Museo Achille Varzi

Il Castello Visconteo Sforzesco di Galliate ospita questa bella pagina della storia motoristica italiana. La visita al Castello include l’accesso al Museo d’arte contemporanea “Angelo Bozzola” (torre nord-est) e alla Sala Museo “Achille Varzi il signore del volante” sita nell’ala sud, nella quale è allestita una mostra sul pilota galliatese, unitamente ad alcuni cimeli a lui appartenuti.
Per gruppi, appassionati e scolaresche, inoltre, è possibile effettuare visite guidate durante tutto l’anno, previa prenotazione, telefonando all’Ufficio Cultura o al Moto Club Achille Varzi.

Collezione Renzo Fontanari

Dove corre libero il Capriolo

Da giovane correva in moto, poi si è sposato, si è affermato come imprenditore ed è diventato padre di quattro figli. Ovvio che la passione giovanile dovesse cedere il posto ai doveri quotidiani. Fino a quando, raggiunta una certa età e cresciuti i figli insieme alla moglie Franca, ha deciso di ritornare sui suoi passi e ha messo insieme una splendida collezione di moto. È la bella storia di Renzo Fontanari (1941-2018), trentino, che ha battuto palmo a palmo la sua regione, non trascurando vecchi fienili e mercatini, fino a completare la raccolta dell’intera produzione Capriolo, costruite nel dopoguerra dalla Aero Caproni di Trento, negli stabilimenti di Arco e di Gardolo, prima col marchio Aero Caproni (1951-1957) e, successivamente, con quello di Aeromere (1957-1962). A queste, Fontanari ha nel tempo affiancato molte Guzzi, fra cui Airone, Falcone, Astore, Lodola, Stornello, Galletto e molte altre, oltre a rare versioni sidecar e a scooter Vespa e Lambretta. Amante della meccanica, smontava personalmente le moto destinate al restauro. Rimontandole poi con certosina pazienza. A 69 anni fu protagonista di un impegnativo raid su Guzzi California, raggiungendo Capo Nord perché solo in moto, ripeteva sempre, “si gusta il fascino della libertà”.

Museo dell'Autobus italiano – StoricBus

Scusi è qui la fermata?

Il Museo StoricBus è nato nel 2010 ad opera di appassionati e di esperti del trasporto pubblico, a compimento di un percorso di individuazione e di preservazione di bus storici cominciato nel 2003, con l’idea innovativa di creare il Museo dell’Autobus Italiano. Si tratta di un museo “dinamico”, che valorizza il patrimonio del trasporto pubblico, impiegando su strada bus e filobus restaurati dalle maestranze sociali e mediante l’allestimento di sedi espositive. Oggi StoricBus conta 72 unità preservate, 20 delle quali restaurate e circolanti e si arricchisce anche dei bus preservati privatamente dai soci possessori. Il museo organizza attività in autonomia o collaborando con enti, club, aziende, associazioni gemellate, rivolte alla popolazione, al turismo, agli appassionati e alle scuole, con lo scopo di valorizzare i veicoli e promuovere i territori, come i borghi antichi, i prodotti tipici e gli altri musei. Progetto “La Scuola viaggia in Bus” per sensibilizzare le nuove generazioni all’uso corretto del mezzo pubblico.

Alfa Blue Team

Il Museo della passione con 130 Alfa Romeo 

Alle porte di Milano la passione Alfa ha realizzato un tempio dedicato alla Casa del Biscione che promuove cultura e conoscenza storica con incontri periodici aperti al pubblico. Alfa Blue Team è stato fondato da sei amici milanesi poco più che ventenni il 14 febbraio 1972.

Gippo Salvetti, insieme al fratello Stefano e agli amici Claudio Bonfioli, Guido delli Ponti, Emilio e Giorgio Garavaglia iniziarono a recuperare e restaurare nella seconda metà del Novecento quelle che, allora, erano considerate semplici Alfa “usate”, acquistandole a poco prezzo. Grazie a loro, auto come Giulia TZ, 2600 sprint, 1900 Sprint, 2600 SZ, 2000 Spider e Giulietta SZ trovarono cure premurose e oggi, mezzo secolo dopo, continuano a strappare le bocche aperte estasiate dei fortunati visitatori di Alfa Blue Team, che ha nello stile, a dispetto del marchio italiano, un fascino british.

