Collezione Carlo Ramo

La collezione Ramo è variegata: si va dalle Vespe alle Lambrette, alle Guzzi, MV Agusta, Gilera, Benelli, Bianchi ed altro. Un pezzo unico do questa raccolta è il motociclo Automoto, un “sottocanna” francese degli anni Venti, unico mezzo non italiano nella collezione.
Non mancano diversi oggetti di memorabilia e anche un’esposizione di francobolli a tema di auto e moto d’epoca.
La collezione è visitabile su richiesta ed è iniziata quasi per caso, come racconta lo stesso Carlo Ramo: “Una mattina dei primi di novembre del 1995 mi trovai da un gommista a causa della foratura di una gomma della mia auto e, nell’attesa della riparazione, intravidi un ciclomotore in mezzo all’ammasso di vecchi pneumatici.Era un Aquilotto modello ‘Amalfi’ del 1951 conservato discretamente. Dopo una breve trattativa mi portai a casa il nuovo acquisto e da quel giorno sono arrivato a circa 40 moto e 4 auto d’epoca”.

Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi

Energia e Storia: il Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi

A partire dal XIX secolo, lo sviluppo della termodinamica, già avviato empiricamente nella seconda metà del secolo precedente, ha consentito la realizzazione di nuove macchine in grado di effettuare, con efficienza sempre maggiore, quelle trasformazioni chimico-fisiche necessarie a ottenere livelli di potenza meccanica prima di allora inimmaginabili. Per tale motivo i motori a vapore in primis hanno avuto un ruolo determinante nella Rivoluzione Industriale in cui, come un in una reazione a catena, lo sviluppo e l’impiego delle macchine motrici e operatici, si è diffuso ovunque, dal settore manifatturiero a quello dei trasporti. In quest’ultimo l’invenzione di nuovi mezzi, come treni, automobili, motociclette ed infine aerei, è stata strettamente connessa ai progressi in campo motoristico, dai motori a vapore a quelli a combustione interna. In generale, ciò ha determinato, in modo graduale ma irreversibile, importanti trasformazioni economiche e sociali, con il conseguente passaggio da una società prettamente rurale a quella moderna, industriale e tecnologica. Ancora oggi nell’era delle grandi innovazioni digitali, le macchine, intese in senso generale come apparati complessi atti alla trasformazione dell’energia, restano alla base della moderna società tecnologica e sono a vario modo messe a disposizione delle attività umane. Comprenderne la storia e le prospettive di sviluppo arricchisce il proprio patrimonio scientifico e culturale. Da ciò deriva l’importanza di preservare e valorizzare le collezioni di macchinari e apparati tecnologici per testimoniarne la storia e lo sviluppo tecnico ed evolutivo. Su questi presupposti nel 2011 è stato inaugurato il Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi, parte del Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo. L’esposizione è stata realizzata a seguito di un vasto lavoro di ricerca e restauro di numerosi reperti storici avviato nel 2008. Il Museo custodisce una vasta collezione di motori e apparecchiature industriali, scientifiche e didattiche, acquisite ed impiegate nei vari settori della ricerca e dell’insegnamento a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con l’istituzione nel 1866 della Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri e Architetti presso l’Università degli Studi di Palermo. Tali reperti, superati dalle nuove tecnologie, costituiscono nel loro insieme un patrimonio di grande valore che descrive il lungo percorso evolutivo della motoristica, iniziato nel XIX secolo, nei suoi numerosi campi di applicazione.
Nella collezione del Museo spiccano per rarità e pregio alcuni motori della fine del XIX secolo, sia a vapore che a combustione interna. Dell’esposizione fanno anche parte vari motori automobilistici e motociclistici di varie epoche come quello di una Isotta Fraschini 8A o il contemporaneo 12 cilindri L539 della Lamborghini Aventador. Particolare è l’insieme dei motori aeronautici con esemplari d’inizio ‘900 fino all’era dei motori a reazione. Attualmente il Museo è impegnato nell’ampliamento della sezione dei motori navali, attraverso l’acquisizione ed il necessario restauro di dieci nuovi reperti di particolare valore storico. La collezione include anche uno dei soli 5 esemplari completi sopravvissuti del velivolo addestratore FIAT G. 59 4B. Utilizzato nell’immediato dopoguerra come addestratore presso l’aeronautica militare il G. 59 è stato uno degli ultimi velivoli di grandi prestazioni equipaggiato con motore a pistoni. L’allestimento museale è concepito in base al tipo di applicazione (industriale, automobilistico, aeronautico et al.) e si articola quindi in varie sezioni. In ciascuna di esse i reperti sono disposti in ordine cronologico e corredati da una esaustiva scheda tecnica arricchita da fotografie e disegni. Data la natura accademica e didattica il vasto corredo descrittivo e iconografico è strutturato secondo una impostazione tecnico-scientifica, pur mantenendo una ampia accessibilità al pubblico di ogni genere attraverso differenti livelli di approfondimento. Tutte le informazioni sono rese disponibili liberamente sia nel sito web del Museo sia attraverso altre iniziative di divulgazione e promozione culturale maggiormente interattive come, ad esempio, il programma internazionale Once Upon a Try promosso da Google Arts & Culture che propone la visita virtuale del Museo. Per ampliare la pubblica fruizione del proprio patrimonio il Museo promuove molteplici iniziative tra cui mostre, seminari, workshop e laboratori didattici realizzati anche in collaborazione con altri musei, enti ed associazioni nell’ambito della politica di sviluppo promossa dall’Ateneo di Palermo. Queste iniziative includono conferenze sulla storia dell’automobilismo realizzate in sintonia con la Commissione Cultura dell’ASI, le attività di collaborazione con l’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare e con il relativo Museo di Vigna di Valle, con il quale si è proceduto al restauro del motore da competizione FIAT AS8, con FCA Heritage ed il Centro Storico FIAT e con il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
A partire dagli ultimi anni tali iniziative vengono ormai inevitabilmente affiancate e supportate da quelle sui vari canali mediatici, in particolare sui social network più diffusi, come Facebook, Instagram e Twitter che consentono di ampliare in modo significativo la possibilità di interazione e di divulgazione. Un aspetto altrettanto importante che caratterizza le iniziative del Museo è rappresentato dal coinvolgimento attivo dei giovani nella realizzazione di molteplici attività (visite guidate, eventi, attività di restauro), sia attraverso i tirocini formativi, nell’ambito di vari corsi di studio, non solo ad indirizzo ingegneristico, sia grazie ai rapporti maturati con vari istituti scolastici. Dal punto di vista tecnico-collezionistico il Museo cura internamente tutte le attività di restauro, di manutenzione e di supporto per altri enti, avendo a disposizione un proprio laboratorio in cui tutti i reperti sono restaurati seguendo, di norma e ove possibile, un approccio conservativo. Per l’importanza della sua collezione e per le molteplici attività svolte negli ultimi anni, il Museo ha ricevuto – primo in Italia – il prestigioso riconoscimento internazionale Mechanical Engineerig Heritage Collection assegnato dall’ASME (American Society of Mechanical Engineers), nell’ambito del programma History and Heritage Landmarks volto a valorizzare e promuovere le più importanti collezioni storico-tecnologiche in tutto il mondo. Infine Il Museo, disponendo di un ampio parcheggio e di locali che si prestano alle attività di verifica pre-evento, è divenuto sempre più spesso il punto di partenza per numerosi raduni di auto e moto classiche.

