion militare Dodge recuperato nei campi Arar e poi destinato ai pompieri e da questi ceduti al Gruppo Storico di Prato. In esposizione anche varie biciclette con le quali venivano trasportate le manichette per spegnere gli incendi. Le bici erano fabbricate dall’inglese BSA, la stessa che fabbricava motociclette. In collezione anche molte uniformi. La stretta collaborazione con i comandi dei Vigili del Fuoco di varie città d’Italia permette a questo dinamico gruppo di organizzare rievocazioni storiche che riscuotono sempre la simpatia del pubblico.

Collezione Fantini

Attilio Fantini ha raccolto un’emozionante collezione di auto sportive del Novecento, con le protagoniste delle competizioni in pista, nei rally e nelle cronoscalate. Queste ultime corse conquistarono il grande merito di avvicinare la gente all’automobilismo portando direttamente le “macchine da corsa” vicino alle località di residenza, quando ancora esistevano pochissimi autodromi nel Paese e organizzare competizioni di velocità su strade pubbliche era decisamente più facile, anche per le ridotte garanzie di sicurezza richieste invece dall’attuale normativa. Nella Collezione Fantini, situata vicino ad Arezzo, nel cuore dell’Italia, si possono ammirare vetture con un passato storico davvero rilevante. Fra queste, molte Alfa, Abarth, Lancia Stratos e tante altre, spesso richieste come protagoniste di manifestazioni e mostre storiche.

Galeria Peugeot

Dal 5 ottobre 2007 c’è un motivo in più per andare in Toscana: è la Galerie Peugeot, fortemente voluta da Daniele Bellucci, 50 anni, laurea in economia, un fiorentino che però a San Gimignano ha messo radici.

Oggi Bellucci possiede oltre trenta diverse vetture ed ha pensato bene di creare un museo e vi è riuscito con l’appoggio del Club Storico Peugeot Italia, club federato A.S.I. ed associato a l’Aventure Peugeot, il club ufficiale della casa madre che ogni anno in un paese diverso organizza un raduno internazionale di appassionati della marca.

L’evoluzione della Casa francese è ben sviluppata nel museo, che si articola su due piani di un vasto edificio di un nuovo quartiere residenziale nell’immediata prossimità delle mura storiche di San Gimignano, fatto di gradevoli villette in mattoni di cotto. Si parte dalla Bebè del 1916, la vetturetta Torpedo a due posti, motore 4 cilindri, 855 cm3, ideata da Ettore Bugatti, il famoso progettista milanese trapiantato in Alsazia, con caratteristiche all’avanguardia: sospensioni semiellittiche posteriori e piccolo motore monoalbero a 4 cilindri. L’esposizione si chiude con la 604 limousine del 1980 usata come “papamobile” da Giovanni Paolo II in occasione della visita a Lissieux in Francia.

Bellucci, che all’interno della sua “Galerie” ha realizzato anche un’area dedicata alla collaborazione fra Peugeot e Pininfarina, è anche editore ed ha pubblicato interessanti monografie sulla marca francese, fra le quali “Guida all’identificazione Peugeot, quando il Leone estrae gli artigli”, con interessanti contributi storici e fotografici che la rendono davvero imperdibile per i cultori del marchio. Sorprendente l’ammiraglia del Tour de France con piccola toilette a bordo, incastonata sul pavimento dei sedili posteriori, per consentire al direttore di corsa lunghissime trasferte a velocità ciclistica senza dover sostare per … esigenze corporali. La “Galerie” è spesso frequentata da appassionati e soci del Club storico Peugeot, anche per la felice collocazione geografica, in centro Italia, nella suggestiva località di San Gimignano

Museo Alta Valdera

Il museo nasce con intento benefico ed e’ frutto della collezione dell’appassionato Varo Biliotti. Insieme al comitato AltaValdera , ha costituito questo museo. All’interno possiamo trovare un esposizione di tipo didattico legata al mondo della meccanica e dei motori. Per gli appassionati di moto da segnalare la presenza delle Marche , Guzzi, Piaggio , Mival e Moto Morini . Di sicuro interesse fra gli altri , il motociclo Oriol del 1910, con motore inglese sotto canna utilizzato durante la prima guerra mondiale . La sede si trova a Selvatelle (Pisa), via Aldo moro 13.

