Item image

Descrizione

Dalla primavera del 2004, in via dell’Arcadia, esiste il Museo delle Auto Storiche della Polizia di Stato, che s’inserisce nella “strategia” della Polizia di Prossimità. Il fine del museo è di raggruppare tutti i mezzi, precedentemente dislocati separatamente presso le Polizie di città diverse, che sono stati e sono tuttora strumenti indispensabili dell’attività del Corpo, per sollecitare la curiosità dei cittadini con veicoli rari e, come tali, facenti parte della cultura e della tradizione.

I visitatori possono apprezzare i modelli che hanno fatto la storia della Polizia, a partire dalla prima volante, la mitica Alfa Romeo 1900 nera del 1958, di cui fu elaborata una versione speciale, provvista di parabrezza blindato, tetto apribile e protezioni ai pneumatici anteriori; le vetture di rappresentanza OM 469 Sport del 1030, l’Alfa Romeo 6C 2300 del 1934, la Lancia Artena del 1939, i mezzi Dodge della Questura, con sirena installata sul parafango destro; la prima “Volante”, la mitica Alfa Romeo 1900 TI Super nera, uscita di fabbrica con il parabrezza anteriore sdoppiato blindato, tetto apribile e catenelle parapneumatici anteriori. Sono esposti, inoltre, vari modelli di Moto Guzzi, (Guzzino 65, Airone 250, Falcone 500), il Prinoth cingolato da neve per il soccorso alpino e la De Tomaso blindata del 1979 per i servizi di scorta.

Sicuramente non mancherà di attirare l’attenzione la gloriosa Ferrari nera 250 GTE, portata alla ribalta dagli audaci inseguimenti in cui si lanciò il maresciallo Armando Spatafora. Erano gli Anni Sessanta, l’opinione pubblica necessitava di risposte rassicuranti nei confronti dell’aumento di una criminalità sempre più avveduta, che, secondo quanto riportato dalle cronache di allora, riusciva a “seminare” la Polizia negli inseguimenti, grazie alla collaborazione di meccanici senza scrupoli che fornivano vetture truccate e potenti.

I malviventi cominciarono seriamente a temere il maresciallo Spatafora, di cui si narra che non temesse alcunché quando, a bordo del bolide nero di Maranello, inseguiva i criminali per le strade ancora sgombre di Roma, fino a lanciarsi giù per la scalinata di Trinità dei Monti, creando un avventuroso diversivo per alcuni turisti americani sul luogo.

Il mito di Spatafora e della sua grintosa vettura andò scemando fino a che, nel 1973, l’auto fu dismessa; tuttavia le grandi imprese del poliziotto continuano a vivere grazie ad alcuni film ispirati al suo personaggio. La vettura d’epoca guidata da Spatafora è affiancata da un’altra Ferrari, una F2003 di Formula Uno, campione del mondo in quell’anno.

Il Museo non si limita ad ospitare le numerose auto in dotazione alla Polizia dal 1930 ad oggi; infatti, gli ospiti potranno interagire, utilizzando postazioni predisposte e collegamenti ad Internet, per ampliare le loro conoscenze circa la Polizia di Stato.

L’area espositiva accoglie anche una postazione AFIS, della Polizia Scientifica e lo Spaid, che rilascerà istantaneamente, come ricordo al visitatore, una tessera con dati anagrafici e fotografia.

Di notevole impatto la sala tecnologica, in cui adulti e bambini avranno la possibilità di guidare un’auto della Polizia in un circuito stradale, competendo con le vetture delle Polizie Straniere, affiancata da una sala operativa in cui potrà essere vissuta l’esperienza dell’intervento a bordo delle volanti.

Per chi non potesse visitare personalmente il Museo, la Polizia ha pensato ad un sito internet che è articolato in modo tale da permettere una visita virtuale, infatti un “clic” sull’icona della telecamera consentirà di accedere alla zona prescelta e, adoperando lo zoom, si potrà addirittura vedere nel dettaglio e ad alta definizione, la vettura scelta, fino ad entrare nell’abitacolo per osservarne le particolarità.

Foto

Video

Informazioni