Collezione Gian Luigi Trevisani

C’è chi venderebbe l’intera collezione pur di avere una Lancia Auelia B24, sogno di molti appassionati.

Gian Luigi Trevisani di Cesena non ne ha una soltanto, ma addirittura tre, in condizioni eccezionali, prodotte negli anni 1955 e 1957.

Partita dai modelli Ford T e Ford A, questa bella raccolta, custodita con amore in una struttura dedicata e ben illuminata, arricchita da suggestive decorazioni in grande formato appese alle pareti, si è in tempi successivi concentrata sui modelli Lancia, fra i quali spiccano una Lancia Lambda 1925 IV serie Torpedo, una Dilambda Torpedo 1930 carrozzata Gangloff, un’Aprilia 1937 Convertibile Stabilimenti Farina, un’Aurelia B20 1956, un’Aurelia B24S sia Spider che Convertibile ed una Flaminia Super Sport Zagato 3C.

Oltre a queste, Mercedes Benz 190SL, Fiat 501 due posti, Bugatti T57 Ventoux, Charles Richard 1912, Fiat 500A ‘Topolino’, Isetta, Jaguar XK140 e molte altre. Alvis 34, Mercedes 220 SE 1859 convertibile, Mercedes 350 SL e 380

Fanno parte della raccolta anche una Fiat 600 multipla, una Chrysler Town e Country del 1949, una Bentley S1, un’Aurelia B20 ricarrozzata Brussolo e un’Alfa Giulietta Spider.

Museo della Marineria

Al Museo della Marineria di Cesenatico si può apprendere una parte della storia della navigazione e il progressivo passaggio dalla vela al motore. Oltre a una collezione di propulsori marini, ci sono anche motori d’aereo recuperati dal mare.

Le testimonianze storiche e della tradizione marinaresca vivono intrecciate con la realtà di Cesenatico. Le antiche barche a vela sono ormeggiate fianco a fianco con i moderni motopescherecci, che ritmano ancora con le loro uscite i tempi del Porto Canale, disegnato da Leonardo da Vinci, chiamato nel 1502 a suggerire interventi migliorativi all’approdo preesistente
e alla vecchia Pescheria (ancora attiva, si trova a pochi passi dal moderno Mercato all’ingrosso del pesce).

La parte più interessante, per gli appassionati di motorismo storico, è sicuramente la sezione dove sono esposti i propulsori utilizzati sulle imbarcazioni. L’adattamento del motore agli scafi tipici è visibile, per esempio, nel “mototòpo”. Il “topo”, tipica barca lagunare, veniva infatti utilizzato per la “portolata”, il trasporto a terra del pescato. Molti esemplari di questo scafo, privati dell’albero, venivano motorizzati con propulsori diesel.

Collezione Villa Italia

Riassunto delle moto costruite da Francesco Villa (e pilota Walter).

La storia delle motociclette da competizione della Francisco Villa, poi Moto Villa e concentrata in un museo a Concordia sulla Secchia in provincia di Modena.
L’associazione VillaItalia capitanata da Daniele Neri ha raccolto le moto da gara oltre ad altri modelli della carriera costruttiva ed agonistica di Walter e Francesco Villa. Si parte con le moto da pista 2T del 1968 condotte dai due fratelli nelle classi 125 e 250, oltre alla mono 4T, per finire nell’altra ala con tutte le moto da cross plurivincitrici nei campionati italiani e mondiali. Spesso le moto sono ancora nello stato in cui si trovavano alla fine dell’ultima gara. Altre sono state restaurate mantenendo la componentistica originale compreso alcune applicazioni sperimentali.

Museo Marco Simoncelli

Il Museo Marco Simoncelli nasce a Coriano (Rimini), paese natale del pilota romagnolo, nel dicembre del 2012, poco più di un anno dopo la sua scomparsa a causa di un gravissimo incidente in gara.
Si tratta di una galleria-museo che ripropone le imprese di uno dei più amati piloti di motociclismo, Marco Simoncelli (anche detto Sic, dalla contrazione che il suo nome subiva sui cartelloni esposti dai box durante le gare). La galleria narra la storia del campione e la sua vita fuori dalle corse. Nel museo si possono ammirare moto, caschi, tute e tutto ciò che gli apparteneva. Marco nasce a Cattolica il 20 gennaio 1987. Ha vissuto da sempre con la famiglia nella piccola località di Coriano in provincia di Rimini.
Fin da piccolo è appassionato di minimoto e nel 1999 ne diventa campione. Coltiva con gradualità e grinta la sua passione fino ai circuiti del motomondiale. Nel 2008 è campione del mondo della classe 250 cc. Nel 2010 entra a far parte della cilindrata madre, la MotoGP. Il 23 ottobre 2011, a soli 24 anni, durante il gran premio di Malesia, perde la vita a seguito di un gravissimo incidente. All’esterno del Museo, lì dove le colline di Romagna degradano dolcemente verso l’orizzonte del mare, c’è il monumento a Marco Simoncelli nella forma di una marmitta che ogni domenica incendia l’aria per 58 secondi: 58 secondi di gas, 58 secondi che riportano alla mente le gare, le staccate, le pieghe… insomma il campione romagnolo in sella alla sua moto. Molto fornito anche il punto vendita chiamato “Roba del SIC”, ovvero il negozio ufficiale che destina parte del ricavato alla Fondazione Marco Simoncelli.