Collezione Dainelli

Collezione Graziano Dainelli Tavernuzze (Firenze)

Protagonista di questa collezione realizzata con impegno e dedizione da Graziano Dainelli a Tavernuzze (vicino a Firenze) è la Harley Davidson, in particolar modo gli esemplari appartenenti al periodo compreso fra la prima e la seconda guerra mondiale. Complessivamente i mezzi raccolti, restaurati e custoditi con amore da Dainelli sono un centinaio e comprendono, oltre alle Harley, anche molte altre moto rare. La prima fu una BSA regalatagli dal nonno quando aveva appena quattordici anni. Fra gli esemplari più ragguardevoli presenti nella collezione Dainelli è orgoglioso di due tricicli De Dion Bouton 1899 della Perfecta, di una Griffon del 1904 (partecipò alla Paris-Bordeuax-Paris). Numerose anche le moto tedesche, fra le quali Zundapp KS della Whermacht su disegno di Ferdnand Porsche e Bmw R75. Notevole anche una FN del 1902, una Peugeot del 1903 e una Alcyon del 1907. Una delle motociclette a cui Dainelli è più affezionato è la fiorentina Motopiana, una 250 del 1926 che è stata tra le grandi protagoniste delle corse degli anni 20/30. “Spesso anche le Guzzi ne respiravano la polvere”, commenta ironico Dainelli. Fra le auto, una Fiat tipo 2 del 1916.

Collezione Carlo Ramo

La collezione Ramo è variegata: si va dalle Vespe alle Lambrette, alle Guzzi, MV Agusta, Gilera, Benelli, Bianchi ed altro. Un pezzo unico do questa raccolta è il motociclo Automoto, un “sottocanna” francese degli anni Venti, unico mezzo non italiano nella collezione.
Non mancano diversi oggetti di memorabilia e anche un’esposizione di francobolli a tema di auto e moto d’epoca.
La collezione è visitabile su richiesta ed è iniziata quasi per caso, come racconta lo stesso Carlo Ramo: “Una mattina dei primi di novembre del 1995 mi trovai da un gommista a causa della foratura di una gomma della mia auto e, nell’attesa della riparazione, intravidi un ciclomotore in mezzo all’ammasso di vecchi pneumatici.Era un Aquilotto modello ‘Amalfi’ del 1951 conservato discretamente. Dopo una breve trattativa mi portai a casa il nuovo acquisto e da quel giorno sono arrivato a circa 40 moto e 4 auto d’epoca”.

Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi

Energia e Storia: il Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi

A partire dal XIX secolo, lo sviluppo della termodinamica, già avviato empiricamente nella seconda metà del secolo precedente, ha consentito la realizzazione di nuove macchine in grado di effettuare, con efficienza sempre maggiore, quelle trasformazioni chimico-fisiche necessarie a ottenere livelli di potenza meccanica prima di allora inimmaginabili. Per tale motivo i motori a vapore in primis hanno avuto un ruolo determinante nella Rivoluzione Industriale in cui, come un in una reazione a catena, lo sviluppo e l’impiego delle macchine motrici e operatici, si è diffuso ovunque, dal settore manifatturiero a quello dei trasporti. In quest’ultimo l’invenzione di nuovi mezzi, come treni, automobili, motociclette ed infine aerei, è stata strettamente connessa ai progressi in campo motoristico, dai motori a vapore a quelli a combustione interna. In generale, ciò ha determinato, in modo graduale ma irreversibile, importanti trasformazioni economiche e sociali, con il conseguente passaggio da una società prettamente rurale a quella moderna, industriale e tecnologica. Ancora oggi nell’era delle grandi innovazioni digitali, le macchine, intese in senso generale come apparati complessi atti alla trasformazione dell’energia, restano alla base della moderna società tecnologica e sono a vario modo messe a disposizione delle attività umane. Comprenderne la storia e le prospettive di sviluppo arricchisce il proprio patrimonio scientifico e culturale. Da ciò deriva l’importanza di preservare e valorizzare le collezioni di macchinari e apparati tecnologici per testimoniarne la storia e lo sviluppo tecnico ed evolutivo. Su questi presupposti nel 2011 è stato inaugurato il Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi, parte del Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo. L’esposizione è stata realizzata a seguito di un vasto lavoro di ricerca e restauro di numerosi reperti storici avviato nel 2008. Il Museo custodisce una vasta collezione di motori e apparecchiature industriali, scientifiche e didattiche, acquisite ed impiegate nei vari settori della ricerca e dell’insegnamento a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con l’istituzione nel 1866 della Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri e Architetti presso l’Università degli Studi di Palermo. Tali reperti, superati dalle nuove tecnologie, costituiscono nel loro insieme un patrimonio di grande valore che descrive il lungo percorso evolutivo della motoristica, iniziato nel XIX secolo, nei suoi numerosi campi di applicazione.
Nella collezione del Museo spiccano per rarità e pregio alcuni motori della fine del XIX secolo, sia a vapore che a combustione interna. Dell’esposizione fanno anche parte vari motori automobilistici e motociclistici di varie epoche come quello di una Isotta Fraschini 8A o il contemporaneo 12 cilindri L539 della Lamborghini Aventador. Particolare è l’insieme dei motori aeronautici con esemplari d’inizio ‘900 fino all’era dei motori a reazione. Attualmente il Museo è impegnato nell’ampliamento della sezione dei motori navali, attraverso l’acquisizione ed il necessario restauro di dieci nuovi reperti di particolare valore storico. La collezione include anche uno dei soli 5 esemplari completi sopravvissuti del velivolo addestratore FIAT G. 59 4B. Utilizzato nell’immediato dopoguerra come addestratore presso l’aeronautica militare il G. 59 è stato uno degli ultimi velivoli di grandi prestazioni equipaggiato con motore a pistoni. L’allestimento museale è concepito in base al tipo di applicazione (industriale, automobilistico, aeronautico et al.) e si articola quindi in varie sezioni. In ciascuna di esse i reperti sono disposti in ordine cronologico e corredati da una esaustiva scheda tecnica arricchita da fotografie e disegni. Data la natura accademica e didattica il vasto corredo descrittivo e iconografico è strutturato secondo una impostazione tecnico-scientifica, pur mantenendo una ampia accessibilità al pubblico di ogni genere attraverso differenti livelli di approfondimento. Tutte le informazioni sono rese disponibili liberamente sia nel sito web del Museo sia attraverso altre iniziative di divulgazione e promozione culturale maggiormente interattive come, ad esempio, il programma internazionale Once Upon a Try promosso da Google Arts & Culture che propone la visita virtuale del Museo. Per ampliare la pubblica fruizione del proprio patrimonio il Museo promuove molteplici iniziative tra cui mostre, seminari, workshop e laboratori didattici realizzati anche in collaborazione con altri musei, enti ed associazioni nell’ambito della politica di sviluppo promossa dall’Ateneo di Palermo. Queste iniziative includono conferenze sulla storia dell’automobilismo realizzate in sintonia con la Commissione Cultura dell’ASI, le attività di collaborazione con l’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare e con il relativo Museo di Vigna di Valle, con il quale si è proceduto al restauro del motore da competizione FIAT AS8, con FCA Heritage ed il Centro Storico FIAT e con il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
A partire dagli ultimi anni tali iniziative vengono ormai inevitabilmente affiancate e supportate da quelle sui vari canali mediatici, in particolare sui social network più diffusi, come Facebook, Instagram e Twitter che consentono di ampliare in modo significativo la possibilità di interazione e di divulgazione. Un aspetto altrettanto importante che caratterizza le iniziative del Museo è rappresentato dal coinvolgimento attivo dei giovani nella realizzazione di molteplici attività (visite guidate, eventi, attività di restauro), sia attraverso i tirocini formativi, nell’ambito di vari corsi di studio, non solo ad indirizzo ingegneristico, sia grazie ai rapporti maturati con vari istituti scolastici. Dal punto di vista tecnico-collezionistico il Museo cura internamente tutte le attività di restauro, di manutenzione e di supporto per altri enti, avendo a disposizione un proprio laboratorio in cui tutti i reperti sono restaurati seguendo, di norma e ove possibile, un approccio conservativo. Per l’importanza della sua collezione e per le molteplici attività svolte negli ultimi anni, il Museo ha ricevuto – primo in Italia – il prestigioso riconoscimento internazionale Mechanical Engineerig Heritage Collection assegnato dall’ASME (American Society of Mechanical Engineers), nell’ambito del programma History and Heritage Landmarks volto a valorizzare e promuovere le più importanti collezioni storico-tecnologiche in tutto il mondo. Infine Il Museo, disponendo di un ampio parcheggio e di locali che si prestano alle attività di verifica pre-evento, è divenuto sempre più spesso il punto di partenza per numerosi raduni di auto e moto classiche.

Virtual tour 3D e audioguide gratuite
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Principali canali mediatici/social
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