Virtual tour 3D e audioguide gratuite
http://www.museomotori.unipa.it/visita3d.php

Principali canali mediatici/social
www.facebook.com/museomotori
www.instagram.com/museomotori
www.twitter.com/museomotori

Associazione Treno Museo

Treno Museo dell’Arte Mineraria, Civiltà Contadina, Ferroviaria e dell’Emigrazione.

Gran parte degli oggetti custoditi presso il Treno Museo di Villarosa sono stati meticolosamente recuperati e restaurati in prima persona dal Capo Stazione, nonchè presidente, Primo David, al quale va il merito di aver allestito un vero e proprio museo all’interno di un treno (unico nel suo stile in Europa), trasformando di fatto un luogo di oblìo in un luogo di memoria per non scordare il dolore e la sofferenza dell’emigrazione, oltre alle atrocità della deportazione durante la Seconda Guerra Mondiale. A tal proposito, i vagoni merci allestiti a Museo, viaggiavano in composizione ad un treno che veniva usato dai nazisti nel 1943 per deportare gli ebrei da Roma a Trieste, presso la Risiera di San Saba, che fu l’unico campo di concentramento in Italia con annessi forni crematori, oggi monumento nazionale. La catalogazione di tutto il materiale museale è stata effettuata dalla  Sovrintendenza ai Beni Culturali di Enna, Sezione Etnoantropologica.