Collezione Otello Buscherini

L’Associazione Otello Buscherini è nata nel 2003 su iniziativa di un grande amico del pilota, Luciano Sansovini. Nel 2015 è stata inaugurata la Casa dei ricordi per ricordare questo pilota, nato a Forlì il 19 gennaio 1949 e morto per una caduta mentre disputava il GP delle Nazioni al Mugello nella classe 250 il 16 maggio 1976. Nella struttura sono esposte le testimonianze sportive della sua carriera. Tra queste spiccano alcune moto come le Malanca 50 e 125 con la quale Otello nel 1973 ha vinto i GP di Cecoslovacchia a Brno, quello di Finlandia a Imatra e il campionato Italiano nel 1974.
L’Associazione ha pubblicato in passato vari libri sul motociclismo storico fra questi “La mototemporada romagnola”. Una parte della casa dei ricordi è dedicata a diversi piloti forlivesi e romagnoli dove sono esposti oltre 300 trofei delle loro vittorie.
Oltre alle Malanca nel locale è esposta la Ducati Moto GP del 2004 di Loris Capirossi e la Ducati Moto GP con la quale Troy Bayliss vinse nel 2006 l’ultimo GP a Valencia, la Benelli 500 con la quale Jarno Saarinen si classificò primo a Villa Fastiggi nel 1972, una Benelli 500 GP del 1968 e la Sandroni 125, una delle prime moto di Valentino Rossi. Molte delle moto presenti sono di proprietà del collezionista di Tavullia Giuseppe Sandroni e gestite in varie manifestazione in Italia e in Europa dall’Associazione Otello Buscherini.
La casa dei ricordi di Otello Buscherini è aperta di solito la domenica mattina ma anche altri giorni, sempre su appuntamento, telefonando al numero indicato in questa scheda.

Museo "Amici del Treno"

A Forlì cimeli, storia e tante curiosità ferroviarie.

A due passi dal primo binario della stazione di Forlì, dentro un magazzino, si nasconde una raccolta di materiale del reparto Romagna delle Ferrovie dello Stato. E’ il museo storico ferroviario, curato dagli «Amici del treno» di Forlì, che nel corso degli anni hanno collezionato cimeli e curiosità sulle ferrovie e, dal 2003, hanno scelto il vecchio magazzino merci Grande Velocità per conservarle. La struttura, dopo aver esaurito la sua funzione originaria di deposito e luogo per la spedizione celere delle merci per ferrovia, oggi rimane di proprietà di RFI, l’infrastruttura ferroviaria nazionale. Alcune stanze, che erano adibite ad uffici, ora servono per ospitare il piccolo museo e per conservare e salvare dall’oblio attrezzi, strumenti ferroviari, archivi storici. Un simulatore, con schermo e banco di manovra «da locomotore» sta per essere ultimato nella stanza centrale del museo, accanto a berretti, lanterne, uniformi. Purtroppo ad oggi la struttura museale non è ancora ufficialmente aperta e pienamente fruibile al pubblico in date ed orari precisi. Si effettuano, per ora solo aperture straordinarie per singoli gruppi.

Collezione macchine a vapore Davide Lorenzone

Imponenti e di produzione italiana e straniera

La collezione di macchine a vapore di Davide Lorenzone, ingegnere torinese e conservatore del Museo dell’Automobile di Torino, è iniziata nel 1999 e vanta oggi una quindicina di spettacolari esemplari. Da una sua ricerca risultano oggi esistenti in Italia circa 400 macchine a vapore per uso agricolo e industriale. Solo qui sono visibili la carrozza a vapore Trinci del 1879, primo esempio di veicolo civile ad uso privato e la locomobile Giovanni Romei di Siena “N. 2”, del 1912, ad oggi l’unico modello superstite (n. 83 di matricola), in grado di sviluppare una potenza di 5 cavalli vapore a 240 giri. Queste macchine nascevano per piccoli poderi o zone collinari, ma venivano utilizzate anche in officine, frantoi e mulini. Notevoli la Breda di Milano del 1904, la Marshall del 1893, importata da Riva Monneret dall’Inghilterra, usata in un’officina meccanica a Varese e la bolognese De Morsier del 1885 costruita per il Ministero della Guerra Italiano. In collezione anche l’inglese Clayton & Shuttleworth recuperata in Uruguay, ed un trattore convertibile inglese della Aveling & Porter tipo XAC del 1907, trasformato in rullo compressore nel 1910. Suggestiva anche la raccolta di rarissimi giocattoli a vapore di fine Ottocento, prodotti da Plank, Falk e Schoenner.

