L’Associazione Asso.Fitram è molto attenta ai veicoli che hanno caratterizzato il trasporto pubblico su gomma nel corso del ‘900, in particolare autobus e filovie, ma non trascura anche i tram e le cabine della funicolare oltre alla sezione modellismo. Negli ultimi anni questo dinamico gruppo ligure (La Spezia) ha recuperato oltre venti mezzi per realizzare il sogno di un … “Museo in movimento”, come loro stessi amano dire e pubblica l’interessante rivista tematica ‘Informa Fitram’. Nel programma associativo è previsto il restauro dei mezzi e l’organizzazione di visite guidate al porto con gli studenti a bordo di mezzi storici. Fra i mezzi già recuperati si ricordano: Fiat 308 Cameri, Fiat 418 Bredapitoiesi, Fiat 418 AV VS880, Fiat 314 Portesi, Fiat 308 Menarini, Fiat 418 Portesi, Fiat 416 Cansa, Fiat 370 ex Polizia di Stato, Fiat 309 Barbi, Fiat 314 e 370, entrambi carrozzati Dallavia, Fiat 315, Inbus 176 e diversi altri. Asso.Fitram ha già avviato le trattative per ottenere dall’Amministrazione Spezzina un’adeguata area espositiva, all’interno dei depositi della Municipalizzata. L’obiettivo è diventare testimoni del lungo cammino storico compiuto dai mezzi del ‘900 per assicurare i collegamenti territoriali, premessa fondamentale di socialità, sviluppo, benessere. Un altro obiettivo è sviluppare la lunga storia dei vaporetti del golfo spezzino iniziata nel lontano 1871.
Museo Storico dei Pompieri e della CRI
Oltre 2500 mq. con veicoli dei pompieri dalla fine del 1700 alla metà del 1900 oltre a divise, documenti, laboratori didattici. Il Museo dispone anche di aree ludiche e di laboratori didattici e si sviluppa in quattro in tutto i padiglioni che accolgono cinquemila reperti. All’interno vi è anche una sezione dedicata ai Vigili del Fuoco impegnati per anni nella controversa vicenda dell’Enichem e dei suoi numerosi incidenti. Obiettivo etico di questa realizzazione non è solamente la testimonianza storica ma anche la diffusione di una mentalità sociale più attenta alla sicurezza e alla salute, uno stimolo per la cittadinanza verso per la prevenzione e il senso civico, soprattutto nella direzione della piaga degli incendi estivi che sfregiano il territorio.
Collezione Giorgetto e Fabrizio Giugiaro
La collezione Giorgetto e Fabrizio Giugiaro è situata a Moncalieri, a pochi chilometri da Torino, ospitata in un’area dedicata all’interno di GFG Style, centro stile avanzato fondato dai due designer nel 2015.
La storia di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro è legata a delle vere e proprie pietre miliari del design automobilistico.
I Giugiaro sono stati protagonisti indiscussi del design industriale, creando oltre 300 modelli iconici che si sono trasformati in più di 60 milioni di vetture circolanti nel mondo per oltre 70 marchi, come Alfa Romeo, Maserati, Volkswagen, Fiat, Hyundai, Bugatti, BMW e molti altri.
Le auto che fanno parte della collezione non sono solo degli oggetti, ma dei pezzi di storia che raccontano l’evoluzione del design automobilistico decade dopo decade, dal boom economico degli anni Sessanta a oggi. Dall’introduzione di forme più aerodinamiche negli anni ’60 (i primi progetti realizzati presso Bertone e Ghia), fino all’adozione di linee più moderne e innovative (con il marchio GFG Style), ogni vettura rispecchia un certo periodo storico, ma ancora di più mostra la propensione a proiettarsi costantemente nel futuro, immaginando, anzi favorendo, l’evoluzione del design.
Si passa dalle iconiche vetture di serie note in tutto il mondo agli esperimenti futuristici e ai prototipi che sembrano tuttora arrivare dal futuro. Ogni pezzo è un’espressione diversa dell’ingegno di Giorgetto e Fabrizio, nato per rispondere a sfide che di volta in volta coinvolgevano ricerche su forme, meccaniche o materiali, così come un esempio di come la loro visione abbia cambiato la storia e la percezione pubblica dell’automobile nel corso dei decenni.
