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Duecento moto per capire da dove veniamo

Gino Franchini vive in Valpolicella, vicino a Verona, dove si coltivano uve pregiate per fare vini preziosi. Non meno preziose sono le sue moto, più di 200, raccolte e conservate con cura in un ampio salone grazie all’aiuto dei figli Matteo e Luca. Oltre a pezzi molto rari come Casali 1922, Derad 1925, Motobecane 1926 e Peugeot 1930, ci sono tutte le moto italiane che, dalla fine degli Anni Quaranta, permisero all’Italia di motorizzarsi, accorciare le distanze, favorire spostamenti, scambi e commerci. Molte le schede tecniche che aiutano a comprendere la storia dei vari modelli e a calarsi nella realtà della loro epoca. Una sensibilità particolare è stata quella di indicare, vicino al prezzo di alcune moto, anche la dimensione sociale che gli italiani vivevano quando quella moto veniva venduta e commercializzata. Così, ad esempio, nella scheda descrittiva della Guzzi Falcone 500 cc. si legge che nel 1961 questa moto veniva venduta a 419 mila lire, un operaio ne guadagnava mediamente 47 mila, il caffè costava 50 lire, un quotidiano 30 lire e un litro di benzina 120. Le imprese aiutano a capire il personaggio: per festeggiare i 70 anni Gino Franchini è andato a Capo Nord su un’Honda 800 dopo aver attraversato in lungo e in largo i destri di Libia, Tunisia e Algeria. La sua collezione, che raccoglie anche memorabilia, foto, souvenirs, depliant e molto altro, è meta di molti raduni motociclistici che oltre a ridenti paesaggi cercano radici storiche.

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