Collezione Mocci Demartis

Le auto d’epoca del Professore 

Attilio Mocci Demartis ha il collezionismo nel sangue. Ha organizzato con meticolosità collezioni di cravatte, liquori, disegni, perfino animali imbalsamati da lui stesso, visto che per lunghi anni è stato professore universitario di Zoologia, specializzato in Ornitologia, e incaricato di insegnare Conservazione della natura delle sue risorse nell’Università di Cagliari. Da diversi anni alle raccolte precedenti -amorevolmente curate insieme alla moglie signora Annamaria- il professor Demartis ha affiancato una bella collezione di auto d’epoca, composta da circa trenta vetture. Fra queste, molte francesi. Il suo “Garage” è situato vicino a Cagliari, nella zona chiamata Margine Rosso. Visitarlo è un piacere per la ricchezza di aneddoti sui numerosi modelli d’anteguerra che il fondatore del museo illustra agli ospiti davvero interessati e sinceramente appassionati di storia, come i soci dell’Associazione Automoto d’Epoca Sardegna, presieduta da Angelo Melis, molto legato a Mocci Demartis e che, insieme a lui e ad altri esponenti di questo dinamico club cagliaritano, plurivittorioso di ‘Manovelle d’Oro’ ASI, coltiva il sogno di un museo in un’area municipale. All’interno, fra le molte raccolte e custodite, Sunbeam, Morris, Seat, Simca, Renault, Peugeot, Austin Healey, Salmson, Rosengart, Matra, Tatra, Panhard, Citroën ed una rara Licorne, marca francese prodotta nella prima metà del Novecento.

Museo della Stazione

La stazione museo di Tempio è una stazione ferroviaria al servizio del comune di Tempio Pausania, posta lungo la ferrovia Sassari-Tempio-Palau, utilizzata per i servizi turistici legati al Trenino Verde.  Nell’officina di stazione sono conservati rotabili storici e antichi macchinari d’officina, visitabili su richiesta. La stazione di Tempio Pausania è contemporanea della tardiva inaugurazione della ferrovia Sassari-Tempio risalente al 1931. Basato sul tradizionale modello della stazione di transito che rivolge il fronte principale all’abitato e si colloca parallelamente ai binari, l’edificio ha un prospetto scandito simmetricamente da cornici e aperture in perfetta corrispondenza con quello verso la strada ferrata, completato da una bella pensilina in ferro. La cura dei dettagli è evidente nell’uso dei mattoni in contrasto con l’intonaco e le parti strutturali in granito, nei dipinti delle lunette e nelle fasce geometriche che sottolineano le pareti, nelle scritte di servizio, negli arredi purtroppo non integralmente conservati.  È particolarmente importante la parte decorativa di Giuseppe Biasi, che eseguì le pitture per l’interno tra il settembre e l’ottobre 1931. I dipinti, in parte perduti, rappresentano scene di vita campestre, destinate alle pareti dell’atrio e a momenti di vita quotidiana per la sala d’aspetto di prima classe: tutti sono caratterizzati da ampie stesure di colore, sia cupo, sia vivace e brillante.

Galleria della Locomozione Storica di Rivarolo Canavese

La galleria delle locomozione storia – museo delle automobili- di Rivarolo Canavese è nata il 15 dicembre 2008 nell’area ex Cotonificio Valle di Susa, negli spazi concessi dalla Città di Rivarolo Canavese attraverso Rivarolo Futura, la società di gestione dell’area fiere della città. Occupa 1600 dei 2700 mq di uno dei vecchi loft dismessi ed ormai riconvertiti in un polo di sviluppo commerciale e di servizi.
Fanno parte della collezione 30 splendide auto, quasi tutte anteguerra: dalla De Dion del 1899 alla Bianchi del 1937. Una bella panoramica sulla produzione degli anni ’20 e ’30 che ha un occhio di riguardo alle grandi marche italiane. Tante motociclette costruite dal 1912 agli anni ’50, modelli da corsa e le “SAETTA” (costruite a Forno Canavese negli anni ’30). Completa il settore motociclistico anche una bel numero di Vespa. L’esposizione delle due ruote comprende anche una raccolta di biciclette.
La Galleria della Locomozione Storica è sicuramente uno dei primi esempi in Italia di collaborazione diretta tra collezionisti e amministrazione pubblica, ed è stata realizzata grazie al contributo dei Soci, della Fondazione CRT e con il patrocinio di Confindustria del Canavese attraverso il suo Comitato Piccola Industria.
Sulla stessa area complessiva c’è anche la struttura espositiva stabile della Fiera del Canavese, un Teatro da 350 posti, una sala conferenze da 150 posti, un’altra più piccola da 40 posti all’interno del museo stesso. Spazi che rendono possibile l’ organizzazione di eventi nella struttura.
La galleria continua ad aumentare la sua collezione: recentemente è arrivata una splendida Fiat 125 del 1968. Al museo si affianca ad altre ammiraglie, una Cadillac del ’69 e ad una Fiat 2300 del ’68. L’auto è in perfetta efficienza ed in ottimo stato di conservazione e potrà infatti anche essere utilizzata come vettura di appoggio del museo nelle manifestazioni, ricordando che la “GLS” ha sempre l’anima di “museo itinerante”.