La collezione Giorgetto e Fabrizio Giugiaro vanta una quarantina di automobili e si è sviluppata “spontaneamente” nel corso degli anni. Si compone non solo di vetture di serie ma anche e soprattutto di esemplari rari quando non unici, raramente visibili al pubblico, come prototipi, one-off e modelli di stile.
Collezione Renzo Fontanari
Dove corre libero il Capriolo
Da giovane correva in moto, poi si è sposato, si è affermato come imprenditore ed è diventato padre di quattro figli. Ovvio che la passione giovanile dovesse cedere il posto ai doveri quotidiani. Fino a quando, raggiunta una certa età e cresciuti i figli insieme alla moglie Franca, ha deciso di ritornare sui suoi passi e ha messo insieme una splendida collezione di moto. È la bella storia di Renzo Fontanari (1941-2018), trentino, che ha battuto palmo a palmo la sua regione, non trascurando vecchi fienili e mercatini, fino a completare la raccolta dell’intera produzione Capriolo, costruite nel dopoguerra dalla Aero Caproni di Trento, negli stabilimenti di Arco e di Gardolo, prima col marchio Aero Caproni (1951-1957) e, successivamente, con quello di Aeromere (1957-1962). A queste, Fontanari ha nel tempo affiancato molte Guzzi, fra cui Airone, Falcone, Astore, Lodola, Stornello, Galletto e molte altre, oltre a rare versioni sidecar e a scooter Vespa e Lambretta. Amante della meccanica, smontava personalmente le moto destinate al restauro. Rimontandole poi con certosina pazienza. A 69 anni fu protagonista di un impegnativo raid su Guzzi California, raggiungendo Capo Nord perché solo in moto, ripeteva sempre, “si gusta il fascino della libertà”.
Museo dell'Autobus italiano – StoricBus
Scusi è qui la fermata?
Il Museo StoricBus è nato nel 2010 ad opera di appassionati e di esperti del trasporto pubblico, a compimento di un percorso di individuazione e di preservazione di bus storici cominciato nel 2003, con l’idea innovativa di creare il Museo dell’Autobus Italiano. Si tratta di un museo “dinamico”, che valorizza il patrimonio del trasporto pubblico, impiegando su strada bus e filobus restaurati dalle maestranze sociali e mediante l’allestimento di sedi espositive. Oggi StoricBus conta 72 unità preservate, 20 delle quali restaurate e circolanti e si arricchisce anche dei bus preservati privatamente dai soci possessori. Il museo organizza attività in autonomia o collaborando con enti, club, aziende, associazioni gemellate, rivolte alla popolazione, al turismo, agli appassionati e alle scuole, con lo scopo di valorizzare i veicoli e promuovere i territori, come i borghi antichi, i prodotti tipici e gli altri musei. Progetto “La Scuola viaggia in Bus” per sensibilizzare le nuove generazioni all’uso corretto del mezzo pubblico.
Alfa Blue Team
Il Museo della passione con 130 Alfa Romeo
Alle porte di Milano la passione Alfa ha realizzato un tempio dedicato alla Casa del Biscione che promuove cultura e conoscenza storica con incontri periodici aperti al pubblico. Alfa Blue Team è stato fondato da sei amici milanesi poco più che ventenni il 14 febbraio 1972.
Gippo Salvetti, insieme al fratello Stefano e agli amici Claudio Bonfioli, Guido delli Ponti, Emilio e Giorgio Garavaglia iniziarono a recuperare e restaurare nella seconda metà del Novecento quelle che, allora, erano considerate semplici Alfa “usate”, acquistandole a poco prezzo. Grazie a loro, auto come Giulia TZ, 2600 sprint, 1900 Sprint, 2600 SZ, 2000 Spider e Giulietta SZ trovarono cure premurose e oggi, mezzo secolo dopo, continuano a strappare le bocche aperte estasiate dei fortunati visitatori di Alfa Blue Team, che ha nello stile, a dispetto del marchio italiano, un fascino british.