 

Jonathan Collection Aerei Storici

Il fascino antico dei pionieri del cielo

La ‘Jonathan Collection’, presieduta da Giancarlo Zanardo, è un museo dinamico che fa rivivere -volando- le repliche di aerei costruiti nel periodo pionieristico dell’aviazione. La sede è presso il Campo di volo Francesco Baracca a Nervesa della Battaglia in provincia di Treviso. Com’è noto Baracca fu l’asso dell’aviazione italiana nella guerra mondiale 1915-1918 durante la quale gli vennero attribuiti trentaquattro abbattimenti di aerei nemici. Il suo Spad fu abbattuto da un aereo austro-ungarico nel giugno del 1918, cinque mesi prima della fine del conflitto. Insignito della medaglia d’oro al valor militare, Baracca è ricordato anche per lo stemma della sua famiglia, il Cavallino Rampante, che divenne il simbolo della Scuderia Ferrari. Il museo-aeroporto ‘Jonathan Collection’ è situato nella valle del Piave, ai piedi del Montello, territorio che fu teatro di sanguinose battaglie aeree durante la Prima Guerra Mondiale.  I vari velivoli, come Caproni, Bleriot, Sopwith Camel, sono visibili nei fine settimana, ma anche in altri giorni, per gruppi di almeno 15 persone. Notevole anche la grande area circostante, che ben si presta per l’organizzazione di raduni di veicoli storici, manifestazioni e meeting con possibili esibizioni in volo.

Collezione Luigi Cenzi

La storia della bici inizia nel Settecento

E’ una casa-museo con 150 modelli di biciclette d’epoca quella creata da Luigi Cenzi che ripercorre la storia di tanti modelli dalla fine del ‘700 ai giorni nostri. Notevoli, fra le molte esposte, il “celerifero”, strano congegno realizzato dal conte Mede De Sivrac che, in un caldo pomeriggio del giugno 1791, in piena rivoluzione francese, si presentò nei giardini del Palais Royal di Parigi. Funzionava a spinta, stile monopattino, con due ruote da carrozza unite da un travetto di legno che si muoveva puntando i piedi per terra e spingendo forte, per la gioia dei muscoli. La possibilità di cambiare la direzione con il manubrio arrivò solo nel 1818 con la tedesca Draisina. I pedali arrivarono fra il 1860 e il 1865, come conferma la francese Michaudina, personalizzata con testa d’anatra. Ricca anche la documentazione storica, come l’editto dell’Ottocento, pubblicato dalla municipalità di Milano, che proibiva l’uso delle due ruote a spinta nelle ore notturne perché i malviventi le usavano per le loro ruberie e i gendarmi ne erano sprovvisti. Nel giro di vent’anni, Cenzi è diventato uno dei maggiori collezionisti italiani di bici storiche. La sua storia inizia con il ritrovamento in un mercatino della bici “Dei”, marca prestigiosa negli anni Venti del secolo scorso, usata dal padre.

Officina Museo Ruote Celeri

Un luogo ideale per ricordare il Novecento
Noventa Vicentina (VI)

Ai piedi dei colli Euganei e dei colli Berici, questa collezione ripercorre un secolo di motorismo. I fondatori sono dediti a manutenzione, restauro, preparazione e customizzazione di auto e moto d’epoca, con un’interessante parentesi sui mezzi agricoli che hanno segnato la storia di una famiglia. Non per questo hanno trascurato la storia. All’interno è infatti presente una vasta raccolta di auto e moto d’epoca di diversi periodi storici ed alcuni mezzi agricoli. Non manca uno spazio d’accoglienza per i visitatori, che possono soffermarsi, visitare la collezione, progettare eventi in una cornice davvero seducente ed esclusiva perché l’ordine espositivo non è solo orizzontale, ma anche verticale, con auto e moto schierate in bella vista per accendere emozioni. Fra queste, una vasta gamma di moto d’epoca del Novecento, dai marchi italiani come Piaggio e Lambretta fino alle case giapponesi, inglesi e tedesche. La lettura di riviste e cataloghi su poltrone in pelle naturale rende la visita ancora più piacevole. E per giocare c’è perfino un calcetto. All’interno dell’officina-museo sono presenti veicoli d’epoca popolari e utilitari come la Volkswagen Maggiolino ed esclusivi come Lancia Flaminia GT Superleggera firmata Touring, insieme a mezzi di trasporto militari come il sidecar Bmw e diversi esemplari di Vespa e Lambretta calessino.