Museo Ferroviario di Robilante (CN)

Rievoca la celebre ferrovia Cuneo-Nizza con cimeli, passaggi a livello, foto d’epoca. Una sala apposita è dedicata a locomotori e carrozze con arredi. Notevoli reperti di apparati di manovra e segnalazioni. Grande plastico su tre livelli ed ampia documentazione storica con fornita biblioteca.

Museo Ferroviario Piemontese

L’associazione che ha realizzato questo museo è stata costituita nel 1978 con una specifica Legge regionale.

Il Museo è a Savigliano, cittadina collegata con Torino anche grazie alla ferrovia inaugurata il 13 marzo 1853 alla presenza di Re Vittorio Emanuele II. In quel periodo è anche stato costruito un opificio per la produzione di materiale rotabile e oggi sede dell’azienda che ha prodotto una parte dei treni AGV Italo. Un sito produttivo che può vantare 150 anni di costruzione di treni. Oltre a questa caratteristica, l’area ha anche una buona posizione logistica, essendo tra le linee Torino-Savona e Savigliano-Saluzzo.

Il progetto della struttura è stato anche favorito da istituzioni private e pubbliche della cittadina piemontese: il terreno è stato messo a disposizione, gratuitamente, dal Comune di Savigliano. Enti e banche locali, Cassa di Risparmio di Savigliano in primis , hanno concorso al finanziamento della prima fase dell’opera.

A differenza di altri musei esistenti in Italia, dove locomotive e rotabili vengono solo esposti staticamente, e solo l’immaginazione dei visitatori può ancora vederli in attività, il Museo è molto dinamico: le locomotive funzionanti sono grado di percorrere le linee piemontesi. La struttura del Museo è costituita da un edificio multifunzionale (con al suo interno una sala espositiva, la biblioteca, la sala congressi, gli uffici e i servizi vari).

La collezione comprende locomotive (vapore, elettriche e diesel), automotrici (termiche e elettriche) veicoli per treni viaggiatori (carrozze, bagagliai e postali, furgoni e veicoli diversi. Veicoli per treni merci e speciali: carri e veicoli speciali). Notevole la quantità di materiale accumulato: la biblioteca del Museo Ferroviario Piemontese custodisce oltre 2400 fra libri e riviste sull’argomento ferroviario, sia tecnico che divulgativo, riguardanti soprattutto la rete ferroviaria italiana e piemontese. Non mancano, però, trattazioni intorno alle più importanti reti estere, e neppure è trascurata la sezione tramviaria.

Collezione Marazzato

Storia, tradizione e cultura d’impresa: sono questi i pilastri su cui si fonda la nascita e la progressiva crescita della Collezione mezzi storici Marazzato.
Un lungo viaggio che si snoda lungo le strade dell’industria italiana, esplorando mezzi protagonisti di guerre, boom economici, crisi e successi del Novecento.

La Collezione Marazzato conta oggi più di 280 esemplari, appartenenti ai maggiori brand produttori di mezzi pesanti: Isotta Fraschini, Fiat, Lancia, Alfa Romeo, ma anche Spa, OM,
Volvo e Saurer. Un panorama estremamente variegato che ben rappresenta gli anni in cui era il trasporto su gomma il collante del tessuto produttivo del Paese.

Il minimo comune denominatore di tutti questi mezzi è l’assoluta precisione con cui sono riportati al loro antico splendore: prelevati in condizioni critiche, vengono sottoposti a opere di restauro – che possono durare diversi mesi – da parte di un team di tecnici specializzati.
La collezione nasce nel 2010 per volere di Carlo Marazzato, per anni alla guida del Gruppo omonimo, che ha scelto di omaggiare il padre Lucillo – fondatore dell’azienda e trasportatore – proprio collezionando i mezzi su cui viaggiava.

Oggi gli esemplari, una volta terminato il restauro, vanno ad alimentare la Collezione che ha trovato il suo principale show-room in un ex spazio industriale di Stroppiana, nel vercellese.
Qui i mezzi sono protagonisti di diversi eventi di “porte aperte”, durante i quali i loro segreti vengono svelati a curiosi e appassionati del mondo dei motori.
Il Gruppo Marazzato, che custodisce la collezione, punta a far diventare lo spazio polifunzionale di Stroppiana un luogo di incontro per appassionati, ma anche una location per attività rivolte alle scuole e alla terza età.

Non è però solo lo show-room di Stroppiana a ospitare la collezione: i mezzi, infatti, sono costantemente in giro per l’Italia per partecipare a fiere ed eventi o per diventare protagonisti di film e programmi televisivi ambientati in varie epoche del Novecento.