Da una prima Cascina nei dintorni di Milano, gemmò negli Anni Ottanta un capannone, per arrivare ai primi anni Anni Novanta in quella che è diventata la sede definitiva, una ex “Fonderia”, situata qualche chilometro ad est di Milano, che oggi vanta più di 130 esemplari Alfa esposti. Nella “Fonderia” vengono periodicamente organizzati gli “Alfacafè” incontri culturali serali a tema storico-automobilistico.

Col tempo la collezione ha coperto praticamente la vasta gamma produttiva Alfa Romeo focalizzandosi sul “dopoguerra” fino alla fine degli Anni Ottanta. Alfa Blue Team ha esteso il suo raggio d’azione ai grossi motori diesel, avio, autocarri leggeri e pesanti, automobilia varia e insolita che rendono questa realtà storico-museale un panorama unico a livello mondiale per le curiosità, gli esemplari unici, le piccole serie che i soci sono riusciti a raccogliere in tanti anni di profonda passione alfista.

Notevole il settore dedicato ai veicoli industriali con autocarri e autobus, tutti amorevolmente manutenuti e funzionanti grazie all’efficiente officina interna, che si avvale di un fornitissimo magazzino ricambi. La passione di Salvetti non si è limitata alle auto ma si è estesa alla cultura letteraria con una casa editrice, la Fucina, che ai 6000 libri della biblioteca e alla ricchissima fototeca di Alfa Blue Team, ha aggiunto titoli pregiati a sfondo motoristico, molti firmati dallo stesso Salvetti, a sfondo rigorosamente alfista, e tanti altri scritti da apprezzati autori.

Museo dei Pompieri

Il coraggio e il soccorso come valori etici
Firenze

Nel 2006, durante le manifestazioni organizzate per ricordare l’alluvione di Firenze del 1966, l’Associazione Gruppo Storico Vigili del Fuoco di Firenze decise di realizzare questo museo finalizzato alla ricerca e alla conservazione di materiali e mezzi che hanno fatto la storia del Corpo Nazionale ed in modo particolare la storia dei pompieri di Firenze.
Il Comando dei Vigili del Fuoco ha accolto con entusiasmo l’iniziativa ed ha messo a disposizione un’area dedicata dove sono stati raccolti a catalogati mezzi, divise, pubblicazioni, foto, strumenti e dispositivi di pronto soccorso. L’obiettivo della collezione è non dimenticare le innumerevoli operazioni di pronto intervento e trasmetterle alle generazioni più giovani come messaggio etico.
Fra i visitatori, sempre su appuntamento, molti appassionati e cittadini d’ogni età e tante scuole che hanno aderito al progetto ‘Pompieropoli’ per avvicinare i piccoli ed i loro genitori.

Museo Retro Camping

In vacanza con la casa

Settanta veicoli, tra auto caravan e camper, dal 1928 al 2011, ma anche cicli e motocicli, tende, air camping, oggetti, attrezzature e curiosità d’epoca rappresentano il nutrito corpus della singolare collezione custodita e valorizzata dal “Museo Retro Camping”. Un’esposizione eccezionale per la qualità e rarità dei veicoli raccolti secondo due fili conduttori: da un lato il meglio della produzione mondiale, dall’altro le aziende italiane, molte delle quali sono cadute in un oblio profondo. Modelli rari, in condizioni originali, curati in ogni dettaglio, dai complementi d’arredo alle stoviglie, in perfetta armonia con l’epoca di riferimento del caravan. Dove? In Brianza, a Robbiate (LC) presso Palazzo Bassi Brugnatelli, seicentesca dimora patrizia, essa stessa casa museo. L’ambientazione vuole rendere omaggio al campeggio delle origini, fatto di libertà e natura, ma anche di stile e rispetto. Chi? Tutto inizia un po’ per caso, nel 2015, quando l’architetto Marcello Bassi Brugnatelli s’imbatte nella sua prima roulotte, visitando il garage da ristrutturare di amici: una Sterckeman 310 minor del ’71 che gli verrà regalata. Una miccia esplosiva che ha aperto le porte di un mondo meraviglioso fatto di ingegno, tecnologia, creatività, design e tanta socialità ed avventura.