Da una prima Cascina nei dintorni di Milano, gemmò negli Anni Ottanta un capannone, per arrivare ai primi anni Anni Novanta in quella che è diventata la sede definitiva, una ex “Fonderia”, situata qualche chilometro ad est di Milano, che oggi vanta più di 130 esemplari Alfa esposti. Nella “Fonderia” vengono periodicamente organizzati gli “Alfacafè” incontri culturali serali a tema storico-automobilistico.
Col tempo la collezione ha coperto praticamente la vasta gamma produttiva Alfa Romeo focalizzandosi sul “dopoguerra” fino alla fine degli Anni Ottanta. Alfa Blue Team ha esteso il suo raggio d’azione ai grossi motori diesel, avio, autocarri leggeri e pesanti, automobilia varia e insolita che rendono questa realtà storico-museale un panorama unico a livello mondiale per le curiosità, gli esemplari unici, le piccole serie che i soci sono riusciti a raccogliere in tanti anni di profonda passione alfista.
Notevole il settore dedicato ai veicoli industriali con autocarri e autobus, tutti amorevolmente manutenuti e funzionanti grazie all’efficiente officina interna, che si avvale di un fornitissimo magazzino ricambi. La passione di Salvetti non si è limitata alle auto ma si è estesa alla cultura letteraria con una casa editrice, la Fucina, che ai 6000 libri della biblioteca e alla ricchissima fototeca di Alfa Blue Team, ha aggiunto titoli pregiati a sfondo motoristico, molti firmati dallo stesso Salvetti, a sfondo rigorosamente alfista, e tanti altri scritti da apprezzati autori.
Museo dei Pompieri
Il coraggio e il soccorso come valori etici
Firenze
Nel 2006, durante le manifestazioni organizzate per ricordare l’alluvione di Firenze del 1966, l’Associazione Gruppo Storico Vigili del Fuoco di Firenze decise di realizzare questo museo finalizzato alla ricerca e alla conservazione di materiali e mezzi che hanno fatto la storia del Corpo Nazionale ed in modo particolare la storia dei pompieri di Firenze.
Il Comando dei Vigili del Fuoco ha accolto con entusiasmo l’iniziativa ed ha messo a disposizione un’area dedicata dove sono stati raccolti a catalogati mezzi, divise, pubblicazioni, foto, strumenti e dispositivi di pronto soccorso. L’obiettivo della collezione è non dimenticare le innumerevoli operazioni di pronto intervento e trasmetterle alle generazioni più giovani come messaggio etico.
Fra i visitatori, sempre su appuntamento, molti appassionati e cittadini d’ogni età e tante scuole che hanno aderito al progetto ‘Pompieropoli’ per avvicinare i piccoli ed i loro genitori.
Museo Retro Camping
In vacanza con la casa
Settanta veicoli, tra auto caravan e camper, dal 1928 al 2011, ma anche cicli e motocicli, tende, air camping, oggetti, attrezzature e curiosità d’epoca rappresentano il nutrito corpus della singolare collezione custodita e valorizzata dal “Museo Retro Camping”. Un’esposizione eccezionale per la qualità e rarità dei veicoli raccolti secondo due fili conduttori: da un lato il meglio della produzione mondiale, dall’altro le aziende italiane, molte delle quali sono cadute in un oblio profondo. Modelli rari, in condizioni originali, curati in ogni dettaglio, dai complementi d’arredo alle stoviglie, in perfetta armonia con l’epoca di riferimento del caravan. Dove? In Brianza, a Robbiate (LC) presso Palazzo Bassi Brugnatelli, seicentesca dimora patrizia, essa stessa casa museo. L’ambientazione vuole rendere omaggio al campeggio delle origini, fatto di libertà e natura, ma anche di stile e rispetto. Chi? Tutto inizia un po’ per caso, nel 2015, quando l’architetto Marcello Bassi Brugnatelli s’imbatte nella sua prima roulotte, visitando il garage da ristrutturare di amici: una Sterckeman 310 minor del ’71 che gli verrà regalata. Una miccia esplosiva che ha aperto le porte di un mondo meraviglioso fatto di ingegno, tecnologia, creatività, design e tanta socialità ed avventura.
