Descrizione
Un piccolo oliatore in stagno chiuso in una teca di vetro. Giuseppe Graziano, classe 1946, non ha dubbi. E’ quello l’oggetto più vecchio di tutta la sua collezione, definita anche “Museo del progresso”. Una raccolta che narra la storia della più grande industria italiana senza includere al suo interno nessuna vettura.
L’impostazione che questo vivace imprenditore nel campo metalmeccanico ha voluto dare al suo interessantissimo museo permette al visitatore di “vivere” gli aspetti meno conosciuti della Fabbrica Italiana Automobili Torino. Un mondo fatto di colonie estive per i figli dei dipendenti, di penne, orologi, lavatrici, frigoriferi, scatole metalliche di cioccolatini, tazze, bottiglie, spille, lettere e molti altri oggetti accumunati dall’avere impresso il logo della Fiat. Pezzo assolutamente unico è anche la taglierina utilizzata per tagliare i pezzi di legni necessari per fare i modelli, che ha impressa sulla sua base la scritta Juventus, oggetto che evidenzia il legame tra l’azienda e la squadra di calcio.
Piccole cose dietro alle quali si cela in molti casi la vita di migliaia di persone che hanno trascorso la loro vita lavorativa nella grande fabbrica torinese. La chiave d’accesso per questo mondo è Giuseppe Graziano, imprenditore di successo nel campo dei tiranti dei cambi per veicoli commerciali e agricoli.