Collezione Alfa Mottini

Una vita per l’Alfa Romeo

Marco Mottini di Novara, classe 1965, ha l’Alfa Romeo nel DNA fin da bambino. Gli trasmette la passione il padre che non si accontenta di parlargli di belle automobili ma gli insegna, quando ha solo nove anni, a guidare l’auto di famiglia, un’elegante 1750 berlina. Era inevitabile che la passione Alfa si impadronisse di quel bimbo che, a soli dieci anni, acquista il primo numero di ‘Quattroruote’ e inizia a tappezzare le pareti della sua cameretta con modellini in scala 1/43. Si aggiungono, nel tempo, cataloghi, depliants, oggettistica di vario tipo, gadget molto rari, documentazione fotografica, libri, monografie, orologi, giocattoli, perfino i bottoni delle guardie di Arese, ovviamente tutto con il marchio del Biscione. Quando, intorno ai trent’anni, il lavoro gli permette di acquistare anche Giulia, 1750, 75, e tante altre, lo spazio non basta più e Mottini riempie addirittura un capannone per raccogliere e custodire la sua bella Collezione, che ricorda un po’ le vecchie officine, dove era piacevole intrattenersi. Mottino è sempre lieto di condividere con gli alfisti di mezza Europa che vengono a trovarlo emozioni e competenze, grazie alle quali ha guidato per anni la Commissione Tecnica Nazionale Auto dell’Automotoclub Storico Italiano ed oggi occupa la vicepresidenza del Registro Mille Miglia.

Collezione Bruno Dorigo

C’è lo spirito profondo della vera passione in una cascina friulana trasformata in “Fattoria delle Abarth”. E’ la bella iniziativa di Bruno Dorigo, ideatore di una suggestiva collezione, raccolta con amore pezzo dopo pezzo.  Agricoltore e collezionista sessantenne, Dorigo ha realizzato a Campagna di Maniago (Pordenone) una “casa dei sogni” con alcuni esemplari dello Scorpione, una ricca documentazione fotografica oltre ad una quarantina di  trattori d’epoca ed oggetti agricoli d’ altri tempi.  Fra le auto esposte le versioni “1000 TC” (rispettivamente del ‘62 e del ‘63), una “1000 TC Gr.2″ del “71, una “1000 bialbero” del ‘62 e una ”750 Zagato“, definita “doppia gobba”. Accanto a queste, fanno bella mostra anche lo “Scorpione Francis-Lombardi 1.300 del ‘68, derivato dal telaio di un Fiat Coupe’ 850, una “Abarth 695” del ‘50 (telaio Fiat 500) e alcune Formula Abarth. Non c’ è un percorso obbligato da seguire, solo un’enorme passione dalla quale lasciarsi conquistare in una cornice calda e affettuosa.

Museo della ferrovia Ceva-Ormea

La linea inaugurata a fine Ottocento

Dal mese di ottobre 2011 grazie alla collaborazione congiunta tra Comune di Nucetto, Museo Ferroviario Piemontese e Rete Ferroviaria Italiana, è stato allestito il Museo della linea ferroviaria Ceva-Ormea. È dedicato ad un percorso storico che ripercorre tutte le tappe dalla sua controversa nascita, al passaggio alla alimentazione elettrica trifase della linea, fino alla sua riconversione moderna. Un’opera di rilevanza culturale e storica, volta a valorizzare questa ferrovia, inaugurata nel 1893 con l’intento di collegare direttamente alla costa ligure di Oneglia l’entroterra dell’Alto Monregalese e della Val Tanaro, attraverso una nuova linea di valico lungo il Col di Nava, che purtroppo non vide mai la luce, lasciando come capolinea l’attuale stazione di Ormea, all’epoca importante capoluogo termale e di villeggiatura montana. Documenti storici e pannelli raccontano un mondo ormai dimenticato. All’esterno è stato ricostruito un tratto di binari. Pezzo forte dell’esposizione è l’ottocentesco carro coperto a cassa in legno H 509 appartenuto alle SFT (Strade Ferrate Ticinesi), messo a disposizione dal Museo Ferroviario Piemontese. Il Museo è visitabile previo appuntamento telefonico.