Collezione Alfa Mottini
Una vita per l’Alfa Romeo
Marco Mottini di Novara, classe 1965, ha l’Alfa Romeo nel DNA fin da bambino. Gli trasmette la passione il padre che non si accontenta di parlargli di belle automobili ma gli insegna, quando ha solo nove anni, a guidare l’auto di famiglia, un’elegante 1750 berlina. Era inevitabile che la passione Alfa si impadronisse di quel bimbo che, a soli dieci anni, acquista il primo numero di ‘Quattroruote’ e inizia a tappezzare le pareti della sua cameretta con modellini in scala 1/43. Si aggiungono, nel tempo, cataloghi, depliants, oggettistica di vario tipo, gadget molto rari, documentazione fotografica, libri, monografie, orologi, giocattoli, perfino i bottoni delle guardie di Arese, ovviamente tutto con il marchio del Biscione. Quando, intorno ai trent’anni, il lavoro gli permette di acquistare anche Giulia, 1750, 75, e tante altre, lo spazio non basta più e Mottini riempie addirittura un capannone per raccogliere e custodire la sua bella Collezione, che ricorda un po’ le vecchie officine, dove era piacevole intrattenersi. Mottino è sempre lieto di condividere con gli alfisti di mezza Europa che vengono a trovarlo emozioni e competenze, grazie alle quali ha guidato per anni la Commissione Tecnica Nazionale Auto dell’Automotoclub Storico Italiano ed oggi occupa la vicepresidenza del Registro Mille Miglia.
Museo Tonutti
É difficile immaginare che a Remanzacco, cittadina in provincia di Udine, con seimila abitanti, in mezzo ad un gruppo di case e capannoni siano radunati sotto lo stesso tetto i modelli di auto e moto più esclusivi, lussuosi, sportivi della storia dei motori. Invece, presso i locali del vecchio battiferro Tonutti, che accolgono il Museo che reca il nome del suo fondatore, oltre ai macchinari che testimoniano gli anni di impegno, dedizione e passione che, generazione dopo generazione, i membri della numerosa famiglia Tonutti hanno investito nella loro attività di costruttori di attrezzature e macchine agricole, si possono ammirare anche alcuni dei gioielli più preziosi delle due e quattro ruote.
L’idea di un museo scaturì da Gino, allorché l’espansione della produzione richiese una nuova e più ampia sede per la sua fabbrica. Il legame affettivo nei confronti dei vecchi capannoni, lo indusse a conservare tutta l’attrezzatura al loro interno, così da fermare il tempo e mantenere la medesima atmosfera dei tempi passati. Sono oltre duecento i pezzi che testimoniano l’attività della famiglia nella realizzazione di attrezzature rurali, contenuti nella officina fabbrile e nella sezione macchinari, due dei quattro reparti nei quali è organizzato il museo.
Percorrendo il pavimento d’argilla battuta del battiferro si ha la sensazione che l’atmosfera del passato non sia stata compromessa dagli interventi di restauro. I macchinari e le attrezzature, ancora perfettamente funzionanti, contribuiscono a rendere viva questa sezione, in cui sono raccolti i primi utensili adoperati per fabbricare i carri e gli aratri del 1864, ancora trainati dalla forza animale, i primi trapani a mano, la prima forgia del 1906 e il maglio azionato dalla forza idraulica del corso d’acqua che scorre adiacente alla fabbrica.
La sezione dedicata ai macchinari agricoli, invece, conserva non soltanto gli attrezzi e gli utensili per uso agricolo, ma anche alcune macchine che hanno rivestito un ruolo importante nella meccanizzazione agricola degli Anni Trenta e Quaranta.
Nelle sezioni auto e moto è possibile ammirare quattro lussuose Rolls Royce, oppure la Ferrari F40, che insieme alle Lamborghini, conferiscono un tono sportivo alla collezione. Spazio anche all’immaginazione nella parte dedicata alle “prime donne” cinematografiche, come l’avveniristica DeLorean, protagonista dei viaggi nel tempo della trilogia “Ritorno al Futuro”.
Non delude certamente la sezione dedicata alle moto d’epoca tra cui spiccano le Guzzi, moto italiane per antonomasia, e le Harley Davidson, mito dell’America “on the road”.