Descrizione
Passione di famiglia
La Collezione Lucca nasce da una passione di famiglia. Perché il padre Aldo e i figli Paolo e Mariano hanno sempre respirato pane e motori. Con officine, assistenze, restauri, vendite, acquisti, competizioni, noleggi, insomma con tutto quello che ha a che fare con le due o le quattro ruote.
“Ricordo che mi avvicinai alla raccolta e alla cura delle auto dopo l’alluvione del 1966, quando ero ancora poco più che un ragazzo e insieme a mio fratello rilevai una mezza dozzina di Alfa Giulia travolte dalla piena del fiume Adige, negli stessi giorni in cui Firenze veniva travolta dal fiume Arno”.
I due fratelli, seguendo scrupolosamente le direttive del padre e lavorando di notte riescono a ridare vita alle Alfa alluvionate. Col tempo all’officina si affianca un autosalone, il giro di auto aumenta ma non tutte vengono vendute perché la passione è forte. Così, mese dopo mese, anno dopo anno, la collezione aumenta e arriva a superare quota 50, con esemplari di rilievo, come Lancia Stratos, Ferrari Testarossa, Ferrari Dino 246, Ferrari 308, Fiat Abarth 131, Lancia Aurelia B20, un ricco ventaglio di Porsche, Jaguar, Alfa. Lucca ama la storia, la ricerca, la divulgazione. Negli anni Ottanta diventa giornalista e collaboratore di Luca Grandori, anima di Auto Capital, la rivista che intuisce le potenzialità del settore.
Nel 1996 arriva anche l’impegno agonistico su Chevron B23 e Osella, che oggi riposano al calduccio in questa bella collezione capace di testimoniare le emozioni dei giovani nati del dopoguerra, quando bastavano quattro cerchi in lega, un volante in legno e l’assetto ribassato per sentirsi campioni su una Cinquecento.
“Purtroppo”, sorride Mariano Lucca, “oggi tutto è cambiato e a volte mi sembra che i giovani abbiano perduto la capacità di sognare. Io conservo ancora l’emozione di certi acquisti, la prima moto, i restauri in officina rubando le ore al sonno, la gioia di veder rinascere un’auto destinata al macero. Se dovevo acquistare una moto, non dormivo per una settimana. Anche se poi mi faceva disperare e arrivai a contrarre un mutuo per comperare una Stratos”.